Le parole di Paolo Maldini nel corso di una lunga intervista rilasciata all’edizione odierna del Corriere della Sera.
MILANO – Pochi giorno fa Paolo Maldini aveva annunciato la sua positività, e quella del figlio Daniel, al COVID-19. L’ex capitano rossonero ha raccontato, nel corso di una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, la sua condizione: “Il peggio è passato”, rassicura lo stesso Maldini. “Ho un po’ di tosse, secca. Ho perso gusto e olfatto, spero tornino. Non è una normale influenza, i dolori sono molto forti. Non so da chi l’ho preso. Mia moglie e mio figlio Christian hanno avuto due influenze strane: sono risultati negativi ai tamponi, ma siamo convinti che l’abbiano avuto e ne siano usciti”.
Positivo anche suo figlio Daniel anche se in forma molto lieve: “Sì, ma è talmente giovane, sembra quello che l’ha preso in forma più leggera. Certo, è stata una prova dura: io vado a dormire tardi, invece ero così stanco che a mezzanotte crollavo. Psicologicamente, mi ha aiutato l’idea di non avere i genitori. Intendiamoci: li vorrei qui, darei tutto anche solo per cinque minuti. Ma se ci fossero stati sarei stato molto preoccupato per loro”.
Poi, spazio al calcio e Maldini ha le idee chiare a cominciare dalla scelta di far giocare alcuni match di Champions League a porte aperte: “Giocare Liverpool-Atletico è stata una follia. Quando c’è stata Atalanta-Valencia non c’era ancora l’allarme, ma oggi sappiamo che probabilmente quella gara ha contribuito al focolaio bergamasco”. Infine la chiosa sulla ripresa del campionato: “Un finale di campionato ci sarà, ma è presto per dire quale sarà. A oggi è impossibile non solo giocare, anche allenarsi. E poi dobbiamo ripartire tutti allo stesso livello: la Sampdoria è tra le squadre più colpite, per esempio. Ma anche la Juve ha diversi giocatori rappresentativi positivi. Non serve fretta. Prima di tornare in campo serviranno almeno due settimane di preparazione. E le Olimpiadi vanno rinviate”.