Livorno – Nell’anticipo della sedicesima giornata del campionato cadetto gli amaranto affrontano il “disperato” Ascoli di mister Silva. I marchigiani sono reduci dalla vittoria sul campo del Brescia ma si trovano, a seguito della penalizzazione di dieci punti inferta dalla Disciplinare, all’ultimo posto della classifica, lontanissimi dalla penultima. Affrontano per questo motivo ogni partita come fosse una finale, con il coltello tra i denti e sono per questo un avversario tutt’altro che abbordabile. Nell’Ascoli mancherà per squalifica Sbaffo, mentre saranno indisponibili per infortunio Andelkovic, Giovannini e Boniperti. L’Ascoli viene schierato abitualmente con il 4-4-2 e domani sera, venerdì 18 novembre, dovrebbe scendere in campo con Guarna tra i pali, Ciofani, Peccarisi, Faisca e Pasqualini in difesa, Gazzola, Pederzoli, Di Donato e Vitiello a centrocampo e Romeo e Soncin in attacco.
Nel Livorno, che ritrova Bardi dopo la parentesi dell’Under 21, tranne Pieri, sono tutti a disposizione di mister Novellino. Il tecnico di Montemarano che adotterà il modulo 4-3-3 (pronto a proporre il 3-5-2 solo quando Pieri tornerà disponibile) dovrebbe schierare Bardi in porta, Perticone, Knezevic, Bernardini e Lambrughi in difesa, Filkor, Luci e Genevier a centrocampo, Schiattarella, Paulinho e Dionisi in attacco. Il Livorno nell’ultima partita a Cittadella ha dato dimostrazione di carattere e sembra aver imboccato la strada giusta. Nonostante le distrazioni in difesa ha recuperato due gol in trasferta e non era facile. Ora serve continuare per non disperdere il lavoro fatto ed è importante fare altri tre punti all’Ardenza che deve tornare ad essere un fortino inespugnabile per gli avversari perché è lì che il Livorno deve costruire la sua rincorsa ai play-off. E’ però auspicabile che gli amaranto dimostrino di essere più cinici sotto porta, soprattutto per quanto riguarda Dionisi che deve tirare appena ne ha la possibilità e non cercare leziosi passaggi.
Come ha detto giustamente Monzon nella conferenza stampa post Cittadella, “non siamo il Barcellona, per cui dobbiamo correre”. Gli amaranto devono quindi evitare di perdersi in fronzoli inutili e badare al sodo.
[David Mosseri – Fonte: www.amaranta.it]