Lazio, Sarri: “Il mio Scudetto alla Juventus dato per scontato”

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Le parole del nuovo allenatore della Lazio nel corso di una lunga intervista concessa ai microfoni di Sportitalia.

ROMA – Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sportitalia. Queste le sue parole a cominciare dalla sua nuova squadra: “Nella rosa della Lazio non ci sono esterni alti, qualcosa bisogna cambiare. Io sono visto un integralista, ho giocato per anni col 4-2-3-1, poi col 4-3-1-2, negli ultimi anni il 4-3-3 e mi dicono sempre che sono un integralista. L’unica cosa che mi sono reso conto di non poter fare è la difesa a tre. L’idea di fondo sarebbe il 4-3-3, se poi il mercato porta soluzioni diverse vediamo. Lazzari? Mi fate parlare troppo di Lazio e mi dispiace, le prime parole da laziale le farei in presentazione. Quando uno ha una gamba come lui penso si possa adattare a tutto”.

Sulla chiamata della Fiorentina: “Prima di Prandelli, non dopo. Ho risposto sempre la disponibilità per giugno. Al Chelsea ho fatto un errore clamoroso, quello di voler tornare in Italia a tutti i costi. Marina mi ha fatto un ostruzionismo per lasciare il Chelsea, avevo questa voglia di tornare in Italia. Il Chelsea è una grandissima società, negli anni dopo ha preso tanti giovani adatti a me. Ho vissuto un anno particolare, nel quale Abramovich non poteva entrare in Inghilterra e avevamo un proprietario non presente sul territorio. Una situazione abbastanza difficile, tutto in mano a Marina e aveva mille problemi da risolvere, l’aspetto calcistico era in mano a noi dello staff, non avendo il potere economico a disposizione. Poi sono arrivati Werner, Havertz, Mount, Ziyech: tutti adatti a me e al mio modo di giocare”.

Poi, spazio alla Juventus: “Lo Scudetto era dato per scontato. All’esterno, ma devo dire anche all’interno. Abbiamo vinto uno scudetto senza festeggiarlo, ognuno ha cenato per conto suo. Probabilmente l’anno giusto sarebbe stato questo, dopo un quarto posto e ho visto che hanno festeggiato, probabilmente ci sono le condizioni ideali. “Credo sia stato poco festeggiato il mio. Una squadra che viene da 8 anni di scudetti può dare tutto per scontato, ma nel calcio non è mai così. C’erano normali discussioni post partita. Non mi è piaciuto che la squadra dopo aver praticamente vinto il campionato avesse un po’ mollato. Non mi piacciono questi atteggiamenti, perché staccare la spina e riattaccarla dopo non è semplice. La squadra doveva tirare al massimo fino a fine campionato per poi presentarsi il più pronti possibile alla Champions anche se non era semplice perché avevamo giocato tante partite in 50 giorni. Per me staccare la spina era un errore”.

Sulla gestione di Cristiano Ronaldo: “La gestione di Ronaldo non è semplice, è una multinazionale che ha degli interessi personali da abbinare a quelli della squadra. È una situazione sicuramente difficile da gestire. Sinceramente io mi ritengo più bravo a fare l’allenatore e non il gestore, è una cosa che non mi piace, mi annoia e mi diverto di più in campo. È una gestione difficile, ci sono poi tanti aspetti positivi perché a fine anno Ronaldo porta risultati importanti. È chiaro che rappresenta qualcosa che può andare oltre a società e squadra, con tanti follower è chiaro che va oltre la normalità. È il prodotto della nostra società, negli ultimi anni sento parlare tanto di singoli e poco di squadre, che poi sono quelle che vanno in campo. E il valore della squadra non è la somma del valore dei singoli”.

Su Mourinho: “È roba giornalistica. Alla fine giocherà Roma contro Lazio, non potrò segnare io o Mourinho salvare un gol. Contano le squadre, più dei giocatori e degli allenatori: sarebbe importante fare un grande lavoro, tornare a divertirsi e vedere la squadra fare un calcio che ti piace. Io penso che quando un allenatore si diverte lo trasmette e dopo un po’ si divertono i giocatori. Quando si divertono allenatore e giocatori, dopo un po’ si diverte anche il pubblico. Per me dire che si vince giocando male è un luogo comune”.

Sulla Nazionale di Mancini: “Non ho visto tante partite dell’Europeo, quelle dell’Italia quasi tutte. Mi sembra che siamo palesemente la squadra che gioca il miglior calcio. Dalle scelte che erano state fatte mi aspettavo una squadra brillante e tecnica, penso che Mancini sia stato bravo in quello: aveva in mente un tipo di calcio ed è stato bravo a scegliere i giocatori giusti”.