Lazio: il punto sui suoi brasiliani

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logo-lazioQualità indiscutibili ma prestazioni opache, deludenti. La Lazio targata verdeoro fin qui non ha saputo reggere il peso delle aspettative riposte a inizio stagione. Sul banco degli imputati ci sono i tre trequartisti, Hernanes, Ederson e Felipe Anderson. Se per quest’ultimo vale ancora l’alibi del dell’infortunio subito in estate e delle comprensibili difficoltà di adattamento nel nostro campionato, discorso diverso andrebbe fatto per gli altri due fantasisti. Forse la tipologia di gioco voluto da Mister Petkovic, privilegiando maggiormente le corsie esterne, costringe gli interni anche ad un lavoro di copertura e di corsa, richiedendo di fatto un impiego maggiore di energie. Moduli e schemi a parte, è fuori dubbio che alla Lazio manchi la luce, quel qualcosa in più che faccia fare a tutto il gruppo il salto di qualità, quel pizzico di fantasia in più che soltanto il trequartista di turno può garantire.

IL PROFETA – Oggetto di discussione di tante gare da qui a inizio stagione, dopo troppe prestazioni al di sotto delle sue possibilità. Appena 7 minuti giocati in due partite con la propria Nazionale, rischia anche la panchina per scelta tecnica contro la Sampdoria. Un problema di posizione in campo? Probabilmente la risposta più gettonata, eppure c’è chi non la pensa così. Come si evince anche dalle pagine del ‘Corriere dello Sport’ di oggi, Hernanes sta giocando nella stessa zona di campo in cui era stato impiegato nella passata stagione, quando segnò 14 reti tra campionato e coppe. Cambiano i compagni di reparto, l’anno scorso Gonzalez e Ledesma, quest’anno Biglia e Onazi, ma sempre nella posizione di mezz’ala sinistra di un centrocampo a tre. La differenza probabilmente la fa l’interpretazione in campo. Le direttive di Petkovic sono quelle di tenere il baricentro più alto di 15 metri, di essere più aggressivi a centrocampo. In sintesi, ritmi più alti rispetto alla passata stagione quando la Lazio giocava più di rimessa. Ritmi che il Profeta deve ancora metabolizzare. Un sforzo in più che però consentirebbero al numero 8 brasiliano di riprendersi la Lazio e con essa di mettere in cassaforte la partecipazione al Mondiale.

EDERSON – Poco spazio trovato fin qui per l’ex Lione. L’anno scorso la piaga infortuni, quest’anno è incappato anche lui nel vortice delle prestazioni opache che ha travolto i trequartisti biancocelesti. Spesso difeso dal suo agente, a volte in maniera anche eccessiva, il fantasista di Parapuã ha regalato prestazioni ad intermittenza senza mai fare la differenza. Qualità anche per lui fuori discussione, Ederson ha dimostrato negli anni anche una buona propensione al gol, senza mai però fare il definitivo salto di qualità. Le occasioni in futuro non mancheranno, ma anche per lui è arrivato il momento di salire in cattedra e aiutare la Lazio a risalire la china.

FELIPE ANDERSON – Dopo l’esordio incoraggiante contro Trabzonspor e la buona prestazione contro la Fiorentina, anche il talentuoso fantasista di Brasilia si è spento. Lo stop di quattro mesi per via dell’infortunio subito alla caviglia e la giovane età, sono attenuanti comprensibile che ancora gli concedono un ulteriore periodo di adattamento. Il momento difficile della squadra poi non aiutano in questo senso. Le aspettative su di lui restano alte, visti gli sorzi profusi dalla società per portarlo a Roma (è costato infatti 9 milioni). E’ un centrocampista di proiezione offensiva, più interno che esterno. Anche Pastore e Lamela, d’altronde, hanno faticato al primo anno ad imporsi, riuscendo ad esprimersi al meglio nelle stagioni successive. Paragoni scomodi al momento, ma Anderson ha tutti i numeri per imporsi e portare la Lazio in alto. Il tempo è – ancora per il momento – dalla sua parte.

[Saverio Cucina – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]