Cambio di prospettive, cambio di gerarchie. Le chiavi del gioco biancoceleste mutano affidatario e non si tratta della prima volta. Torna Reja a scaldare la panchina dell’Aquila, torna Ledesma a dettare i ritmi in mediana. Come all’incirca 4 anni, in occasione del debutto del mister friulano al Tardini di Parma. Ledesma tolto dalla ghiacciaia e restituito al rettangolo di gioco, i problemi contrattuali magicamente alle spalle. Tutto passa, niente cambia. La pericolante Lazio lasciata in dote da Ballardini a Reja anni addietro e quella balbettante ed inceppata vista nel corso degli ultimi mesi agli ordini di Petkovic. L’esperto tecnico goriziano, come si è visto contro l’Inter, ha scelto la linea della certezza. Ha gettato in campo i suoi fedelissimi, che lo hanno ripagato con una prestazione gagliarda, convincente, che è valsa i tre punti.
Il Corriere dello Sport nel corso dell’edizione odierna lo sottolinea: la scelta più importante è stata quella per il ruolo di playmaker: a Cristian Daniel Ledesma i gradi da titolare, Lucas Biglia in panchina, a guardare. Cambio di rotta perentorio. I due registi argentini di nascita si erano alternati sino a Natale, ma il turnover varato da Vlado Petkovic non aveva dato i suoi frutti. La Lazio, nonostante i propositi battaglieri del suo ex tecnico nelle conferenze prepartita, non appariva quasi mai padrona della metà campo. Undici gettoni per il volante della Selecciòn, dieci per il mediano venuto dalla Patagonia. Numeri che parlano di mancanza di certezze, nella zona nevralgica e più delicata del campo.
Ora il Principito, colpo copertina della campagna estiva di mercato operata dal diesse Tare, sembra esser scivolato un gradino sotto il suo pari ruolo. Questioni tattiche, Ledesma assicura maggiore copertura e la difesa laziale, in questo momento, ne ha assoluta necessità. L’ex centrocampista prelevato dal Lecce nell’estate del 2006 si è riproposto con personalità e carisma, nel giorno del ritorno alla vittoria contro i nerazzurri. A Reja ora il compito di riuscire laddove il suo predecessore aveva fallito, a lui la missione di testare da vicino la coesistenza dei due. La tranquillità dicono sia la virtù dei forti, insieme alla pazienza. Dovrà averne l’ex Anderlecht. Attendere il proprio turno, il proprio momento. Starà a lui dimostrare di valere la Serie A, di meritare la Lazio. Solo questa è la ricetta per garantirsi un posto al sole in vista del Mondiale brasiliano. Il futuro è nelle sue mani.
[Matteo Botti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]