Diego Armando Maradona, i due scudetti, la Coppa Uefa. Le prodezze del calciatore più forte di tutti i tempi, i gol della MaGiCa, che non aveva paura di nessuno e segnava su tutti i campi. Poi le grandi partite di Coppa Campioni: il fantastico primo tempo al San Paolo contro il Real Madrid, a detta di tutti gli attori in campo una delle più grandi frazioni di quel fantastico Napoli. Una squadra che divertiva e vinceva, che faceva sognare i tifosi: undici calciatori che rappresentavano il riscatto di una città intera. Poi lui, Diego Armando Maradona, argentino dal cuore napoletano, il simbolo di Napoli contro la strapotere del Nord. Il suo cuore contro i loro soldi. Il suo genio contro la loro organizzazione. Un calciatore, un gruppo capace finalmente di vincere, di mettere la testa avanti a squadre come Milan, Juventus e Inter che sempre fino a quel momento ci avevano battuto.
Un ciclo vincente che ci ha accompagnato anche dopo la sua fine, quando il Napoli è tornato in una dimensione terrena o, ancora peggio, è scesa negli inferi a causa di scelte societarie scriteriate. Viveva nei ricordi di chi dagli spalti ha vissuto quei momenti, nei racconti dei padri ai figli che – magari nati proprio in quegli anni – non hanno vissuto le stagioni d’oro. Riviveva nei dvd, nei video su internet, nei libri di chi – in un modo o nell’altro – rese grande quel Napoli. Dopo il periodo d’oro, ecco la grande depressione: gli ultimi anni della gestione Ferlaino, i passaggi di mano a Corbelli e Naldi, personaggi che non sono riusciti ad aiutare una società crollata nel baratro del fallimento.
Il passato come sollievo per il presente, i ricordi per evadere dalla cruda realtà. Poi la rinascita con De Laurentiis certo, ma eravamo pur sempre per la prima volta nella nostra storia in Serie C. Un progetto vincente fin da subito quello del produttore cinematografico più amato alle pendici del Vesuvio, ma ogni paragone con la fine degli anni ’80 era impossibile. Un progetto che in prospettiva poteva portare – e ha portato – a grandi risultati, ma pur sempre un progetto. Anche pochissimi anni fa, quando si voleva parlare di Napoli e di un grande Napoli era meglio tornare a ricordare quel Napoli.
Negli ultimi 24 mesi tutto è cambiato. Una scalata due anni fa inimmaginabile anche per il tifoso più positivo. Una cavalcata che ha riportato il Napoli in Champions. A Manchester la gara perfetta, questa sera la partita: Napoli-Villarreal, il ritorno al San Paolo del grande calcio. Dalla Coppa Campioni alla Champions League, cambia il nome non la sostanza.
Più di una sfida in campo quella che inizierà alle 20.45, il simbolo di un nuovo ciclo. La Napoli calcistica che torna nella sua dimensione magica. A ridestare tutti dal lungo sonno ci penserà la musica della Champions League: l’era dei ricordi è finita, è giunto il momento di vivere un nuovo, straordinario, presente.
[Redazione Tutto Napoli – Fonte: www.tuttonapoli.net]
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