Ma non è solo la retroguardia l’argomento hot di questo inizio di stagione nerazzurro. C’è infatti un giocatore, un campione indiscutibile, che dopo essere stato vicino all’addio oggi si candida per continuare a essere un simbolo di questa Inter: Wesley Sneijder. Appurata la conferma dopo la cessione a sorpresa di Eto’o, l’olandese dovrà ritagliarsi uno spazio anche nell’Inter di Gasperini e Moratti se lo augura fortemente. Il problema principale è che nello schema preferito da Gasp la figura del trequartista non esiste. Peccato, però, che Sneijder sia uno dei migliori al mondo in quel ruolo. Si rischia pertanto di trovarsi, nel tempo, con un enigma tattico di difficile soluzione, a meno che il mister e il folletto di Utrecht non trovino un punto d’incontro per il bene della squadra. Impensabile rinunciare al talento di Sneijder, impossibile che possa agire nella sua posizione preferita, improbabile che venga ceduto a gennaio per risolvere il problema. E allora? Quale futuro si prospetta per Wesley? Il suo compito sarebbe quello di agire nella linea tra centrocampo e attacco, ma con Gasperini questa linea non esiste. Pertanto, il giocatore dovrebbe adattarsi a uno dei due reparti per essere protagonista.
CENTROCAMPO
L’esperimento di Sneijder in mediana è stato provato all’inizio della scorsa stagione da Benitez, anch’egli allergico alla figura del numero 10 classico. Un tentativo fallito non per inconsistenza tattica, ma perché l’oranje ha palesato, come del resto tutti i suoi compagni, enormi limiti di condizione fisica, il che ha pregiudicato le sue prestazioni (qualcuno ricorderà le frequenti pause respiratorie e la conseguente scontentezza del trequartista). La differenza tra Gasperini e Rafa è che il secondo si avvaleva di un centrocampo a tre in cui Wes poteva essere più libero di attaccare, con due colleghi a coprirgli le spalle. Nella mediana di Gasp, invece, agiscono solo due centrocampisti e se Sneijder fosse uno di loro la squadra rischierebbe un eccessivo sbilanciamento offensivo, visto che le sue doti di interdizione non sono particolarmente spiccate. Pertanto, così come ai tempi dell’Ajax, l’olandese potrebbe arretrare il suo raggio d’azione solo se avesse ai suoi fianchi almeno due mediani in grado di dare equilibrio al centrocampo. Il che comporterebbe un passaggio dal 3-4-3 al 3-5-2, quello visto nella ripresa di Inter-Chievo a Monza. Ma così Gasperini dovrebbe rinunciare alle tre punte, a cui tiene molto. Inoltre, con il ben di dio che si ritrova davanti, chi rimarrebbe fuori con un posto in meno da giocarsi?
ATTACCO
Cosa accadrebbe allora se Sneijder agisse in attacco nel tridente offensivo? In un certo modo potrebbe avvicinarsi alla porta per tentare la conclusione, soluzione a lui gradita. Ma al contempo sarebbe relegato in una fetta modesta di campo e a compiti di fascia particolarmente dispendiosi, soprattutto in fase di contenimento difensivo. Gasperini infatti chiede molto sacrificio ai suoi esterni d’attacco e già dovrà cercare di convincere Forlàn e Zàrate, non certo abituati alla fase difensiva. Permane inoltre anche il discorso affrontato sopra: con Sneijder nel tridente, uno degli attaccanti in rosa dovrebbe accomodarsi in panchina. E posto che Milito sembra inamovibile, chi tra Pazzini, Forlàn, Zàrate, Coutinho e Castaignos (che però sono giovani e possono aspettare il loro turno) si merita la titolarità del ruolo? Il rischio è di trovarsi troppa gente scontenta in casa, per quanto le numerose partite che il calendario stagionale prospetta offrono occasioni a tutti. Altra ipotesi tattica potrebbe essere un 3-4-2-1, che permetterebbe a Sneijder di agire più a ridosso della sua zona preferita, magari al fianco di Forlàn o Zàrate, che possono partire da lontano per essere pericolosi e hanno i piedi buoni per ‘vestirsi’ da suggeritori. Ma anche nella fattispecie il tridente nella mente di Gasp verrebbe meno, perché per l’allenatore è dall’esterno che si crea il gioco offensivo.
I dubbi rimangono, dunque. Come risolverli? Facile sostenere che l’ex tecnico del Genoa dovrebbe abbandonare il suo credo tattico sfruttando le caratteristiche dei giocatori che allena. Sarebbe probabilmente la soluzione più sensata (questa squadra sembra cotruita per un 4-2-3-1…). Ma chi conosce Gasperini sa anche che è difficile fargli cambiare idea e se crede davvero in un progetto lo porta avanti anche di fronte alle prime difficoltà. Ciononostante, il mister di Grugliasco sa essere anche camaleonte, nel senso che può variare assetto in qualsiasi momento in caso di necessità. Per un certo periodo, infatti, al Genoa ha adottato la difesa a quattro per necessità. Le capacità strategiche e le conoscenze tattiche non gli mancano di sicuro, l’auspicio è che le doti di adattabilità siano di pari portata. Ma prima di scoprirlo si continuerà a vedere un’Inter schierata con il 3-4-3 e uno Sneijder adattato alle posizioni disponibili. Da buon soldatino, come fatto intendere nelle sue recenti dichiarazioni, servirà a dovere la patria nerazzurra affidandosi al suo spirito di adattamento. E i tifosi sperando che nel frattempo non perda il suo abituale e contagioso sorriso…
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]
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