Sognare non costa nulla, soprattutto quando la realtà invita a farlo. Questa Inter continua a sorprendere, anzi no. Ormai la squadra allenata da Leonardo non fa più notizia, è tornata a essere il gruppo di ferro che fino allo scorso maggio non faceva prigionieri e lasciava solo le briciole alle altre. Cinque gol alla Roma, 5 punti di distanza dal Milan con la trasferta di Firenze che potrebbe ridurre, si spera, questo gap. La Leomuntada, ancor più dopo ieri sera, non è un semplice gioco di parole, ma un obiettivo sempre più concreto e credibile.
Siamo ancora all’inizio del girone di ritorno e di impegni, Champions League compresa, ce ne saranno tanti. Proprio per questo ogni gerarchia potrebbe essere sovvertita, con un Milan che anche a Genova ha palesato enormi limiti caratteriali e di gioco, troppo propenso ad affidare ogni speranza a quel fenomeno che è Ibrahimovic, ago della bilancia della lotta scudetto. L’Inter che ha battuto la Roma ha dimostrato di potersela giocare contro chiunque. Nella gestione Benitez il bilancio degli scontri diretti è stato misero: sconfitte contro Roma, Lazio e Milan, scialbo 0-0 interno contro la Juventus. Il tutto, con appena un gol all’attivo, quello inutile di Pandev contro i biancocelesti. Invece la versione leonardiana è lontanissima parente della squadra scesa in campo fino a dicembre: gioca un bel calcio, si diverte, trova la porta e, soprattutto, è in forma.
Maicon, Thiago Motta, Julio Cesar, Cambiasso, Sneijder: coloro che avevano fatto mancare tanto il loro apporto con Benitez, oggi sono in gran spolvero e contribuiscono prepotentemente alle vittorie nerazzurre. Iltutto, in attesa di rivedere Lucio, Stankovic e un Milito degno del suo nome e della sua fama. Previsioni ottimistiche, dunque, avvalorate dai risultati che finalmente rendono giustizia al valore dell’Inter. Probabilmente, la differenza tra nerazzurri e rossoneri, in questo momento, sta nell’entusiasmo, 12esimo uomo in campo. Non solo: l’Ibra-dipendenza, che ha fruttato tanti punti agli uomini di Allegri, rischia di ritorcersi contro perché limita pesantemente ogni possibile alternativa di gioco. Se lo svedese non inventa qualcosa, in questo momento in casa Milan nessuno riesce a dare una svolta.
È successo in pratica dall’inizio della stagione e basta guardare il modo in cui i rossoneri giocano per capire che in dieci cercano sempre lo stesso punto di riferimento, sperando che tiri fuori il coniglio dal cilindro. Nella maggior parte dei casi la magia è arrivata, poi però non sempre gli ‘assistenti’ del mago sono stati in grado di ottimizzare la prodezza (vedi Genova e Lecce, le ultime due trasferte). L’Inter, a differenza, non dipende da un solo campione, ma da una mentalità: quella che mancava con la precedente gestione ora è finalmente tornata e tutti gli interpreti nerazzurri vi si adeguano.
La voglia di vincere, di compiere un’impresa stimolante e mai tentata negli ultimi anni (una rimonta), è un trampolino di pura energia che esula dalle condizioni fisiche dei giocatori. I quali, per fortuna, oggi corrono e si avvantaggiano dei nuovi innesti provenienti dal mercato, subito determinanti. Anche il Milan ha investito con intelligenza, ma non è con ulteriori innesti che si può accantonare l’Ibra-dipendenza. Alla fine la palla deve sempre andare in quella zona, i compagni dello svedese hanno solo il compito di servirlo e fornirgli linee di passaggio. Al resto pensa lui. Lo stesso Cassano, genio e sregolatezza, si è dovuto adeguare a questo sistema, che vede Pato sempre più scontento.
Fino a quando Ibrahimovic inventerà, il Milan riuscirà a rimanere in alto. Poi, non è detto che questo prezioso rifornimento venga a mancare da qui alla fine del campionato, ma sembra certo che Allegri non abbia altre alternative di gioco in questo momento. Onore e onere, croce e delizia di allenare un fenomeno del genere. Sperando che la salute li accompagni da qui in avanti e che le convocazioni in nazionale non restituiscano acciacchi, i giocatori nerazzurri si limitano a sfruttare questo momento di forma ed entusiasmo, con un occhio alla classifica che giornata dopo giornata si accorcia. Di acqua sotto i mulini ne deve ancora passare tanta, ma in questo momento, senza dubbio, gli umori ad Appiano Gentile e a Milanello sono diversi, a prescindere da chi continua a comandare la classifica.
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]
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