MASCALUCIA – Tre reti messe a segno, per un certo periodo persino miglior cannoniere del Catania al fianco di Lodi. In estate era prossimo al ritiro, poi in ritiro c’è andato ma a Torre del Grifo, per iniziare una nuova esperienza certo sorprendente visti i risultati ottenuti. In campo ha imparato ad “alzare la voce”, davanti ai microfoni è sempre pacato anche quando deve presentare un incontro che lo vede ex, ma non “avvelenato”. Nicola Legrottaglie ha risposto quest’oggi alle domande dei giornalisti e dei tifosi che, mediante la rubrica “Fai la tua domanda a..” hanno modo di partecipare attivamente agli appuntamenti tra stampa e tesserati.
“Credo manchino sei punti al di là di queste due partite da recuperare. Mancano 5-6 punti meritati. Purtroppo li abbiamo persi per strada un po’ per nostre colpe. Dobbiamo racimolare punti importanti in queste partite che ci mancano. Il rinvio ci darà modo di preparare la sfida contro la Juventus con più calma. Anche i nuovi saranno più pronti, niente viene per caso.
Il Catania pare faticare più contro le proprie pari che non contro le grandi. Ti è mai capitata in carriera una situazione simile e quale potrebbe essere causa e soluzione? (domanda suggerita da Giuseppe La Piana)
Le cause possono essere tattiche. Le squadre alla nostra portata propongono un calcio diverso, si chiudono, non ti permettono di giocare. Abbiamo una squadra che sa giocare a calcio, non abbiamo giocatori fisici, siamo tecnici e veloci. A volte incappiamo in squadre che non ci permettono di esprimerci al meglio. Abbiamo perso punti per nostra colpa, se fossimo entrati con la cattiveria mostrata contro Roma e Genoa, partite come Bologna ed Udine, Parma, avremmo fatto punti ed avremmo un’altra classifica. Sono fiducioso. Vedo la squadra in crescita e più convinta.
A Kosicky faccio i complimenti. E’ un ragazzo serio. Quando semini bene, alla fine raccogli. Ha sempre lavorato con tanto sacrificio, sono felice per lui come per tutti quelli che hanno esordito. Sono contento quando vedo un ragazzo che si toglie delle soddisfazioni. Spero possa continuare a dimostrare il suo valore. Lo aiuterò provando a far tirare il meno possibile gli avversari. Spero che tutti i ragazzi che finora hanno giocato poco riescano a farsi trovar pronti.
A tre in difesa mi trovo bene ma bisogna avere i giocatori giusti. Per me è uguale giocare a tre od a quattro. Fa bene il mister ad adattare lo schieramento agli avversari. E’ solo una questione di partenza, in campo le posizioni non cambiano. Non sono venuto qui per fare un campionato normale, voglio vedere il Catania in alto.
Torino ha un significato speciale. La mia vita l’ho trascorsa lì, ho tante persone care anche fuori dal calcio. Ho fatto tante cose belle in tutti i sensi. Devo solo ringraziare la Juventus, è stato un piacere un onore ed un privilegio essere stato un punto di riferimento per 8 anni anche alla Juventus. Magari sarebbe stato bello finire la carriera lì, non è stato possibile. In modo sereno e pacifico abbiamo trovato una soluzione. Vedrò uno stadio nuovo, l’ho visto sempre in cantiere, adesso gli altri si stanno godendo lo stadio nuovo. Sabato cercherò di fare del mio meglio per portare i punti a casa.
Cosa il Catania dovrà temere della Juventus e cosa la Juventus dovrà temere del Catania?(domanda suggerita da Michele)
Voglio entrare nella storia, magari come prima squadra che batte la Juventus nel nuovo stadio. Consideriamo questa partita come una finale. Noi non abbiamo niente da perdere, loro sono la squadra del momento, imbattuti. La Juventus invece deve prendere la partita in maniera seria, col Catania si rischia sempre di far cattive figure. E’ anche vero che il Catania ha concesso troppo agli avversari, spero che questo Sabato non accada. Sarà una bella partita, divertente. Non andremo lì a far le barricate. La Juventus troverà una squadra che vuole giocare a calcio e fare goal. Le difese saranno molto sollecitate. Ma a me interessa il risultato finale, la vittoria, non il numero di goal subiti.
Conte? La Juvents sta raccogliendo oggi qualcosa di grande, ma bisognerebbe dar merito a chi ha giocato anche in serie B. Conte si è trovato al momento giusto nel posto giusto. Dopo le esperienze negative degli ultimi due anni sono riusciti a ricompattare un gruppo vincente. Quando abbiamo deciso di rimanere in serie B, Cobolli disse che ci sarebbero voluti 5-6 anni per tornare ad alt livelli, ed è stato così. E’ stato un percorso partita da lontano. Abbiamo passato momenti difficili.
Al primo anno alla Juventus sono arrivato come fossi un fenomeno. Mi ero insuperbito, non avevo capito che la vita non era quella. Quando arrivi ad una grande è un punto di partenza, se lo consideri un arrivo sei finito. Dopo, conoscendo Gesù è cambiato tutto. Sono tornato alla Juventus conscio di aver dentro qualcosa di più grande. Non ho mai creduto al caso. Ho creduto che tutto è stato un piano divino. Calciopoli non è successa trecento volte, ho creduto e credo ancora che fu un piano di Dio. Potevo tornare solo in quelle condizioni alla Juventus, con Moggi e Capello non sarei più ritornato. Invece sono ritornato e mi sono ripreso quello che avevo lasciato il primo anno. Ecco perché poi ho scritto un libro. E’ la mia storia e me la tengo stretta.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]
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