Nella città Dannunziana il romanzo inizia nel 2011 quando in riva all’Adriatico sbarca il boemo Zdenek Zeman pronto a rilanciarsi dopo annate buie. Il romanzo, in pochi mesi, diventa leggenda con l’Adriatico stracolmo ogni volta per ammirare quella banda di ragazzi fuori di testa e spensierati capaci di incantare tutti. Gol a grappoli (90!) e divertimento assicurato ogni sabato. La magia di quell’ anno crudele e splendido allo stesso tempo. L’anno più bello che si ricordi da queste parti dai tempi del profeta Galeone con la Serie A conquistata grazie al religioso 4-3-3 ed interpreti quali Insigne, Verratti ed Immobile (3 dei magnifici 6) senza poi dimenticare i vari Capuano, capitan Sansovini, un giovanissimo Capari, Balzano, Cascione, e Perin che però subentrerà solo l’anno seguente che coincide con la retrocessione immediata in Serie B.
No problem. Nella città che ha dato i natali a Gabriele D’Annunzio si è creato un misticismo nell’aria che porta a far diventare oro qualsiasi cosa passi per l’erba del campo. Ne sa qualcosa Politano che arriva in punta di piedi dal Perugia e sfiora la Serie A con i biancazzurri nel primo scorcio di panchina di Oddo. Dopo due anni anche lui si ritrova alla corte di Ventura con quel sinistro spavaldo. In quella squadra non c’è solo l’ex Roma ma anche altri giovani interessanti come Melchiorri, Zampano e ancora Caprari non scordandoci i vari stranieri come Bjarnasson, Brugman, Salamon e Torreira.
L’epilogo della stagione è crudele ma esattamente un anno dopo dalla maledetta traversa di Bologna (9 giugno 2015) il Pescara centra la sua sesta promozione in Serie A, la prima con un allenatore Pescarese: Massimo Oddo. Il gioco ricorda quello dei tempi di Zemanlandia: veloce, propositivo e bello come dimostrano i tanti gol e gli scroscianti applausi anche da parte degli avversari. La dirigenza azzecca ancora i colpi ed ecco che da lontano spunta Lapadula, l’eroe dei due mondi, che trascina i suoi con 30 reti senza rigori. Ecco il sesto convocato. Non è la sola punta di diamante in una squadra zeppa di talenti come Verre, i soliti Caprari e Zampano, Mandragora e gli stranieri Benali e Memushai. La promozione in A è l’ennesima riprova che puntare sui giovani Italiani frutta e il Pescara, insieme ad altre squadre, ne è l’esempio più lampante.
Fonte foto: Profilo FB ufficiale Pescara
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