Questa è una nuova Lazio. I tifosi se ne saranno accorti, gli addetti ai lavori pure. C’era una volta l’instant team. Giocatori affermati e con una buona dose d’esperienza sulle spalle. C’era una volta ed ora non c’è più. La rotta sembra aver subito un’inversione decisa. A partire da quest’estate. Che il vento sia cambiato, oppure la mentalità, fatto sta che la rosa consegnata al 3 di settembre a mister Vlado Petkovic risulta più young che mai. Acquisti mirati operati dal diesse Tare col fine di svecchiare una rosa che iniziava ad avvertire i primi scricchiolii dettati dall’età avanzata di alcuni calciatori che tanto hanno portato, negli anni, alla causa biancoceleste. Una schiera di nuovi prospetti che il tecnico di Sarajevo ha potuto scoprire giorno per giorno già dal ritiro di Auronzo.
Step by step, senza fretta. Li ha visti crescere ed adattarsi all’ermetico calcio nostrano. Li ha visti inciampare e rialzarsi, vogliosi di assorbire ogni dettame. Li ha visti misurarsi col grande palcoscenico europeo ed italiano. Solo ora inizia il bello. Dopo la trasferta di Reggio Emilia, qualcosa è cambiato nei pensieri dell’ex tecnico del Samsunspor. A Cavanda e Onazi, ormai entrati in pianta stabile nel blocco dei titolari, Vlado ha affiancato la freschezza e l’estro di baby calciatori come Felipe Anderson e Brayan Perea. Trabzonspor e Fiorentina, match tutt’altro che scontati. I due ragazzi giunti in estate, entrambi accomunati dai lunghi tempi d’attesa che hanno dovuto smaltire prima di stabilirsi nella piazza romana, hanno risposto presente all’appello. Come riportato dal Corriere dello Sport nell’edizione odierna, gli undici sganciati da Petkovic nelle ultime uscite raggiungono un’età media di 26 anni, a fronte dei precedenti 30.
E giovani di belle speranze come Keita, Crecco e Vinicius scalpitano alle spalle dei big. Lazio nuova negli interpreti e nell’idea. Forse meno rocciosa che in passato, di sicuro meno compassata. Più agile, snella. Ariosa. Fraseggi rapidi, triangolazioni fulminee e intesa in via di perfezionamento. Gli affondi degli esterni non devono essere più la costante di gioco. La trama deve svilupparsi per via centrale, bucare le retroguardie avversarie nel cuore. A tal proposito va ricondotta la scelta di Biglia in cabina di regia. I biancocelesti danzano sulla trequarti offensiva. Per ora latita il gol. Dettaglio non trascurabile nel calcio. Ma per quello si attende il ritorno di Miro Klose in versione cecchino. In compagnia del Coco o con tre guastatori alle spalle. A Petkovic la scelta.
[Matteo Botti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]