In un derby come in una finale, conta saper vincere. Ma la gara di domenica vale molto di più: dentro c’è tutto; dall’accesso all’Europa e la supremazia cittadina, alle strategie future e la tranquillità ambientale. Petkovic lo sa, e per questo ha chiesto a Klose di guidare la squadra, di spiegare ai compagni (e forse anche a lui) come si fa a superare la tensione, ad incanalarla invece nel furore agonistico necessario a conquistare una vittoria storica. Così, – come riporta oggi il ‘Corriere della Sera’ – in quel di Norcia, di giorno si allenano i muscoli e di sera tutti nei salotti dell’hotel Salicone ad ascoltare le avventure di Miro: finali dopo finale, in Champions come ai Mondiali, il tedesco sa come si affrontano questo tipo di partite, è l’unico biancoceleste a cui non tremano i polsi.
Due anni fa il derby era il tabù di Reja, grazie a Klose è diventato il terrore della Roma: quattro partite, tre vittorie ed un pari, l’ultimo giocato in condizioni precarie per via dell’infortunio al ginocchio. Negli altri tre derby, infatti, Miro è stato sempre decisivo, siglando un gol storico al 93’ sotto la nord, un rigore decisivo, sempre l’anno scorso, con cui Miro ha causato l’espulsione di Stekelenburg e un’altra rete sotto il diluvio alla prima stracittadina di Petkovic. Il quinto è, senza dubbio, il derby più importante e il tedesco deve ancora rompere il ghiaccio in Coppa Italia, non avendo ancora mai segnato.
È l’ultima occasione per salvare la stagione della sua Lazio per poi, da lunedì, provare ad inseguire la leggenda Gerd Muller (manca una rete per raggiungerlo) con la nazionale: Ma prima c’è la Roma. Floccari non basta, Kozak si è distinto quest’anno unicamente come bomber europeo, deludendo molto in campionato: la Lazio, ancora una volta è nelle mani, o meglio, nei piedi di Miro Klose.
[Saverio Cucina – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]