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Maniero: “Iachini era già un allenatore quando giocava. È testardo e non molla mai”

Nell’ultima puntata di Sampdoria sempre con te, il programma radiofonico di Sampdorianews.net in onda su Radio 103 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 19.30 alle 20.30 (scriveteci via sms al 338-1010360 o via email a samp@radio103.it  o contattateci su facebook), è intervenuto uno dei bomber più prolifici del calcio italiano, l’ex attaccante di Sampdoria, Venezia, Milan, Padova, Palermo e Torino Pippo Maniero, attualmente allenatore dell’Abano in Eccellenza e ai tempi del Venezia compagno di squadra del nuovo allenatore dei blucerchiati Giuseppe Iachini.

Conosci personalmente Iachini perché siete stati compagni di squadra ai tempi del Venezia. Che tipo è?: “Io l’ho avuto sia come compagno di squadra che come allenatore, perché nell’ultimo anno in serie A a Venezia Zamparini a metà campionato mandò via l’allenatore e diede l’incarico a Iachini. Era già allenatore quando giocava, perché durante gli allenamenti e i ritiri parlava più lui dell’allenatore. Si vedeva già che aveva la stoffa per fare l’allenatore. Un ragazzo testardo che non mollava di un centimetro neanche se eravamo sotto di tre gol. Questo è Beppe Iachini. Quello che faceva in campo da giocatore ora lo fa da allenatore”.

L’abbiamo detto più volte nelle ultime settimane. Il problema della Samp è più mentale che fisico. Un allenatore di temperamento come Iachini potrebbe dunque aiutare i blucerchiati a superare questo momento difficile: “Sotto questo punto di vista non ho dubbi, ci metto la mano sul fuoco. Iachini è uno che quando c’è da battagliare, battaglia. Se la società vuole un allenatore con queste caratteristiche Beppe è l’uomo ideale. Dal punto di vista tecnico la Samp non si discute, ha giocatori che andrebbero bene per la A, figuriamoci per la B. Credo anch’io che sia soltanto un problema mentale, quando parti con il favore del pronostico non è mai facile dimostrare la propria forza sul campo. Ricordo quando retrocedemmo in B con il Venezia. L’anno dopo si voleva a tutti i costi vincere il campionato. Siamo andati in serie A, ma siamo arrivati quarti (le promozioni ai tempi erano quattro e dirette, ndr), pur avendo una squadra che con la B non c’entrava nulla. A volte i nomi dei bravi giocatori vanno abbinati ad altre caratteristiche”.

Visto che vivi vicino a Padova, magari conosci personalmente Piovaccari o magari l’hai seguito negli anni del Cittadella. Secondo te perché sta facendo fatica alla Sampdoria?: “Personalmente non lo conosco, però l’ho seguito perché qui a Cittadella ha fatto veramente grandissime cose. Non so perché faccia fatica alla Samp, avrei già chiamato Iachini se lo avessi saputo (ride, ndr). Per un attaccante è diverso, se non fai gol non puoi essere giudicato come quello che fa la differenza. Piovaccari secondo me è un buon giocatore per la serie B, però d’altra parte è tutta la squadra che sta andando male. Non credo sia colpa di Piovaccari, Palombo o Maccarone. Quando ne risente la squadra ne risentono tutti i giocatori. Un giocatore da solo non può risollevare una squadra”.

Pasquale Luiso, ospite ai microfoni di Radio 103 nei giorni scorsi, ha dichiarato che Piovaccari sta incontrando delle difficoltà perché non è facile passare dal Cittadella, seguito allo stadio da 30 persone, alla Sampdoria, incitata in casa da 20 mila spettatori. Sei d’accordo?: “Penso che Pasquale abbia detto una cosa giusta, ancora di più se passi ad una squadra blasonota appena retrocessa in B che vuole immediatamente tornare in A. Logicamente il paragone tra Samp e Cittadella non esiste sotto il profilo del pubblico e della passione dei tifosi. A Cittadella veramente vanno 50 persone e a Marassi ce ne sono 20 mila ogni domenica. Però se vuoi fare il calciatore ti devi prendere anche queste responsabilità. Io ho avuto la fortuna di giocare nella Samp e quando ci arrivi ti senti giocatore. Se uno vuole fare il calciatore deve accettare i fischi quando va male e i complimenti quando va bene. Fa parte del mondo del calcio. Se vuoi sempre star tranquillo allora fai 10 anni a Cittadella dove se non fai gol non ti fischia nessuno”.

