KONKO – Arrivato a Roma nell’estate del 2011 dopo la partenza di Lichtsteiner e il terzino francese quando è sceso in campo non ha fatto rimpiangere lo svizzero. Konko è sempre stato una garanzia e non è un caso che nella scorsa stagione con lui e Radu in campo la Lazio ha perso solo contro il Chievo. In questo inizio di campionato il terzino è stato fermato da due infortuni muscolari che gli hanno fatto saltare la maggior parte degli incontri. Due presenze in campionato (contro Chievo e Roma, ndr) e due in Europa League (all’Olimpico contro Legia Varsavia e Apollon Limassol) sono poche per un giocatore fondamentale come lui soprattutto se disputate adattandosi al ruolo di terzino sinistro. Non è un caso che proprio il reparto arretrato abbia manifestato i maggiori problemi rispetto alla scorsa stagione quando Konko aveva iniziato alla grande non fermandosi mai inanellando tredici presenze in altrettante gare di campionato.
CAVANDA – I problemi muscolari del numero ventinove biancoceleste hanno rilanciato le quotazioni del belga-angolano. Una storia strana quella di Luis Pedro Cavanda che sembrava destinato al ruolo di eterna promessa, mai mantenuta. Una partenza lanciata con Reja poi tanti problemi fuori e dentro dal campo che lo hanno portato a lasciare Roma e volare, senza lasciare traccia, a Bari e Torino. Poi nel 2012 l’arrivo di Petkovic che crede molto nel laterale e lo rilancia. Prove importanti fino a febbraio del 2013 quando il mancato rinnovo del contratto lo porta ai margini della squadra. Tante voci fino a luglio quando, cogliendo tutti di sorpresa, si lega alla Lazio fino al 2018 e torna a disposizione del mister di Sarajevo. Il bosniaco, senza Konko e Radu, si affida totalmente all’ex Standard Liegi che risponde sul campo con prestazioni positive nonostante qualche disattenzione spesso costata cara. Cavanda è il calciatore più utilizzato avendo giocato tutte le partite finora disputate (12 in campionato, 4 in Europa League e la finale di Supercoppa Italiana) superando anche Marchetti, rimasto a guardare contro l’Apollon. Un’ascesa importante per il difensore di Luanda che adesso sogna di indossare la maglia del Belgio e di volare in Brasile.
PEREIRINHA – La vera sorpresa di questo inizio campionato è stato il giovane portoghese. Bruno Pereirinha è sbarcato nella capitale a gennaio a parametro zero tra le perplessità della piazza che si aspettava qualche colpo ad effetto. Tare rassicura tutti sulle qualità del calciatore lusitano, ma i primi sei mesi non sono semplici per lui. Otto presenze senza quasi mai lasciare il segno in una squadra in fase calante che chiude la stagione settima. Timido e impacciato, Pereirinha sembra non riuscire a trovare il ritmo giusto nella difficile Serie A. Le cose non vanno meglio nel ritiro di Auronzo, dove il portoghese si ferma subito ed è costretto a saltare la preparazione. Sembra profilarsi un’altra annata ai margini, ma i tanti infortuni dei suoi compagni e l’impegno dimostrato dal portoghese lo rilanciano. L’ex Sporting Lisbona prende al volo la seconda occasione e risponde con prestazioni sempre più convincenti come terzino destro o sinistro a seconda da cosa decida Petkovic. Sei presenze in campionato e nessuna in Europa League dove era stato escluso dalla lista Uefa, scelta che, forse, oggi il tecnico di Sarajevo non ripeterebbe.
[Antoniomaria Pietoso – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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