Luis Enrique, perché? Dal tecnico asturiano nessuna spiegazione. Di certo c’è che la Roma è già fuori dall’Europa League, battuta da una squadra modesta come lo Slovan Bratislava. Difficile però spiegare un’altra esclusione di Totti, questa volta a partita in corso, con il punteggio ancora in bilico.
Il capitano giallorosso era stato fin lì il migliore in campo e dopo la sua sostituzione nella Roma si è spenta la luce, con il pareggio degli slovacchi arrivato quasi come naturale conseguenza.
Lui Enrique è già sulla graticola dopo appena due gare. Neanche gli oltre 50 mila dell’Olimpico, gli occhi attenti del neo proprietario Thomas DiBenedetto e dell’ultimo arrivato Osvaldo hanno dato slancio. E nonostante in fondo la prova della Roma, analizzata a freddo, sia stata tutt’altro che negativa.
Troppi i gol mancati però, da Caprari a José Angel, fino al deludente Bojan.
Nel finale gli ingressi del giovanissimo Verre e di Okaka, proprio al posto di Totti, lasciano di stucco, considerando l’ombra dei supplementari e i possibili rigori. Peggio di così era impossibile fare.
L’1-1 estromette la Roma dall’Europa. Ancora lo slovacco Weiss, bestia nera sulla strada di un formazione italiana. Quello che sorprende è l’orgoglio inutile di Luis Enrique che a fine gara non vuole giustificarsi. Il suo rapporto con Totti diventa una sorta di muro contro muro, già visto in passato, ma il record è averlo creato dopo così breve tempo.
Luis Enrique deve capire che non è più al Barcellona B, dove la parola pressione non esisteva neanche. Roma era ed è ancora una polveriera che gli americani stanno cercando di rivoluzionare culturalmente. Ma così potrebbe esplodere presto…
Sabatini corre ai ripari sul mercato. Il ritardo, ammesso, è evidente. E’ arrivato anche Kjaer, arriveranno due centrocampisti. Ma intanto il primo obiettivo, con i suoi introiti, è volato via prima ancora di iniziare…
[Marco Terrenato – Fonte: www.vocegiallorossa.it]