Vlada Avramov è laconico, tanto da sintetizzare in una frase il suo intero pensiero, che però poi esplicita e argomenta: “Se giocavamo per altri tre giorni ininterrottamente, sono certo che non mi avrebbero mai segnato su azione manovrata. Sono categorico nel dire che anche il pareggio ci sarebbe stato stretto. Oggi uscire da qui col punticino avrebbe significato accontentarsi. C’erano tutte le condizioni per portare a casa l’intera posta in palio. Là davanti c’è il problema di buttarla dentro, però con la gran mole di gioco anche oggi prodotta, è ingiusto non trovare la via della rete. Ho giocato anche altrove, in squadre nelle quali posso dire che un intervento come quello di Dessena oltre la metà delle volte non sarebbe stato sanzionato con il calcio di rigore”.
Astori non si rifugia in pretesti di comodo: “É inutile arrampicarci sugli specchi per cercare alibi. Dico solo che siamo chiamati a dimostrare una maturità dieci volte superiore ai giocatori di club blasonati come Juventus, Roma e Napoli. Viste tutte le disavventure societarie, lo stadio a capienza limitata, l’esilio, la generale incertezza, abbiamo già dato ampiamente dimostrazione di saper tenere i nervi saldi, insieme a buona lucidità e sangue freddo. Adesso guai a sbagliare la partita mercoledì. Tornare subito in campo è il migliore antidoto. Ci fa proiettare subito nel futuro, senza farci piangere sul latte versato e con rimpianti inutili. I risultati degli altri campi hanno fatto si che il vantaggio si sia assottigliato di una sola lunghezza; si può dunque guardare con ottimismo alla partita contro il Verona, sfida nella quale dobbiamo in qualsiasi maniera fare risultato”.
[Federico ventagliò – Fonte: www.tuttocagliari.net]
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