Ci risiamo. Questa volta tradisce l’altra metà di Milano e abbandona la Madunina. Si tratta sempre di Leo, l’uomo che ha voltato le spalle alla squadra con cui era cresciuto diventando prima giocatore affermato, poi dirigente e infine allenatore, per traghettare sull’altra sponda del Naviglio fulminato, o meglio illuminato, dall’idea di far parte di un sogno. I giornali stravedevano per lui, il colto brasiliano che dava stile e concretezza a un impresa; “l’uomo vitruviano”, liquidavano i maggiori quotidiani, si è improvvisamente risvegliato dal coma.
Allora era malato dunque, aveva battuto la testa e aveva visto, come lo smemorato di Collegno, i due colori accostati come quelli imprescindibili. Appiano è stata solo un parentesi: rinsavito, ha capito che a San Siro si stava sedendo sulla panchina sbagliata e ha voluto riparare a questo errore marchiano. E quindi via di TGV verso Parigi, per un’altra fuga, a caccia dell’ennesimo sogno a occhi aperti.
Potrebbe essere un caso letterario particolare, la realtà è che ci troviamo di fronte un furbacchione che ha preso in giro milioni di persone, rossonere e nerazzurre, sfruttando il loro sentimento. Per una volta ci sentiamo vicini all’odio-amore dei cugini interisti che si sentono traditi da questo comportamento, dal voltafaccia di questo brasiliano dal buon viso ma dal cattivo gioco.
Eh sì caro leo, hai dilapidato veramente un patrimonio di passione. A questo punto vattene pure, insalutato ospite, hai lucrato sui nostri sogni e sui nostri desideri. Subirai l’onta di chi si è comportato così, sarai macchiato dai nostri cuori. Anche noi ci risveglieremo da questo sogno. Un sogno chiamato amore, partecipazione e onestà. La nostra, non la tua.
[Redazione Il Vero Milanista – Fonte: www.ilveromilanista.it]