LA MANCANZA DI GRATIFICAZIONI – Secondo alcune indiscrezioni raccolte in Esclusiva dalla nostra redazione da fonti molto vicine al tecnico goriziano infatti, è stato proprio il continuo interfacciarsi con tutto ciò che ruota intorno all’ambiente romano a determinare principalmente la decisione dell’ormai ex allenatore biancoceleste. Una critica costante e quasi mai costruttiva tendente a mettere sempre tutto in discussione, dimenticando subito le note positive e puntando il dito alla ricerca di un capro espiatorio nei momenti di difficoltà. Mancanza di equilibrio in pratica, quell’equilibrio tanto caro a mister Edy Reja che all’età di 66 anni non ha più intenzione di dover subire un simile trattamento, perché dopo il lavoro fatto in questi anni è sicuro di meritare ben altra considerazione. Dal momento del suo arrivo sulla panchina biancoceleste al posto del disastroso “progetto Ballardini”, il friulano è riuscito a centrare al primo colpo una salvezza tutt’altro che scontata e negli anni successivi ha proseguito su un processo di crescita costante. L’anno successivo, quando ancora erano quattro le squadre a potersi qualificare per l’Europa che conta, è arrivato un quinto posto dietro l’Udinese migliore solamente nella differenza reti e infine, in questo campionato, c’è stato il più grande rammarico di Reja con una Champions, che a suo giudizio sarebbe stata più che meritata, sfumata per pochi punti. In ogni caso, come detto in precedenza, una crescita costante che, a giudizio del tecnico, non ha ricevuto le adeguate e meritate gratificazioni e la riconoscenza da parte di società e ambiente.
LA CHAMPIONS SFUMATA E IL MERCATO – Anche la mancata qualificazione nel massimo torneo continentale ha influito sulla decisione di non proseguire in quest’avventura, anche perché questo “fallimento” è stato pesantemente condizionato dal mercato di gennaio quando la società anziché rafforzare l’organico per cercare di puntare al definitivo salto di qualità, ha indebolito la rosa cedendo alcuni pezzi importanti senza sostituirli adeguatamente. Proprio in quel momento è arrivata la prima presa di posizione dell’allenatore con le dimissioni che però alla fine rientrarono. Anche di quel caso arrivarono critiche nei confronti di Reja, reo di non aver portato avanti quella decisione, sulla quale però pesavano alcune variabili sfuggite agli esperti del settore. La decisione di tornare sui propri passi infatti, fu dovuta principalmente ad una questione legale che impediva all’allenatore di svincolarsi autonomamente dalla Lazio senza dover pagare una sorta di penale. Ovviamente sulla scelta hanno pesato anche gli attestati di stima arrivati in quei giorni dalla squadra che hanno riportato a galla il carattere dell’allenatore e la volontà di non abbandonare la nave nel momento del bisogno. Una nave che è stata condotta tra mille difficoltà al porto più vicino, con professionalità e personalità, mettendoci la faccia in prima persona quando c’è stato da assumersi ogni genere di responsabilità. È questo il pensiero dell’allenatore goriziano, e proprio per questo suo senso della professionalità, in questo ultimo periodo non ha lasciato trasparire una decisione già presa da tempo e che questa volta sembra veramente irrevocabile.
UNA DECISIONE IRREVOCABILE – La testa è già altrove. Reja questa volta non ha intenzione di fare passi indietro nonostante sia Lotito che Tare abbiano cercato di convincerlo a restare almeno per un altro anno. Il Presidente è rimasto molto amareggiato dalla decisione dell’allenatore e proprio per questo gli ha chiesto di prendersi qualche altro giorno per rifletterci. Stavolta però la decisione pare essere definitiva e niente e nessuno potrà smuovere il goriziano che potrebbe anche prendersi un anno di riposo sebbene sulle sue tracce ci siano già alcune squadre tra cui, in pole position, la Fiorentina. Di certo c’è che Reja non ha assolutamente mai chiesto come clausola per un eventuale rinnovo con la Lazio la sostituzione dell’attuale fisioterapista, una notizia questa che negli ultimi giorni era stata diffusa dai mezzi di informazione. Sono ben altre le cause che hanno dato origine a questa decisione dolorosa ma in un certo senso inevitabile, perché due anni e mezzo sulla panchina della prima squadra della Capitale valgono quanto dieci anni in altre piazze dal punto di vista di critiche e tensioni. Fratture dovute principalmente al rapporto tra tifoseria e dirigenza che però vanno inesorabilmente a ripercuotersi anche sulla squadra e sull’allenatore. Reja non è più disposto a vivere questa realtà e, nonostante lasci a Roma una grande parte del suo cuore, ha deciso che è arrivato il momento di cambiare aria e per farlo ha scelto il modo migliore. Al termine della stagione, a testa alta, e con praticamente tutti dalla sua parte.
[Marco Ercole e Alessandro Zappulla – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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