Ecco le parole di Luis Enrique in sala stampa a Trigoria alla vigilia di Roma-Lazio.
A questo punto della stagione, considerando che la Roma è fuori da due competizioni, e questa è l’ultima chance per rimanere attaccati al terzo posto, cosa rappresneta per lei il derby?
“Dal primo giorno che sono arrivato qua so che il derby è una partita speciale, che vale più di tre punti. So quant’è importante, questo da una forza a me e alla squadra per arrivarci nelle migliori condizioni”.
È la partita più importante della sua carriera?
“No”
Sente che a livello ambientale, questa può essere la partita della svolta? O la considera sì speciale, ma che vale tre punti e basta?
“Non lo so, sono preoccupato di ciò che posso controllare. È una partita importante per noi, lo so, la stiamo preparando al 100%. L’avversario è forte e sta facendo bene. Sono ottimista. Non vado molto per la strada, ma quando ci vado sento tutto buono”.
Si è parlato molto del caso De Rossi. Tu hai parlato ancora con i giocatori di questo?
“Se ho un’abitudine sana che è quella di non leggere i giornali, immagina questa settimana. Non leggo e non leggerò. Quando sono arrivato qua ho pensato a cosa volessi dalla mia squadra, dentro e fuori al campo. Continuo a pensare lo stesso. I ragazzi devono sapere cosa fare in campo, ma anche quando sono insieme. Non ho problemi con nessun calciatore, ho un rapporto vicino con loro, so cosa significa esser calciatori. Non siamo d’accordo in tutto, loro hanno una mentalità individuale, prima pensano a sé stessi, ma un allenatore pensa prima alla squadra. Io ho la responsabilità di fare questo, piace o non piace, ma è coerente oggi, 3 marzo. Sono arrivato a giugno ed è sempre stato così. Sarà così finché sarò l’allenatore della Roma. Ho sbagliato e sbaglierò, ma lo faccio con la coerenza delle mie idee. La squadra va fatta dentro e fuori il campo. Comunque non è successo niente, forse sono troppo convinto delle mie idee, ma sono fatto così”.
Con i ragazzi non hai più parlato? Chiuso il discorso?
“Chi mi conosce sa che non mi piacciono le regole. Quando sono arrivato ho detto solo due cose che volevo si rispettassero, nessuno mi ha detto di no. Per tanta gente è un dettaglio stupido, una cosa fatta male. Per me no. Per fare qualcosa in più sono importanti i dettagli. Forse sbaglio. Ognuno ha il suo pensiero e io rispetto tutti, ma un’altra cosa è condividerlo”.
A Bergamo, come a Firenze, la squadra è sembrata crollare psicologicamente. E’ pronta per una partita che può salvare la stagione?
“Per il derby sono prontissimi tutti, anche gli infortunati. Si gioca col cuore, la passione, bisogna controllare la testa e non essere troppo motivato. Mancano 13 partite e possiamo arrivare ancora terzi, così come sesti o settimi. Non si sa. Domani è una partita importante”.
Guardando la classifica, lasciando da parte le motivazioni, questo derby è più importante per la Lazio o per la Roma? La Lazio è una big o no?
“Si vedrà alla fine del campionato se sarà stato più importante per noi o per loro. Non penso lontanamente, il mio obiettivo è come fare del male alla Lazio. Ad una squadra, ripeto, di alto livello, che sta facendo un campionato buono. Sarà un ottimo obiettivo”.
Spesso si dice che il derby è una partita a sé. Quale spirito pretende dai giocatori davanti alla curva?
“Con lo spirito delle ultime quattro partite giocate in casa. Parma, Inter, Bologna e Cesena. Due gol incassati e undici fatti. La Roma farà la sua proposta, questo è sicuro, e per me già significa tanto”.
Roma e Lazio hanno vissuto periodi complicati. Come ci arrivano tutti e due sul piano mentale? Sabatini ha detto che il 3° posto può dipendere dal derby, è d’accordo?
