Il ricordo commosso, appassionato, pieno d’amore e riconoscenza. Il popolo della Lazio rende omaggio a Giorgio Chinaglia. La Curva Nord presenta una scenografia maestosa che è il ritratto di Long John con l’indice puntato verso la “Sud”. “Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia”, il coro fa da colonna sonora al prepartita, tutto l’Olimpico si stringe in un abbraccio commosso in cui rientra ovviamente anche uno striscione con riferimento al piccolo Mirko “Non Mollare Mirko”, che ancora sta lottando tra la vita e la morte. Da annotare, però, i cori inutili e fastidiosi dei tifosi napoletani durante il minuto di silenzio per Giorgione. La partita regala grandi emozioni: la Lazio vince e convince, piazza lo sprint in zona Champions e allontana la crisi. Prestazione di cuore e di carattere quella dei biancocelesti: si chiedeva di mettere in campo la determinazione di Long John e questo hanno fatto Ledesma e compagni.
Un 3-1 che è un capolavoro tattico di Reja: il goriziano azzarda la sostituzione di Hernanes ad inizio ripresa per inserire Gonzalez e la mossa è quella giusta, il “Tata” garantisce un dinamismo che mette in difficoltà la difesa napoletana. Ma è tutta la Lazio a volere la vittoria e ad ottenerla in modo meritato. Primo tempo equilibrato, ripresa dominata dalla Lazio che dimostra compattezza e organizzazione. Male il Napoli che incassa altri tre gol dopo quelli subiti a Torino. La squadra di Mazzarri ha pagato il nuovo assetto tattico e si è dimostrata sterile in attacco e fragile in difesa. Alla fine è tripudio biancoceleste con Reja che mostra allo stadio la maglia di Giorgio Chinaglia e il figlio del bomber, Giorgio jr, a ricevere l’abbraccio della Curva Nord. Una serata che resterà per sempre, una serata da incorniciare, a vegliare sulla Lazio c’era anche Long John e questa vittoria è tutta per lui.
FORMAZIONI – Una sfida decisiva, una sfida dal sapore di Champions. Lazio e Napoli, però, arrivano all’appuntamento con qualche assenza di troppo. Quattro indisponibili da una parte e quattro dall’altra. Reja deve rinunciare a Klose, Lulic, Stankevicius e Dias. Mazzarri, anche lui, non sorride perché non ci sono Maggio, Gargano, Zuniga e Donadel. La Lazio si affida al solito 4-2-3-1 con Marchetti in porta, Konko, Biava, Dias e il recuperato Radu in difesa. Davanti alla retroguardia spazio alla diga formata da Ledesma e Cana, nel terzetto dietro all’unica punta Rocchi c’è Candreva con Mauri ed Hernanes. Mazzarri opta per un inedito 4-3-2-1 viste le assenze di Zungia e Maggio e le non perfette condizioni di Dossena. Spazio alla difesa a quattro, dunque, con Campagnaro, Cannavaro, Britos e Aronica. Terzetto in mediana composto da Dzemaili, Inler e Hamsik. Dietro a Cavani spazio a Lavezzi e Pandev.
PRIMO TEMPO – Spinti dai 40 mila dell’Olimpico i ragazzi di Reja partono subito con il piede sull’acceleratore: pressing alto, aggressione sul portatore di palla avversario e ritmi alti, questa la ricetta scelta da Edy Reja e dopo una girata di Rocchi sugli sviluppi di calcio d’angolo, al 8′ arriva il vantaggio: Konko trova Rocchi in area, il capitano gioca di sponda per Candreva che, da posizione defilata sulla destra, scarica un tiro potente che inganna De Sanctis e si va a depositare in rete. E’ il primo sigillo in maglia biancoceleste dell’ex cesenate che corre sotto la Nord e sancisce la pace con i tifosi laziali. Il gol della Lazio scuote il Napoli che reagisce subito: prima è Pandev a trovare in profondità Cavani che, però, tutto solo davanti a Marchetti si fa ipnotizzare e sbaglia calciando addosso al portiere capitolino, l’azione continua e termina con un destro di Hamsik dai 20 metri che non termina lontano dal palo destro della porta biancoceleste. Minuti intensissimi quelli che vanno dall’8′ all’11’. Dopo un avvio fulminante la partita si snoda su ritmi più blandi: il Napoli prova a gestire il possesso palla grazie al suo centrocampo dai piedi buoni ed è spesso Hamsik a far ripartire l’azione azzurra. La Lazio, dal canto suo, prova a pungere in ripartenza ma né Mauri né Hernanes riescono ad innescare Rocchi che, in mezzo a Cannavaro e Britos, non trova mai il varco giusto.
