BARCELLONA – Non c’è stato il tempo, ne lo spazio, tantomeno il pubblico. Per applaudire tristemente ad uno spettacolo senza copione, senza che ci fossero prove o cose da fare per creare l’attesa. Un ribaltamento, una semplice scintilla nella quiete, divampata nell’incendio catalano e nell’impossibilità di gettare milioni di metri cubi d’acqua nel miliardario fuoco.
Leo Messi non è più un giocatore del Barcellona, non avrei mai pensato di scrivere queste parole in quest’ordine, nel giorno in cui Valentino Rossi saluta il Motociclismo dopo averlo messo al centro del mondo. Un po’ come Messi e il Barcellona, senza aggettivi che tengano perché sarebbero comunque riduttivi, senza la solita e fredda statistica pronta a farsi avanti tra numeri e record, ineguagliabili per qualsiasi essere umano che cominci a giocare nel globo terracqueo. E’ la poesia di un rapporto, del romanticismo che nasce da un gesto spontaneo, con quelle carezze alla sfera lasciando a bocca aperta, quasi attoniti, gli spettatori. E’ l’imprevedibilità di un gesto, di una sterzata che fonde per un nanosecondo il rosso e il blu, paracadutando la maglia numero 10 dentro un Universo tutto suo.
Leo Messi non è più un giocatore del Barcellona ma, in fondo, Leo Messi è di tutti. Non solo di quelli che amano il calcio, ma di quelli che amano il bello e di quelli che fanno dell’estetica una via, non una scorciatoia. Parigi lo attende, ed è scontato, mentre la Catalogna comincia a realizzare che il miglior giocatore al mondo non indosserà più quella maglia. Dopo aver sovvertito la statistica, dominato la fisica quasi quanto gli avversari, scavalcando i problemi legati all’altezza e issandosi in cima al mondo, nell’olimpo dei giganti dello sport.
Leo Messi non è più un giocatore del Barcellona, non c’era margine visti i parametri economici e finanziari attuati da La Liga, parametri che hanno impossibilitato l’attuale presidenza a confermare il suo capitano, il suo numero 10. Una storia d’amore platonico ma allo stesso tempo viscerale, di un bambino che venti anni fa si affacciava da un balcone della città catalana, all’interno di quelle vie che ora portano anche il suo nome. Dai capelli lunghi e il viso adolescenziale alla barba di un uomo che ha osannato e fatto osannare una platea quasi teatrale, che ha portato per mano un ideale, città intera ed una squadra.
Ma adesso Leo Messi non più un giocatore del Barcellona. C’è Parigi che attende il miglior giocatore del mondo, ma Leo Messi è di tutti.
Calciomagazine ® 2005 - 2024 - Notizie Calcio supplemento al Giornale Online L'Opinionista
p.iva 01873660680 Testata giornalistica Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009
Calciomagazine sui social - Redazione - Privacy Policy - Cookie Policy