La premessa è doverosa: dopo tre giornate non si possono tirare ancora le somme. Il Milan non ci piace, ma non può piacere a nessuno, in questo momento. Il Napoli è triste, la Fiorentina un disastro. Bene la Juventus, ad Udine, ma aspettiamo la controprova al più presto. Mercoledì, con il turno infrasettimanale, ne sapremo di più. Una riflessione su Max Allegri: speriamo che in via Turati non ci sia stato un equivoco alla base della decisione presa in estate dal Presidente.
Mi spiego. Quando Allegri fu scelto come successore di Leonardo, i progetti del Milan erano poco ambiziosi: un campionato da terzo posto, una Champions League dignitosa ed allora ci poteva stare una scommessa per la panchina. Un allenatore giovane e preparato, in rampa di lancio, quale Allegri aveva tutte le credenziali per sposare un progetto innovativo. In un mese, però, è cambiato tutto. Berlusconi, dalle contestazioni dei tifosi, è passato agli elogi assoluti, l’elicottero è tornato a volare sul cielo di Milanello e sono arrivati i grandi colpi Arcore-style. Benvenuto Ibra, grande fiducia per Boateng e Robinho da rispolverare come un tappeto finito in soffitta negli ultimi due anni. La domanda è scontata: cambiando il progetto, l’allenatore è sempre idoneo per le ambizioni di questo nuovo Milan?
Allegri è un habitué delle false partenze. Stagione 2008-2009, a Cagliari, solo un inedito Cellino salvò Max dall’esonero dopo 5 sconfitte rimediate nelle prime 5 giornate. Stagione 2009-2010: 4 punti nelle prime 5 giornate, sempre a Cagliari; un pareggio alla prima con il Livorno ed una vittoria alla quinta con il Bari. Questo vuol dire poco, anche perché poi il Cagliari ha sempre spiccato il volo. Ci vuole pazienza. Quel che preoccupa non sono i numeri, ma le scelte in queste prime gare di campionato. Il Milan ha subìto 8 contropiedi fatali tra Cesena, Auxerre e Catania. La scelta di puntare, contemporaneamente, su Inzaghi ed Ibrahimovic ha lasciato un po’ tutti perplessi. Così come non trovano una giustificazione i cambi in chiusura di gara Oduamadi per Inzaghi e Gattuso per Seedorf, con un 1-1 da ribaltare. Fiducia ad Allegri, ci vuole tempo, ma chi spende tanto non ha voglia di attendere.
Stesso discorso non può valere per il Napoli che ha investito poco e di conseguenza non può ambire a grandi traguardi, nonostante ieri sera abbia fatto davvero una gran partita. Ottimo Lavezzi centrale e Cavani esterno. Preoccupanti le dichiarazioni di Mazzarri, ancora più preoccupanti le spiegazioni del Presidente Aurelio De Laurentiis. Sono almeno cinque i capi di accusa mossi al Napoli. Se questa squadra punta al settimo-ottavo posto, allora, ci siamo. Se l’obiettivo, come ci era parso di capire al termine dello scorso campionato, era di puntare alla zona Champions con un paio di acquisti di qualità, allora siamo fuori strada. I 5 consigli per presente e futuro perchè questo Napoli merita di più, molto di più:
1)Rosa ridotta per puntare a tre competizioni. Basta un infortunio (vedi Lucarelli) per mandare in tilt il sistema
2)Mancanza di una prima punta da 20 gol a stagione
3)Pochi investimenti sul mercato
4)Obiettivi del club non in linea con le aspettative della tifoseria
5)Dirigenti calcisticamente poco esperti ed alle prime esperienze.
In chiusura un passaggio sulla Fiorentina che, purtroppo, conferma le previsioni della vigilia. Sparare addosso a Mihajlovic, che comunque ha le sue responsabilità, sembra ingeneroso nei confronti dell’ex allenatore del Catania. La fortuna di Sinisa, in Sicilia, era di avere le spalle coperte da un dirigente esperto come Pietro Lo Monaco. Corvino non è Lo Monaco e, purtroppo, per i fiorentini il dato è evidente. Mercato al ribasso, senza idee e con tanta confusione in testa. Andrea e Diego Della Valle sono stufi della Fiorentina, o meglio, del calcio. Non ci meraviglieremmo più di tanto se tra un anno sentissimo parlare di Fiorentina in cerca di nuovi acquirenti.
[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]