I friulani di Di Natale continuano ad impressionare: adesso s’ergono in solitario in vetta alla graduatoria della Serie A e ci fanno interrogare sulle sue reali aspirazioni. Intanto le big, dopo il torpore d’inizio torneo, iniziano a svegliarsi. E il Milan Campione d’Italia – dopo l’impresa di Lecce – torna a far paura…
È in testa in solitario dopo 7 partite, scrollandosi di dosso la rinunciataria (al difensore di qualità mai arrivato, ed a Del Piero, adoperato col misurino) Juventus di Conte. Una leadership costruita subendo solamente una rete (una), trascinata in avanti dalla bandiera Di Natale, sempre più emblema dei bomber italiani (anche se avulso dalla Nazionale !?).
In principio la sua presenza in vetta non sortiva meraviglia, svezzati com’eravamo dall’assistere al veloce carburare delle big. La sua presenza si confondeva fra una miriade di provinciali o presunte tali, dal Palermo al Genoa, dal Cagliari al Napoli (ma è provinciale?)…
Il suo rumore veniva ammortizzato dagli eventi, non proprio favorevoli alla nobiltà. Ma adesso che il movimento delle “indignate” (verso lo strapotere gentilizio) sta confluendo nelle retrovie (prova ne sono le ultime vittorie di Milan -pazzesco a Lecce, rimontando da 0-3-, Inter e Roma), ecco che la prima posizione occupata dall’Udinese si staglia fra la massa. I friulani sono davanti a tutti, e marciano indisturbati, almeno in attesa che il transatlantico regio torni ad essere guidato da un timoniere all’altezza della corona. Un po’ tutti si staranno ponendo la seguente domanda: ma l’Udinese c’è o ci fa? Ovvero, è veramente una squadra da Scudetto o fa finta di esserlo? Per quanto tempo potrà tenere questo passo esageratamente spedito? Primo posto frutto delle circostanze, del solito inizio stentato delle grandi, oppure siamo di fronte ad un caso “Verona 1985”? E chi può dirlo? Non è da escuderlo. D’altronde l’Udinese non è proprio una novità assoluta, visto il 4° posto della stagione precedente. I friulani hanno quindi una certa confidenza con le stravaganze.
Intanto, come già abbozzato, le grandi, dopo un inizio penoso, stanno pian piano ritrovando lo smalto del proprio blasone. L’Inter, arrivata ad essere penultima, torna a respirare ossigeno, vincendo col Chievo Verona. Vittoria vitale anche per la Roma (reduce dal k.o. nel derby timbrato dal sempreverde Klose) contro il Palermo (troppo discontinuo in rapporto alle potenzialità) e del Milan, che realizza un’impresa divina, rimontando da 0-3 col Lecce (tripletta di Boateng!!!, entrato dal 1°s.t.). Uno storico successo che però non può spostare l’attenzione riguardo la precarietà del reparto arretrato, apparso ancora non all’altezza di un team Campione d’Italia. Andamento spedito per la Lazio di Reja. Veleggia con le vele riposte il Napoli: gli azzurri non paiono per ora in grado di potersi sdoppiare su due fronti, troppo assorti (verrebbe da dire, giustamente) nella Coppa Campioni, dove almeno si stanno comportando egregiamente; dopo il pari imposto al City ed il 2-0 inflitto al Villarreal, i partenopei hanno bloccato 1-1 il Bayern Monaco, parando pure un rigore con Super Desanctis, che professionalmente sta vivendo la migliore annata della vita.
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