A furia di subire in contropiede, il Milan ha imparato a fare male agli avversari proprio così. E non appena ha recitato bene la lezione contro il Genoa ha trovato il modo per tornare alla vittoria. È servito più di un tempo, ma poi Pirlo ha acceso la luce e servito un lancio perfetto per la solita acrobazia di Ibrahimovic, bravo a bruciare in velocità Dainelli e Ranocchia e superare con un pallonetto Eduardo: 4/o gol in 5 partite, per quello che in poche settimane è diventato l’uomo del destino rossonero.
Magie in attacco ma questa volta anche un notevole lavoro in fase di copertura. Alla fine lo svedese è uscito stremato, e il Genoa invece senza punti e con il sospetto che con un po’ di fiducia e sfrontatezza in più avrebbe potuto strappare almeno un pareggio al Meazza. Non brilla ancora il Milan ma, a differenza di mercoledì contro la Lazio, ha il merito di difendere con ordine il vantaggio e conquistare tre punti che tolgono un po’ di pressione ad Allegri dopo due pareggi deludenti e aiutano a preparare la sfida di Champions di martedì con l’Ajax.
Il tecnico livornese voleva più intensità e verticalizzazioni del solito. Per un tempo ottiene solo la prima, soprattutto grazie a Gattuso. Alla prima da titolare, il mediano dimostra ai compagni quale dovrebbe essere lo standard di corsa per mantenere l’equilibrio, e a tratti è il milanista più pericoloso per la difesa di Gasperini, che passa da tre a quattro uomini senza lasciare varchi.
Schierando il quinto tridente titolare diverso in sei partite stagionali Allegri prova a dare un po’ di imprevedibilità: Ronaldinho, Ibrahimovic e Robinho si scambiano la posizione di continuo per non dare punti di riferimento, ma alla fine crea solo confusione. Il primo va al piccolo trotto, lo svedese riceve pochi palloni perchè rare sono le verticalizzazioni su di lui, Robinho corre da una parte all’altra, svaria da destra a sinistra, ma in fase creativa non è mai lucido, come quando al 18′ spreca un bel contropiede tirando addosso ad Eduardo. Alla fine il più pericoloso è Gattuso, che si danna l’anima a recuperare palloni in mezzo al campo e tenta spesso l’inserimento in area: al 27′ scambia con Ronaldinho e in corsa da posizione angolata impegna Eduardo. Ma è il Genoa che crea più pericoli nel primo tempo. Al 39′ Palacio sfiora il vantaggio con un cross da fondo campo che Abbiati smanaccia, salvato dall’autogol solo dal palo. Sei minuti dopo il portiere rossonero è lesto nel respingere sulla linea un colpo di testa di Chico, favorito da una delle poche dormite di Nesta e Thiago Silva.
Allegri tira un sospiro di sollievo, ma non può non sentire i fischi del pubblico mentre i suoi entrano negli spogliatoi per un intervallo movimentato dai tifosi genoani: di nuovo al Meazza a 15 anni dall’omicidio Spagnolo, si fanno notare per un petardo lanciato nella tribuna sotto la loro. Nessun ferito, solo spavento. Fa male invece al Genoa l’invenzione di Pirlo per Ibrahimovic al 4′ della ripresa. E dopo il gol dello svedese i rossoblu praticamente perdono tutta la loro verve. Toni latita per tutta la gara, controllato da Nesta e Thiago Silva, Sculli quando entra fa nulla tranne prendersi l’ammonizione che gli costerà la sfida con il Bari, e la spinta sulle fasce di Criscito e Rafinha rallenta parecchio. Il Milan di conseguenza non corre seri pericoli ma non riesce a chiudere la pratica. Eduardo salva su Seedorf, Criscito nega la gioia del primo gol in rossonero a Robinho, e Flamini, entrato per un Gattuso stremato, spreca due volte in maniera sciagurata la palla del raddoppio. Poco male per il Milan, questa volta è bastato il guizzo di Ibra.
[Redazione Il Vero Milanista – Fonte: www.ilveromilanista.it]