Lo strano caso di Borriel-himovic, in Paradiso all’improvviso: è davvero lui l’anti-IbRoPaRo?

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Qualcuno dice sia il Milan più forte degli ultimi 15 anni: bisognerà dimostrarlo sul campo a partire già da Cesena, certo che sulla carta l’affermazione è tutt’altro che campata in aria. La scorsa settimana avevamo anticipato lo spiraglio persistente per Robinho e, detto-fatto, il Presidente ha fatto l’ultimo regalo ai suoi tifosi: l’arrivo del Pelezinho ha il sapore della ciliegina (e che ciliegina) su una torta finalmente di altissima pasticceria, una squadra che potrà lottare su ogni fronte su cui è impegnata senza troppi problemi, a patto di non cadere mai nel narcisismo calcistico: a quello ci penserà Mister Allegri, riguardo cui i feedback da Milanello sono ogni giorno migliori.

La nascita del nuovo Milan ha avuto anche un prezzo da pagare, il sacrificio di Marco Borriello e Klaas Jan Huntelaar: se quello dell’olandese era preventivato, quello del napoletano mi ha lasciato sorpreso per diversi motivi. Innanzitutto ho trovato assolutamente fuoriluogo le sue dichiarazioni nel post-partita di Milan-Lecce: sono sempre stato un estimatore della prima ora di Marco Borriello, ma quelle parole, a 48 ore dalla chiusura del mercato, sono state un fulmine a ciel sereno e probabilmente una mossa incosciente. In molti hanno abbinato l’operazione Robinho in stretta relazione a quella Borriello in uscita: falso, il Milan avrebbe acquistato l’ex Santos anche in caso di permanenza dell’ex numero 22.

Avere un’ottima riserva per un fuoriclasse come Ibrahimovic avrebbe reso il Milan ancor più competitivo ed avrebbe aumentato le possibilità di vincere qualcosa: Marco non ci ha pensato o forse ha sottovalutato questo aspetto, obnubilato dall’ormai persa titolarità in favore di Zlatan. Da lì, la trattativa con la Juventus, il rifiuto, la firma con la Roma: “Ho coronato il mio sogno” ha dichiarato ai microfoni di Roma Channel… Una dichiarazione che ha destato qualche sorpresa: a nessuno risultava questa smania di giallorosso prima dello sbarco all’ombra della Madunina di Ibracadabra, ma nel gioco dell’arruffianarsi i nuovi tifosi tutto è permesso. Il Milan deve molto a Borriello, perchè in una stagione di indiscussa difficoltà tecnica e non solo, il ragazzo da San Giovanni a Teduccio ha saputo caricarsi sulle spalle la squadra con la capacità di cementare lo spogliatoio ed addirittura di entusiasmare i tifosi con gol stupendi: Borriello deve ancor di più al Milan, perchè anche quando avrebbe potuto scaricarlo con buone ragioni, non l’ha fatto…

Ecco perchè forse quella frase è stata un po’ infelice, ma è stata ben pareggiata dai ringraziamenti al club rossonero il giorno della presentazione: sia l’uomo che il calciatore Borriello allora meritano solo il meglio, con la speranza di vederlo trionfare in maglia azzurra presto, Prandelli permettendo. Ciò che nell’affare Borriello mi ha lasciato basito però è il background in cui si è svolta e l’eco mediatica che ha avuto: “Con Borriello, la Roma raggiunge l’Inter e risponde al Milan” hanno scritto diversi quotidiani, mentre centinaia di tifosi in delirio accoglievano il bomber all’aeroporto. Onestamente, al Milan non si erano mai accorti di avere “un giocatore che fa la differenza” in una misura tale, o meglio, nessuno mai l’aveva sdoganato pubblicamente: sembrano lontani anni luce i tempi in cui, in ogni tabella, veniva sottolineata l’inferiorità del reparto offensivo milanista, dovuta evidentemente proprio alla presenza di Borriello, posto (e che qualcuno ci dica il contrario) che Ronaldinho e Pato non possano di certo essere inferiori a Totti e Vucinic.

Quando Lippi tagliò dalla spedizione mondiale Borriello, non ci furono indignazioni pubbliche, anzi: portare Pazzini, Quagliarella, Iaquinta (non Ibrahimovic, per tornare a bomba) al suo posto sembrava l’unica scelta da fare, senza ombra di discussione. Borriello insomma non guadagnerà più soldi in giallorosso, ma di certo ha guadagnato nel giro di un’ora uno status che nessuno gli aveva mai riconosciuto: quello di campione in grado di decidere gli equilibri di un campionato nella corsa allo scudetto. Tuttavia i termini dell’accordo economico raggiunto tra Milan e Roma (a proposito, occhio a Mexes), non lasciano intuire troppa preoccupazione nella mente di una vecchia volpe del mercato come Adriano Galliani: con l’IbRoPaRo in campo. o con una Champions in bacheca nel caso dell’Inter, probabilmente è più facile sorridere di questa strana beatificazione mediatica, piuttosto che preoccuparsene…

[Francesco Letizia – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]