“So come arriviamo noi, non so come arrivano loro. Ogni settimana succede sempre qualcosa, sarebbe importante dimenticare tutto e pensare al lavoro da fare. Noi pensiamo che giocando in casa, con tre quarti dello stadio a favore, possiamo avere fiducia e non fermarci un minuto. Non ho sentito Sabatini, se lo ha detto bene, se non lo ha detto pure”.
Ieri parlando del derby, Sabatini ha detto che nel gruppo c’è moderata paura. Simplicio lo ha smentito.
“Cosa devo fare io, il tifo per Simplicio o Sabatini? Hanno ragione tutti e due, a volte c’è paura a volte no”.
Il derby è una sfida tra squadre molto differenti, tra una squadra giovane e l’altra molto esperta. Cosa penserà di più, la freschezza o l’anzianità?
“Non lo so, ma sono molto fiducioso. Questa settimana è stata un po’ diversa, c’erano molti giocatori in nazionale, vedo un’aria ottima per fare una partita unica, stimolante. La aspettiamo con piena fiducia, la vedo così, un’opportunità unica. Non deve esistere la paura”.
La Roma in questa stagione è uscita presto dall’Europa e dalla Coppa Italia.
“Lo so, non hai bisogno di ricordarmelo”.
Se la Roma dovesse perdere, finirebbe a -10 dal terzo posto. Sarebbe un fallimento?
“A fine stagione vediamo, tranquillo, mi prenderò le mie responsabilità come faccio sempre. La tua è un’ipotesi, se vinciamo andiamo a -4 dalla Lazio”.
Per una squadra con un pubblico così importante, è una partita speciale per i giocatori spagnoli?
“Non solo per i giocatori spagnoli, non conta la nazionalità. Se sono brasiliani, spagnoli, peruviani. Tutti hanno la stessa maglia, è una partita importante per tutti, per me in primis, vogliamo conquistare i tre punti”.
Klose ha detto di temere molto Borini e Totti. La partita verrà decisa dal gioco di squadra o dai singoli?
“Può darsi sia uno che l’altro o tutti e due i fattori insieme. La Roma dovrà fare il suo abituale gioco di squadra”.
Lei ha giocato i derby di Madrid e Barcellona, poi a Roma da allenatore. Quali sono le differenze?
“Sono diversi perché Barcellona-Real Madrid c’è il 99% del tifo per la squadra che gioca in casa. Qui c’è sempre una curva della squadra in trasferta, diventa una partita bella, attrattiva, sembra quasi una finale di Coppa Spagnola o Tim Cup, dove ci sono due tifoserie allo stesso livello. Comunque anche in Spagna i derby sono sentiti, i tifosi li aspettano per tanto tempo. Sappiamo quant’è importante”.
Una sua valutazione sulle due rose. Qual’è la più competitiva?
“La Lazio sta facendo bene, allenata da un grande allenatore, in classifica è sempre in alto, la difficoltà è grande”.
Nel calcio la fortuna gioca la sua parte. Lei pensa che la Roma sia in debito con la fortuna?
“Non penso alla fortuna. Per me esiste la prossima partita, voglio vincere quella. Il mio obiettivo sono i tre punti. Il resto lo lascio perdere”.
Io parlavo di organico, qual’è la migliore secondo lei?
“Io parlo della Roma, della Lazio non devo parlare perché non conosco il loro livello al 100%. La nostra rosa mi piace, è in crescita, dobbiamo migliorare ma sono contento dei giocatori che ho”.
Nel calcio la fortuna gioca la sua parte. Lei pensa che la Roma sia in debito con la fortuna?
“Non penso alla fortuna. Per me esiste la prossima partita, voglio vincere quella. Il mio obiettivo sono i tre punti. Il resto lo lascio perdere”.
[Redazione Forza Roma – Fonte: www.forzaroma.info]