OPPOSTI PARERI – Ma, senza scomodare il Corriere, che qui si ferma nella sua disamina, a voler proprio far “l’avvocato del diavolo”, se nel calcio parlano i numeri, urlano anche le prestazioni. Nel finale della scorsa stagione nessuno è riuscito a sostituire degnamente Klose, tanto che la Lazio si è giocato il posto Champions: nessuno, neppure Kozak. I numeri parleranno, ma anche le prestazioni: la scarsa abilità nel palleggio e nel fraseggio del ceco stridono negli occhi che hanno goduto della qualità di Klose. Il calcio non è solo “palla alta e pedalare”, o traversoni alla rinfusa nel mezzo, non è solo assedio finale: per questo motivo Reja, che pure non faceva del calcio-champagne una bandiera, l’ha sempre inserito negli ultimi minuti. Non perchè non credesse in lui, o non solo, ma anche perchè nella costruzione della manovra “far salire la squadra” non è sinonimo solo di “sportellate”, o inzuccate di testa, ma anche di tocchi di pregevole fattura, e palloni mossi con piede morbido e passo felpato. Che non sono nelle corde del ceco, a quanto pare. Certo Petkovic potrebbe proporre un gioco tutto traversoni e inserimenti degli esterni, ma se dovessero giocare tre punte due saranno ali, o velocisti, o al massimo giocatori dallo spunto e dal dribbling, forti nell’uno contro uno, e una sola sarà appostata al centro dell’area. Un solo posto, dunque. Se le punte dovessero essere due, i giochi sarebbero diversi.
DUE PUNTE – Il Petko-motivo (lancerebbe giovani, ha bisogno di punte per il turnover europeo, pratica un gioco di fascia e traversoni), starebbe in piedi certo, ma l’Europa ad oggi è appesa al filo della giustizia sportiva, e l’arrivo di Yilmaz aprirebbe un altro scenario: nonostante si mormori di un gioco sul filo del fuorigioco, il turco fisicamente è del tutto complementare con Kozak (ariete, punta di stazza), garantendo lo stesso fiuto del gol e con in più una fluidità tecnica migliore. La cessione in prestito di Alfaro, inoltre, lascerebbe vuoto un posto, certo, ma Kozak, prima punta pura, per caratteristiche non si discosterebbe da quelle già in rosa, o che stanno per arrivare: Floccari, Klose, Rocchi reggono il fronte d’attacco sulle proprie spalle, si muovono per creare spazi per l’altro attaccante (magari veloce e ficcante, non proprio Kozak), e Zarate non fa dell’inserimento la sua migliore arma, gradisce il pallone sul piede, richiede un partner con abilità di palleggio e fraseggio per esaltarsi nello stretto. Certo se Zarate, Floccari e Alfaro partissero, per Kozak potrebbero aprirsi più spazi. Ma dovrebbero essere piazzate altre tre punte, e non lui, comunque in panca rimarrebbe Rocchi al suo fianco, e si prospetterebbe un’altra stagione di spezzoni di partita, e poca presenza.
PRESTITO – Ultimo punto: i giocatori che non sono di proprietà solitamente stanno in panchina. Potrebbe valere questo discorso, per il prestito secco, ma se il Bologna orfano di Di Vaio lo desidera da tempo, non è di certo per fargli assaggiare la medesima panchina, solo più geograficamente più a Nord. Si potrebbe semmai addurre come motivazione il fatto che raramente i giovani, o meno giovani, che la Lazio ha mandato in prestito per varie contingenze non sempre sono stati valorizzati, ma non è di certo un buon motivo per impedire al ceco di giocarsi le proprie carte, senza dover subire la concorrenza di un idolo della curva (Zarate, se dovesse rimanere) del capitano biancoceleste Rocchi, di una leggenda (Klose, non ci sarebbe bisogno di dirlo) e di un neo-acquisto da 7-8 milioni (Yilmaz, eventualmente), e questo dando per certi partenti Floccari e Alfaro. Le strategie di mercato sono chiari di certo nella mente di Tare, ma Petkovic ha anche detto di voler vedere i giocatori sul campo, dunque di certi partenti ce ne sono ben pochi, e forse, tranne poche certezze, per la lista delle cessioni (prioritaria, comunque, la rosa è extralarge) bisognerà aspettare il vaglio del nuovo tecnico. Che passa per uno che non guarda a gerarchie ma solo al campo. Sta a Kozak farsi apprezzare, sempre a Kozak eventualmente la scelta: giocarsela con Klose, o con chiunque altro in altra destinazione. Non troppi ardua, comunque, la sentenza.
[Luca Capriotti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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