Dopo aver diretto il suo primo allenamento, il nuovo tecnico giallorosso Serse Cosmi è stato presentato alla stampa dall’Amministratore Delegato Renato Cipollini e dal Direttore Sportivo Carlo Osti in un’affollata conferenza che si è tenuta presso la sala stampa “Sergio Vantaggiato” del Via del Mare. Dopo aver ringraziato l’ex tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco ed il suo staff per il lavoro svolto e la famiglia Semeraro per aver accolto la richiesta di un cambio di guida tecnica che ha implicazioni anche economiche, il dott. Cipollini ha chiarito le modalità che hanno portato alla scelta del nuovo allenatore.
“Una volta deciso il cambio di conduzione tecnica – dichiara l’Amministratore Delegato giallorosso – abbiamo rivolto il nostro interesse unicamente verso il Sig. Serse Cosmi, tecnico da noi considerato in grado di far esprimere alla squadra le potenzialità di cui dispone. Con il nuovo tecnico ci siamo già confrontati, concordando sul fatto che ci siano ancora i margini per poter raggiungere l’obiettivo stagionale della permanenza in A”.
Entusiasmo e grandi motivazioni nelle prime parole di Serse Cosmi da tecnico del Lecce:
“Vi confesso che allenare il Lecce è sempre stato un mio grande desiderio. Probabilmente, il tutto si è concretizzato in un momento non proprio entusiasmante, a giudicare dalla posizione in classifica non in linea con quelli che erano gli auspici della società, dei tifosi e degli stessi giocatori. Tuttavia, dal punto di vista personale, l’opportunità che mi ha offerto il Lecce rappresenta qualcosa di molto più importante di quella di un anno fa a Palermo. Qui, infatti, ho la possibilità di conquistare un traguardo che avrebbe il sapore dell’impresa, dimostrando non solo a me stesso che posso dare ancora tanto dal punto di vista professionale. Sarebbe riduttivo e retorico promettere soltanto il mio impegno, che per me rappresenta solo la base da cui partire: la tifoseria può affidarsi alle mie grandi motivazioni che, oltre ad essere un aspetto egoistico, coincidono con le aspirazioni e gli obiettivi stagionali di tutto l’ambiente, della società e della squadra.
Per uno strano scherzo del destino, ho esordito in serie A da allenatore in un Perugia-Lecce di undici anni fa. Situazioni certamente diverse ma che presentano alcune analogie: innanzitutto la mia inalterata ed assoluta passione per questo sport e la gioia per aver realizzato il meraviglioso sogno allenando in A la squadra della mia città; dal punto di vista statistico, anche quel Perugia cominciò tra lo scetticismo generale, con una squadra ricca di giocatori provenienti dalla serie C o addirittura dai Dilettanti. Tuttavia, quell’anno intraprendemmo un cammino importante e, visto che anche a questo Lecce viene associato un percorso quasi impossibile, mi auguro, anzi sono convinto che questa stagione possa chiudersi con un esito altrettanto positivo. Quell’esperienza mi ha fatto comprendere che per ottenere risultati positivi occorrano anche elementi che prescindono da questioni ambientali e da questioni squisitamente tecniche.
Ho seguito il Lecce in diverse occasioni, quest’anno, e la prima impressione che ne ho tratto è stata quella di una squadra poco disperata in campo. Questa carica mentale ed agonistica è indispensabile per qualsiasi squadra, a maggior ragione per un gruppo che punti alla salvezza. Pertanto, credo che occorra lavorare soprattutto dal punto di vista mentale. A mio avviso, questa squadra le partite non le ha perse dal punto di vista tattico, perchè Eusebio Di Francesco, che conosco bene perchè mio ex giocatore al Perugia, un’impronta di gioco era riuscito a darla. La squadra non è sprovveduta nè dal punto di vista tattico nè a livello di individualità tecniche, ma, probabilmente, non riesce ad interpretare la sconfitta, trasformandola in un insegnamento ed in uno stimolo a far meglio. Ma avrò modo di valutare questo e tanti altri aspetti.
In questo momento, l’ultimo mio pensiero è rivolto al modo in cui si potrebbe ritoccare la squadra: peraltro, credo che la rosa sia anche alquanto numerosa e composta da giocatori tecnicamente in grado di poter interpretare diverse situazioni tattiche. Ma ritengo sia opportuno partire dal lavoro di chi mi ha preceduto. Il fatto, poi, che svariati giocatori provengano da squadre importanti può rappresentare anche un rischio se le qualità individuali vengono messe a disposizione di qualcosa di troppo personale; ogni giocatore deve dimostrarmi non solo di essere bravo, ma anche di volersi mettere a disposizione della squadra e di voler vincere le partite. Devono essere schiavi del risultato, non della prestazione personale, e disposti a compiere grandi sacrifici pur di raggiungere i risultati che ci prefiggiamo. Per quanto riguarda gli anziani, devono avere piena consapevolezza che finchè indosseranno la maglia dovranno dimostrare tutto il proprio valore e, al tempo stesso, con i propri comportamenti in campo essere da esempio per i più giovani.
Io sergente di ferro? Non mi ritengo tale. Sono venuto qui con la convinzione di poter proporre un mio tipo di calcio e qualcosa in cui credo attraverso quei valori che, dopo tutto, sono comuni ad ogni allenatore. Ho accettato di venire qui a Lecce non per entrare nella storia di questo club ma semplicemente per far parte di una società che merita di essere rappresentata in maniera dignitosa. E da oggi ne faccio parte con orgoglio. L’unico mio rammarico, in questo momento, è che sia subentrato ad un ragazzo che mi ha sempre dimostrato grandi valori umani e tecnici. Ha tutto per poter fare l’allenatore e soprattutto le qualità morali per poterlo fare”.
[Sito Ufficiale Us Lecce – Fonte: www.uslecce.it]