Nella notte del “Libera la Lazio”, della contestazione compatta contro Claudio Lotito e la sua presidenza, i biancocelesti battono 3-2 il Sassuolo. Ma quanta fatica: due volte in vantaggio, gli uomini di Reja si fanno rimontare in maniera rocambolesca. Alla fine, è un cross beffardo di Radu a regalare i tre punti. Sugli spalti, novanta minuti di cori incessanti, una raffica di striscioni che puntano l’indice contro il patron e lo invitano ad abbandonare la Lazio.
FORMAZIONI – Le anticipazioni della vigilia trovano conferma, il tecnico goriziano manda in campo un mix elastico tra 4-3-3 e 4-5-1. Davanti a Berisha, la difesa tipo: Konko e Radu esterni, il duo fisso Biava-Dias al centro. A centrocampo, Ledesma guida la regia, ai lati Gonzalez solito pendolo e Mauri libero di svariare. Nel tridente leggero, Candreva e Lulic affiancano Klose. Per il suo Sassuolo, Malesani opta invece per il 3-5-2: a fare coppia con il grande ex Floccari, a sorpresa c’è Zaza e non l’azzurrino Berardi.
PRIMO TEMPO – Lo spettacolo, già prima del fischio iniziale, è tutto sugli spalti. Il muro di fogli bianchi unisce tutto lo stadio in un’unica coreografia. I cori sono assordanti, rabbiosi e ironici, gli striscioni esprimono un dissenso duro, convinto, anche di sferzante sarcasmo. Il gioco in campo non è certo all’altezza. I primi 20 minuti scorrono via senza uno straccio di emozione: il tiraccio sballato di Gonzalez non può certo definirsi tale. Per il primo acuto occorre aspettare il 23′: Ledesma pennella un lancio perfetto per Lulic, il bosniaco mette in mezzo al volo; Cannavaro respinge corto sui piedi di Klose, ma il tiro del tedesco centra i difensori neroverdi. Al 26′ va in scena uno scampolo di derby e fioccano i primi gialli: Radu e Rosi si spintono a vicenda, incrociano gli sguardi i cagnesco e si beccano entrambi l’ammonizione.
E al 36′ è proprio il terzino romeno a trovare l’eurogol del vantaggio: il numero 26 sceglie la mattonella dei 30 metri per scagliare un bolide mancino che atterra senza scampo nella rete di Pegolo. Una prodezza molto simile a quella che, praticamente un anno esatto fa contro il Pescara, fregiò la sua ultima rete. Gioia sfrenata, mani a formare un cuore e dedica alla moglie per il numero 26. Avanti di un gol, i biancocelesti possono amministrare fino al termine dell’unico minuto di recupero. Zaza fa in tempo a farsi ammonire, Giacomelli non gradisce il pallone che il numero 10 emiliano scaglia in sua direzione, contrariato dalla decisione dell’arbitro di stoppare la sua azione d’attacco. Le due formazioni rientrano negli spogliatoi, Lotito rientra nella pancia dello stadio: appena il patron si alza dalla poltrona, lo stadio intero e la Monte Mario in primis lo subissa di fischi.
SECONDO TEMPO – Lo stesso avviene al ritorno dell’oggetto della contestazione sugli spalti: i tifosi in Tribuna si alzano in piedi, al coro di “Fuori, fuori!”. Giri la testa verso il campo e ti accorgi che nel frattempo è ricominciata la partita. La Lazio spinge alla ricerca del secondo gol, ma senza accelerate decisive. Malesani intanto ha già proceduto al primo cambio: fuori Chibsah, dentro Ziegler. Al 53′ arriva la tegola in casa Lazio: Dias si fa male da solo, alza bandiera bianca e lascia il posto a Ciani. Tre minuti più tardi, Klose va vicinissimo al raddoppio: Radu ci riprova dalla distanza, stavolta la conclusione si trasforma in assist per Miro, che vede il suo tiro deviato in angolo da un difensore. Mentre la Nord con i suoi striscioni chiede a Lotito di andarsene in tutte le lingue del mondo – e nel Sassuolo Berardi sostituisce Zaza -, Reja decide di richiamare in panchina Mauri per dare spazio a Biglia. Il match fugge via senza troppi sussulti, fino al 69′: la difesa biancoceleste si fa trovare impreparata, Berardi in girata volante per poco non pesca il pareggio. É solo l’antipasto al più classico dei classici del calcio: il gol dell’ex. Minuto 72′, Floccari anticipa in spaccata Ciani e punisce Berisha: la punta calabrese rimane a terra, non esulta, ma viene sovrastato dai compagni. Neanche 60 secondi dopo, ci pensa Klose a riportare in vantaggio la Lazio: Gonzalez ruba palla sulla trequarti a Ziegler – lo svizzero cade a terra dolorante – e manda in porta il panzer, che con freddezza estrema battezza Pegolo. Per Miro è il sesto gol stagionale, che spezza un digiuno di quasi 50 giorni. Mentre gli uomini di Reja esultano, Malesani è costretto a togliere Ziegler e inserisce Floro Flores.
É proprio l’attaccante campano al 79′ a regalare il nuovo pareggio al Sassuolo: il suo tiro a giro su calcio di punizione trova un Berisha non impeccabile e s’infila sotto il sette. Finita qui? Per niente. All’83’ Radu crossa per Candreva: il numero 87 non trova la deviazione di testa, il pallone colpisce Cannavaro e s’insacca all’angoletto basso. Radu chiede “Antonio, l’hai toccata?“, il romano fa “no” con la testa e assegna la paternità del gol al compagno di squadra. La partita è ormai una montagna russa, i padroni di casa cercano la rete del 4-2, ma offrono il fianco agli ospiti: in pieno recupero Lulic sbaglia tutto e lancia il contropiede del Sassuolo, con Berisha costretto all’uscita disperata su Berardi. Gli emiliani tentano il forcing, Reja spezza il ritmo inserendo Onazi al posto di Gonzalez. Con questa mossa cala il sipario sull’incontro, ma non sulla contestazione: al termine della gara, una selva di fischi si scaglia ancora su Lotito, che in silenzio abbandona la Tribuna. Assordanti sono invece i fogli bianchi, che i tifosi riergono un’ultima volta ancora, in quella che è stata la loro serata.
[Stefano Fiori – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]