LA CHIAVE – Le amnesie difensive della Lazio spianano la strda al Genoa. Sul secondo e terzo gol dei rossoblu ci sono evidenti colpe della retroguardia e anche di Marchetti che non dimostra la solita sicurezza.
LAZIO – Peripezie infinite in questi due giorni hanno complicato maledettamente la preparazione alla partita. Reja non ha mai potuto effettuare un allenamento completo causa neve su Roma come non se ne vedeva da 30 anni. Gli infortuni, poi, continuano a tormentare la Lazio che deve fare a meno anche di Biava, Radu ed Hernanes. Il brasiliano non supera il provino decisivo nel riscaldamento e va in panchina. Allora Reja butta nella mischia Diakitè con Stankevicius e Garrido a sinistra. Senza Hernanes si passa al 4-4-2 con Rocchi e Klose in avanti. I biancocelesti sembrano partire bene anche grazie alla coppia centrale di centrocampo, che gestisce bene il possesso. Al 10′, però, un episodio cambia la gara: Matuzalem devia un tiro sbilenco di Biondini, Jankovic batte un angolo che Palacio trasforma in oro con un colpo di tacco bello ma fortunato visto che l’argentino non cercava la conclusione ma un prolungamento a centro area. La Lazio reagisce e dopo due minuti Klose s’inventa un’azione personale che libera Gonzalez al tiro ma l’uruguayano spreca. La Lazio gioca, il Genoa agisce in contropiede e in queste situazioni la retroguardia laziale va in netta difficoltà come al 25′ quando un’uscita avventata e fuori tempo di Marchetti permette a Jankovic di battere a rete: il tiro del serbo è lento ma Stankevicius con un intervento goffo non riesce a spazzare e la palla si insacca. La Lazio accusa il colpo e dopo il 2-0 fa fatica a reagire, la mancanza di allenamenti e la stanchezza si fanno sentire e solo nel finale di tempo i biancocelesti reagiscono prima con due colpi di testa di Klose e Lulic: sul tedesco è bravo Frey, il bosniaco non trova lo specchio di poco.
L’inizio del secondo tempo è da incubo, Garrido dimostra perchè non aveva collezionanto neanche un minuto in stagione: il basco prima indietreggia, poi va incontro al pallone che arriva da un lancio del centrocampo genoanom scivola ed apre una prateria a Jankovic che in con un diagonale batte Marchetti. La Lazio non siarrende nonostante le evidenti amnesie difensive. Al 51′ Gonzalez trova Lulic sul secondo palo ma il colpo di testa del bosniaco è del tutto fuori misura. Passano due minuti e proprio l’ex Young Boys parte in progressione e viene atterrato in area da Mesto. Tagliavento fischia il calcio di rigore, dagli undici metri va Ledesma che trasforma bene. Reja toglie Garrido e lancia Rozzi, il giovane si fa subito ammonire per un fallo tattico (prezioso) su Kucka. La Lazio ci prova con la forza dei nervi ma Klose è troppo solo in avanti. Kucka fa un brutto fallo su Ledesma, già ammonito andava espulso. Chi viene cacciato da Tagliavento, però, è Diakitè reo di aver detto una parola di troppo all’arbitro. La Lazio nonostante l’uomo in meno ci prova ancora, Kucka fa fallo su Ledesma (il secondo giallo non arriva neanche qui) ma Matuzalem spreca la punzione dai 20 metri scivolando al momento del tiro. Il gol arriva nel 91′ con Gonzalez che scarica in rete dopo una sponda di Klose. il 3-2, però, non si schioda e la Lazio perde una partita incredibile più per i propri demeriti che per i meriti del Genoa che ha solo sfruttato gli errori difensivi avversari. Gli infortuni continuano a tartassare la rosa,per questo il mercato era un’occasione ghiottissima che la società si è fatta sfuggire, lasciando Reja in una situazione difficile da dover gestire. Il tecnico goriziano, però, può sorridere per il carattere mostrato dalla sua squadra. Si dovrà lavorare su una difesa che mostra di non essere all’altezza quando mancano i titolari. La sconfitta è amara ma non pregiudica nulla, Reja e i suoi ragazzi sono obbligati a guardare avanti.
GENOA – Marino vuole cambiare la tradizione che vede il Genoa non trionfare con la Lazio a Marassi da molto tempo. Il tecnico si affida ad un 4-4-2 molto offensivo in cui Jankovic e Sculli sono gli esterni e Constant il terzino sinistro. Palacio-Gilardino è la coppia d’attacco. Il Genoa arriva da una settimana di pausa per non aver giocato a Bergamo. Il Grifone nei primi minuti soffre l’intraprendenza della Lazio che tiene bene il centrocampo ma al 10′ ci pensa Palacio che con un colpo di tacco al volo tramuta in gol un calcio d’angolo di Jankovic. Il vantaggio, però, non abbatte i biancocelesti che reagiscono e vanno vicino al pareggio con un diagonale di Gonzalez, liberato da un gran numero di Klose. Passano 13′ e un’uscita maldestra di Marchetti e un intervento inguardabile di Stankevicius permettono a Jankovic di fare 2-0. Il Genoa una volta acquisito il doppio vantaggio amministra il gioco ma la Lazio ci prova nel finale con Klose ma Frey è bravo. La ripresa parte senza cambi e subito con il tris rossoblu firmato da Jankovic che sfrutta uno scivolone di Garrido e in diagonale batte il portiere laziale. Il gol rilassa la squadra di Marino che al 8′ subisce il gol della Lazio: Mesto butta giù in area Lulic, Ledesma dal dischetto batte Frey. La Lazio gioca meglio, il Genoa con il minimo sforzo e grazie alle amnesie difensive biancocelesti si trova avanti. Il Grifone ci prova in contropiede ma Palacio e Gilardino non pungono come in avvio. Kucka viene graziato da Tagliavento per un intervento brutto su Ledesma: lo slovacco già ammonito andava espulso. Marino si gioca la carta Belluschi ma il Genoa è sulle gambe e al 91′ Gonzalez trova il 3-2 su sponda di Klose. Gli ultimi assalti della Lazio sono confusi e così il Genoa porta a casa una vittoria importante anche se con il minimo sforzo. Dopo Udinese e Napoli a Marassi cade anche la Lazio, Marino continua il suo lavoro e ora il sogno Europa League non è poi così utopico.
[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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