La squadra di Mazzarri ci prova, la Lazio si difende bene e mette ansia a De Sanctis con un cross di Ledesma che il portiere non trattiene, l’azione si spenge presto, però, perché non c’è nessun giocatore biancoceleste pronto a raccogliere il tap-in. Al 35′ ecco la fiammata del Napoli: invenzione di Lavezzi che, con un colpo di tacco sontuoso, pesca Pandev in profondità, il macedone è freddo e batte Marchetti. Dopo il gol, il match s’innervosisce e Mazzoleni deve cominciare a fischiare con una certa continuità. Pochi minuti dopo il pareggio Pandev viene atterrato da Cana in area: l’ex laziale reclama il rigore ma l’arbitro dice che si può continuare. Il primo tempo finisce praticamente così. Match equilibrato, meglio la Lazio in avvio, poi il Napoli è salito di tono e, viste le occasioni create, ha meritato il gol del pareggio.
SECONDO TEMPO – La ripresa si apre con una grande sorpresa: Reja toglie Hernanes e inserisce Gonzalez. Una mossa inaspettata, almeno in avvio di tempo. Il Napoli parte fortissimo ed è sempre Lavezzi a seminare il panico saltando Konko e Diakitè e crossando al centro per Pandev che, però, non trova l’impatto con il pallone da posizione favorevole. La partita è aperta e poco dopo è una follia di Hamsik ad aprire la strada alla Lazio: passaggio in orizzontale dello slovacco all’altezza del limite dell’area, intercetta Candreva che, con un diagonale potente, chiama De Sanctis al miracolo, sul tap-in è Campagnaro ad anticipare di un soffio Rocchi e salvare il Napoli. L’occasione creata scuote i biancocelesti che alzano i ritmi e creano vari grattacapi alla difesa partenopea: prima è Candreva, scatenato, a mettere dentro un pallone radente su cui Mauri non arriva di poco, poi su un calcio d’angolo di Ledesma è Biava a non trovare l’impatto con il pallone.
La Lazio gioca bene, la manovra trova il suo sbocco soprattutto sugli esterni dove Candreva e Gonzalez mettono in difficoltà spesso e volentieri Campagnaro ed Aronica. Il predominio biancoceleste è premiato, al 23′, da un super-gol di Stefano Mauri: Radu arriva al cross da sinistra e il centrocampista s’inventa una rovesciata pazzesca con cui fulmina De Sanctis. Il Napoli prova a reagire ma Cavani si trova in offside sulla palla filtrante di Lavezzi. Reja cambia: fuori un esausto Cana e dentro Brocchi, ancheMazzarri prova a mischiare le carte: fuori Pandev e dentro Vargas. La Lazio, però domina e al 35′ cala il tris: Dzemaili sbaglia il passaggio per Britos, Rocchi s’inserisce e viene steso in area dal centrale uruguayano, Mazzoleni fischia il rigore. Dal dischetto va Ledesma che, freddissimo, batte De Sanctis e fa 3-1. L’Olimpico è in festa, il Napoli non ci crede più e c’è anche spazio per la standing ovation per Candreva che lascia spazio a Scaloni. Prestazione maiuscola quella del numero 87 che, finalmente, fa vedere tutte le sue qualità. E’ un trionfo quello della Lazio che allunga in zona Champions, vola a +6 dal Napoli e respinge l’assalto dell’Udinese.
[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]