Sempre Pasquale Luiso ha dichiarato che non esistono più gli attaccanti di una volta. Ti faccio tre nomi. Batistuta, Hubner e Maniero. Concordi con Luiso? Non ce se sono più in giro?: “E’ vero, ci metterei anche Trezeguet. Il classico centravanti che stava in area di rigore e aspettava la giocata del compagno per fare gol. Ora se non fai 3 mila chilometri in una partita non sei un attaccante. Evidentemente il calcio è cambiato in questo senso e i giocatori con le mie caratteristiche in questo momento fanno fatica a giocare. Mi dispiace dirlo perché anch’io se giocassi ancora farei fatica a trovare spazio, mentre 15 anni fa di attaccanti veri e propri che facevano gol ce n’erano a milioni. E’ un calcio diverso. Basta pensare al Barcellona che fa 3 gol a partita, ma un centravanti classico non ce l’ha. L’attaccante nell’immaginario della gente è quello che fa il gol e che ti fa gioire per una partita vinta o per un gol bello. E che non ci siano più gli attaccanti che stanno in mezzo ad aspettare il pallone per far gol mi dispiace un pò. Nel calcio di oggi probabilmente farebbero fatica a trovare spazio anche i vari Batistuta, Trezeguet e Bobo Vieri. E anche Piovaccari è un attaccante che ha queste caratteristiche e probabilmente anche per questo sta facendo fatica”.
E’ rimasto solo Inzaghi a tenere alta la bandiera degli attaccanti vecchio stampo: “Si, ma anche a lui ultimamente non gli fanno fare neanche 10 minuti. Sarà difficile anche per lui in questi ultimi anni di carriera poter fare quello che ha fatto per 20 anni”.

Tornando al reparto avanzato della Samp. A gennaio riapre il mercato. I blucerchiati hanno un surplus di attaccanti con Pozzi, Bertani, Piovaccari, Maccarone, Foti e Fornaroli. Secondo te la Samp deve intervenire sul mercato per sfoltire o per rinforzare il reparto offensivo?: “A sentire i nomi, se devono rinforzare il reparto avanzato non so chi possano andare a prendere. Maccarone ha fatto benissimo in serie A e averlo in B è un lusso. Penso che sul mercato la Samp ci debba andare ben poco. Con la squadra che ha si deve solo ricompattare. Il cambio di allenatore spero dia qualcosa in più a livello psicologico e di motivazioni. Mi viene difficile pensare che una squadra così possa essere in difficoltà. E poi non è che sia a 2 punti dalla retrocessione. C’è tutto il tempo di recuperare lo svantaggio per poi giocarsi i playoff a fine campionato. Certo, però, che devono fare alla svelta. Sono i giocatori come Palombo e Gastaldello che devono trascinare i compagni di squadra con l’aiuto di Iachini. E credo proprio che Iachini la prima cosa che farà sarà quella di spronare i più vecchi, quelli che hanno più anni di calcio alle spalle.  In questo momento c’è bisogno di chi ha una certa esperienza e sa sopportare le critiche”.

Chiudiamo con la tua esperienza da allenatore. Come sta andando?: “Mi sto trovando bene, sto facendo una categoria anche abbastanza importante, perché in Eccellenza ci sono ottimi giocatori. Siamo a 4 punti dalla prima. Stiamo facendo un buon campionato e penso che questa esperienza possa essermi utile, perché da giocatore è una cosa, ma da allenatore è totalmente un’altra”.

[Mattia Mangraviti – Fonte: www.sampdorianews.net]

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