In uno dei periodi più brutti della sua storia, come spesso accade, la Lazio scoprì l’amore sconfinato dei propri tifosi. Nonostante da oltre un anno, in casa biancoceleste si parlasse solo di libri contabili, ingaggi da “spalmare” e possibili compratori, il popolo della Lazio aveva sposato il futuro della società senza nessuna esitazione.
Quel 31 agosto del 2003, il tabellino della partita alla voce abbonati, diceva ben 41.547. Un risultato mai visto nella storia della Lazio, frutto di un’abile campagna mediatica e di passione creata dal Presidente laziale Ugo Longo, e dai risultati incredibili del gruppo messo in campo da Roberto Mancini, che era riuscito a mantenere la Lazio tra le prime quattro squadre del campionato, contro ogni previsione. Tutto il pubblico laziale remava con la società, senza critiche, senza accuse e solo con una voglia pazza di continuare a vincere. L’incertezza del futuro non faceva paura ai laziali, perché la squadra di Roberto Mancini rispecchiava tutte quelle qualità in cui si immedesimava un tifoso: orgoglio, forza, carattere e voglia di vincere.
La chiamavano “Banda Mancini”, perchè non avevano paura di nessuno e onoravano la maglia della Lazio nonostante la società fosse sull’orlo del fallimento. Però, una qualificazione in Champions League conquistata la stagione precedente con una cavalcata esemplare (dopo aver raggiunto anche la semifinale di Coppa Uefa) e un preliminare di Champions superato agevolmente contro il Benfica, facevano partire la stagione biancoceleste con le solite incognite ma con tanto ottimismo. In quella prima giornata di campionato poi, la squadra di Roberto Mancini mise subito in chiaro a tutti che anche stavolta la Lazio c’era ed era pronta a recitare un ruolo da protagonista fino all’ultimo. Contro un Lecce di futuri laziali, come Siviglia, Ledesma e l’allenatore dei salentini Delio Rossi, la Lazio sfoderò una prestazione di enorme spessore, capace di chiudere la gara dopo 35 minuti e deliziando i 50.000 dell’Olimpico. Il primo tempo della “Banda Mancini” fu un’autentica mattanza, con azioni da goal a ripetizione ogni volta che la Lazio dispiegava la sua manovra offensiva. Dopo solo 20’ arrivò la prima rete in maglia biancoceleste di Demetrio Albertini, un sinistro preciso che riportò al goal l’ex milanista dopo quasi 3 anni.
Neanche il tempo di gioire che 5’ dopo Bernardo Corradi mette il suo sigillo sulla gara sfruttando al meglio una percussione di Stankovic in area. Il Lecce è frastornato, alle corde. Mancini però vuole chiudere subito la partita ed invita i suoi ad attaccare ancora. Neanche a dirlo, perché al 35’ Mihajlovic batte un corner dalla sinistra sul secondo palo, Claudo Lopez tocca all’indietro per Fiore, che di esterno sinistro al volo supera Amelia. Tutto bello, Lazio padrona e le nuvole dense all’orizzonte, che fanno meno paura. Nel secondo tempo il Lecce prova a reagire, approfittando anche di una Lazio che allenta un pò la pressione in vista anche dei numerosi impegni europei. Delio Rossi inserisce l’ivoriano Konan che insieme a Chevanton portano più di un pericolo alla porta della Lazio. Lo stesso Konan segna il goal del 3-1 di testa al 5’ della ripresa, con Couto e Mihajlovic disattenti nell’occasione.
Solo qualche brivido però, perché Mancini capisce di dover cambiare qualcosa ed inserisce Dabo per Albertini e Sergio Conceicao per Cesar. I biancocelesti blindano la gara e nel finale c’è gioia anche per Massimo Oddo che di sinistro infila ancora Amelia per la rete che chiude definitivamente la partita. In due partite in casa, tra coppa e campionato, sette goal fatti e due subiti. Numeri da capogiro a cui mancavano ancora l’apporto di Jaap Stam, Liverani e Muzzi fermi per infortunio. Il pubblico laziale ringrazia, incita la squadra anche dopo il triplice fischio finale e spera che Longo e Baraldi possano dargli un futuro pieno di gloria. C’è sempre un’atmosfera strana infatti all’Olimpico, fatta di immensa gioia ma anche di preoccupazione. Ma nonostante questo, uno stadio pieno ed un gioco bellissimo, facevano dimenticare tutto.
LAZIO: Peruzzi, Oddo, Couto, Mihajlovic, Favalli, Fiore, Albertini (66′ Dabo), Stankovic, Cesar (59′ Sergio Conceicao), Corradi, C.Lopez. A disposizione: Sereni, Negro, Zauri, Giannichedda. AllenatoreMancini.
LECCE: Amelia, Stovini, Silvestri, Abruzzese, Siviglia (66′ Cassetti), Giacomazzi, Ledesma, Tonetto, Rullo (46′ Budel), Chevanton, Vucinic (46′ Konan). A disposizione: Poleksic, Bojinov, Cimirotic, Bovo. Allenatore: D.Rossi.
Arbitro: Sig. Bertini (Arezzo).
Marcatori: 20′ Albertini, 25′ Corradi, 35′ Fiore, 50′ Konan, 84′ Oddo.
Note: giornata calda, terreno in buone condizioni. Ammoniti Mihajlovic e Giacomazzi. Recuperi: 1′ p.t., 4′ s.t. Angoli 6 a 5 per la Lazio. Esordio in serie A per Amelia, Abruzzese, Rullo, Budel.
[Emilio Storace – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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