FORMELLO – Zàrate e Floccari, uno accanto all’altro, ieri come oggi. Sembra la ratifica del ritorno all’antico, la prova che la rifinitura anticipata, andata in scena nel corso dell’amichevole in famiglia del giovedì, era il segnale di scelte già compiute.
Ossia la volontà di riproporre a Catania la stessa compagine che in autunno aveva trasformato il sogno europeo in obiettivo concreto. Una squadra dall’elevata cifra tecnica, dall’atteggiamento sulla carta spregiudicato (rispetto al trend degli ultimi mesi) capace di far convivere l’equilibrio tanto caro a Zio Edy, con la qualità degli interpreti di maggiore qualità. Non solo l’argentino e l’ex genoano in attacco, ma anche Hernanes e Mauri nella zona centrale del campo. Il primo sulla trequarti alle spalle delle due punte, il secondo nella sua antica posizione di mezz’ala mancina. Tradotto in numeri 4-3-1-2, con la “dolorosa” esclusione di Sculli, considerato in lieve flessione.
RIFLESSIONI TATTICHE – E’ così che ieri sono stati provati i papabili 11 del “Massimino”; meno lineari sono state, invece, le prove dell’antivigilia, in cui il tecnico goriziano è tornato a mescolare abbondantemente le pedine a propria disposizione (dopo il torello e 10 minuti di percorsi di agilità) ha ripreso ad alternare i due moduli di base della stagione (l’altro è il 4-2-3-1), preparando tatticamente la gara ad ogni evenienza. Non è un mistero, infatti, che sulle scelte finali pesino in modo non indifferente anche le mosse dell’avversario.
Sfortunatamente per Reja, il prossimo ha lo stesso vizietto di pretendere dai suoi un atteggiamento camaleontico: è per questo, che all’esperto tecnico biancoceleste non sarà sfuggita l’intenzione di Simeone di variare il proprio assetto rispetto alle ultime uscite. Non più 4-3-1-2 ma 4-2-3-1, il percorso inverso rispetto ai biancocelesti insomma. Un’informazione che alla fine potrebbe condizionare anche lo schieramento della Lazio, sempre lesta nel posizionarsi a specchio con i dirimpettai di turno. In questo caso, a modificarsi, più che la scelta degli interpreti da mandare in campo sarebbe la posizione di uno tra Floccari e Zàrate, che a partita in corso potrebbe tornare a muoversi sulla linea dei trequartisti.
FLOCCARI DAVANTI A SCULLI, DOPO 5 TURNI TORNA LA DIFESA TITOLARE – Elucubrazioni tattiche a parte, i punti fermi restano gli stessi della giornata di ieri. La netta sensazione è che questa volta Reja abbia scelto in largo anticipo gli uomini a cui affidarsi. Gli stessi che il 6 gennaio scorso impattarono al Marassi contro il Genoa: detto di Floccari – magrado la possibila variante tattica resta favorito su Sculli – e Zàrate in avanti e di Hernanes e Mauri a centrocampo, a completare il rombo mediano saranno Brocchi e Ledesma, che dopo ben 5 turni torneranno a proteggere il quartetto difensivo titolare, composto da Lichtsteiner, Biava, Dias e Radu, ormai totalmente recuperato.
L’ultima volta era accaduto a fine febbraio a Cagliari; poi, complici gli infortuni (Lichtsteiner assente con il Palermo) e le squalifiche (una giornata Biava, tre Radu), Reja si è visto costretto a ripescare i vari Scaloni, Garrido e Stendardo. Questo pomeriggio, il centrale partenopeo non è sceso in campo con il resto del gruppo a causa di una contusione della coscia destra, riportata sul finire della seduta di ieri: si è limitato a lavorare in modo differenziato in palestra, lo staff sanitario conta di recuperarlo in tempo utile per domenica. Ancora indisponibile Diakitè (reduce dalla frattura della tibia), che sta proseguendo il lavoro personalizzato in compagnia del preparatore Bianchini. Domani mattina alle ore 11 rifinitura, alle 14 consueta conferenza stampa della vigilia di Reja.
[Daniele Baldini – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]