ROMA – Marco Parolo, centrocampista della Lazio, ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali del club. Queste le sue parole a cominciare dall’eventuale ripartenza: “C’è tanta voglia di ripartire. Il problema della mancanza del pubblico è grande, si era creata una sinergia incredibile: partivamo già 1-0 per noi. La carica che ti davano i tifosi era pazzesca, sapevi che per gli avversari non c’era scampo: i laziali sanno aiutare meglio di tutti, anche in trasferta. Sarà un problema per noi e dovrà essere compensato dalla voglia che abbiamo di raggiungere l’obiettivo. Non so come sarà, si capirà dai primi sguardi quando ci ritroveremo tutti insieme. Come nelle prime settimane di ritiro, già capisci come andrà la stagione. Quest’anno ho subito detto che sarebbe stata una grande annata, c’era una qualità e un’intensità nell’allenamento che non c’erano in passato”.
Sulla stagione della Lazio: “L’entusiasmo ci ha trascinato tantissimo. Quando lotti per un qualcosa di concreto è diverso dal quando lo fai per una qualificazione in Champions. Hai sempre tanta energia sì, ma non quanta ne hai quando ti giochi un trofeo. Il sogno scudetto deve essere uno sprono per farci continuare con la stessa fame e voglia di prima. Miglioramenti difensivi? Due step sono stati fatti. Il primo è la costruzione dal basso, siamo migliorati tantissimo perché ci abbiamo lavorato molto. E poi c’è la fase di non possesso, nella quale abbiamo cambiato qualcosa. Non lasciamo più solo i difensori dietro, ma torniamo tutti con delle grandi transizioni negative che prima non facevamo. Il bello di essere in un progetto è quello di poter trovare gli errori e migliorarli durante gli anni. Con il lavoro, vedendo anche i video del passato, siamo riusciti a essere la miglior difesa del campionato. Ci sono calciatori di qualità altissima che però si sono messi a disposizione, capacità che prima non sapevano di avere. Negli ultimi minuti spesso siamo stati in 11 nella nostra metà campo, ci buttiamo a peso morto per fare da scudo su un tiro. Come ha fatto anche la Juventus negli anni passati: sapeva difendersi bene e poi fare male palla al piede”.
A livello personale: “Diversa dagli altri anni, perché non ero più un titolare. Ho dovuto riformattare il cervello, la modalità di prepararmi alle partite e capire che a una certa età puoi essere utile anche in altre cose. All’inizio ho fatto fatica, non riuscivo a entrare in ritmo solo con gli allenamenti. Con il tempo poi ho trovato la mia dimensione e mi sono sentito importante per la squadra. Amo questa maglia e questa piazza, mi sono messo a disposizione senza neanche pensarci. So che devo dare tutto se il mister mi chiede 10, 15 0 40 minuti”. Su Inzaghi: “Il mister con il suo staff ha avuto la capacità di prendere tutte le cose positive degli anni e metterle insieme. I risultati parlano chiaro e ora c’è ancora tanto da migliorare. Abbiamo ampi margini e dobbiamo crescere”.
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