Lazio-Roma 1-2: l’analisi del match

371 0

logo LazioBattaglia doveva essere e battaglia è stata. Niente biscotti che il thè delle 17 è passato da troppo. Lazio a fare la partita, Roma in contropiede: i rimpianti partono dal minuto 5, è Klose a divorarsi la palla che poteva valere una stagione, unica vera emozione del primo tempo. La ripresa regala lo spettacolo: Iturbe apre le marcature mandando la Roma in orbita, Djordjevic la raggiunge facendo esplodere la Nord. Poi, però, è Yanga-Mbiwa a condannare la squadra di Pioli agli straordinari. Chi si aspettava un finale di campionato è accontentato, la Lazio dovrà strappare almeno un punto nell’inferno del San Paolo. 

FORMAZIONI – Biglia ce la fa, il posto in mezzo al campo è suo. In difesa confermata la coppia de Vrij-Gentiletti, ai loro fianchi Basta e Lulic. Al fianco del mediano argentino l’insostituibile Parolo, poi i tre tenori Mauri, Felipe Anderson e Candreva dietro Klose. La Roma risponde lasciando fuori Ibarbo e affidandosi a Totti in avanti.

PRIMO TEMPO – Lazio a fare la partita, l’inizio sorride agli uomini di Pioli. “Non ci accontentiamo del pareggio” aveva tuonato il tecnico alla vigilia: messaggio recepito, biancocelesti subito avanti. Solo 3 giri di lancette e Candreva testa i riflessi di De Sanctis, bravo a repisngere, poi il rimpianto maggiore del match. Difesa della Roma in affanno, ancora Candreva a crossare, Klose in tuffo impatta la sfera. Sembra fatta, un sogno andare avanti quando sono passati appena 5 minuti. Ma il Fato ha in serbo un altro destino, la zuccata dle bomber tedesco si stampa sui cartelloni pubblicitari. Sono i biancocelesti a fare la partita, la squadra di Garcia sembra incapace di reagire. Il match si scalda: Totti si prende l’ammonizione, Lulic lo imita abbattendo Iturbe. E’ il giallo il colore dominante, anche Gentiletti e Biglia finiscono sul taccuino dell’arbitro. La porta di De Sanctis non corre grossi rischi, il tiro-cross di Felipe Anderson è troppo telefonato per impensierire l’estremo difensore laziale. In chiusura spavento per Biglia che, in un contrasto con Nainggolan, ha la peggio: il ginocchio infortunato è il destro, lo stesso che lo ha costretto a saltare le partite contro Sampdoria e Juventus, ma l’argentino riesce a rialzarsi. Il duplice fischio di Rizzoli manda tutti negli spogliatoi.

SECONDO TEMPO – L’inizio della ripresa è la fotocopia del primo tempo. Altri 3 minuti e l’occasione giusta capita sui piedi di Basta, il suo destro esce alla sinistra del portiere giallorosso. Fuori Lulic, dentro Cavanda a limitare le scorribande di Iturbe. Garcia risponde togliendo Totti e inserendo Ibarbo. E’ la Lazio a fare la partita, il possesso palla è sempre biancoceleste, ma il fortino eretto dalla Roma sembra reggere. Appena la squadra di Pioli si rilassa un attimo, però, sono i giallorossi a mettere paura: nel giro di un minuto prima Florenzi, poi Ibarbo fanno correre i brividi lungo la schiena dei tifosi laziali. Il pericolo corso toglie certezze alla Lazio che sbanda paurosamente fino a cadere. Nainggolan guida la ripartenza, Ibarbo mette in mezzo e Iturbe è bravo ad approfittarne: vantaggio giallorosso. Subito dentro Djordjevic, fuori Mauri, le speranze laziali sono riposte sulle spalle del serbo. Che non tradisce facendo esplodere la Nord: Klose apparecchia la tavola, Djordjevic neanche si preoccupa di masticare il bocconcino, manda giù con la voracità tipica dei grandi bomber. 1-1, Lazio di nuovo in Champions. Non c’è tempo di esultare, sulla punizione successiva la Roma è di nuovo avanti: Yanga-Mbiwa trova il colpo di testa che vale una stagione, i giallorossi sorpassano ancora una volta la Lazio. Fotografia del campionato, al sorpasso corrisponde sempre un controsorpasso uguale e contrario. La Roma gioca con le lancette, i giallorossi amministrano il vantaggio fino al fischio finale di Rizzoli: vince la squadra di Garcia che si prende il secondo posto, le speranze Champions della Lazio passeranno da Napoli.

[Matteo Vana – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]