Livorno – La tragedia di Pier Mario Morosini, centrocampista 25enne che ha perso la vita sabato scorso in campo durante la partita tra Pescara e Livorno ha commosso davvero tutti. La grande famiglia del calcio non conosce confini, il dolore è comune. A testimonianza di ciò sulla cancellata all’ingresso dello stadio sono state appese sciarpe di diverse squadre, Atalanta, Pisa, Prato, Brescia, Fiorentina, Inter, perfino Aek Atene, tifoseria da tempo gemellata al Livorno, ma anche dei disegni fatti da bambini che hanno voluto trasmettere affetto al giocatore.
Ci ha rilasciato un’intervista Massimo Domenici, presidente del club amaranto Luca Rondina, che era presente allo stadio per la diretta su Premium calcio di Mediaset dello speciale dedicato a Morosini, la tribù del calcio.
Hai vissuto in diretta la tragedia?
“Non ero presente a Pescara, ho guardato la partita in Tv. Mi sono reso conto subito della gravità dell’accaduto. Pochi minuti dopo il malore al giocatore mi ha telefonato un mio amico amico di Livorno che fa il medico legale a Vicenza e mi ha fornito la sentenza in diretta”.
Hai un personale ricordo di Pier Mario, visto che sei a stretto contatto con l’ambiente della prima squadra?
“Non lo conoscevo bene personalmente, ma abbiamo avuto occasione di parlare qualche volta all’uscita dagli allenanamenti. Era entuasiasta di aver trovato una bella famiglia. Qui a Livorno si sentiva adottato. Sono rimasto colpito dalla sua forza d’animo e dal suo sorriso contagioso e dal fatto che nonostante tutta la sua brutta storia, che io non conoscevo, i suoi occhi trasmettessero sempre voglia di vivere”.
Pensi che sia giusto dover cercare per forza un responsabile di questa tragedia?
“Io non voglio incolpare nessuno, ma ci tengo a sottolineare che è una cosa incredibile che delle forze di polizia dall’alto della loro esperienza abbiano lasciato parcheggiata l’auto di servizio davanti ad un’ambulanza impedendone cosi il passaggio in caso di emergenza. A Livorno una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere perchè davanti al piazzale dello stadio vi sono rigide norme di sicurezza che vengono fatte rispettare. Ritengo inoltre necessario per l’incolumità ed un pronto intervento dei giocatori obbligastorio l’uso di un defibrillatore a bordo campo”.
Sei d’accordo sulla decisione di far intitolare al giocatore scomparso una parte dello stadio?
“Mi trovo d’accordo con questa iniziativa purchè sia profiqua e non diventi una diatriba tra i tifosi dei diversi settori dello stato. Ritengo visto che la tragedia è avvenuta a Pescara doveroso intitolargli la curva sud adibita al settore ospiti”.
Durante la diretta, oltre ad alcuni sostenitori della Ternana, erano presenti anche due tifosi del Pisa che hanno dichiarato: “Abbiamo deciso di venire a fare un ultimo saluto a Morosini perchè la sua storia ci ha spezzato il cuore”. Per lavoro era presente a Livorno anche Mauro Morandi che abita a poche decine di metri dalla casa di Mario che con la voce rotta dalla sofferenza dice “era un ragazzo stupendo, lo incontravo spesso al bar amava scherzare con gli amici ed era sempre sorridente,tutto quello che aveva nella vita se lo era sudato. Un pensiero particolare va anche alla sorella disabile che rimasta sola avrà bisogno di continua assistenza”.
[Giacomo Bartoli – Fonte: www.amaranta.it]