Mentre nel gennaio 2010 l’Inter era alle prese con l’intricata operazione legata a Ledesma, rimasta poi bloccata, in Corso Vittorio Emanuele arrivò una telefonata inattesa: quella di Roberto Mancini, il quale informava in anteprima il suo ex club che l’acquisto di McDonald Mariga da parte del Manchester City era saltato improvvisamente per questioni burocratiche legate al permesso di soggiorno del kenyano.
In casa nerazzurra non parve vero di trovarsi con questo piccolo ma prezioso vantaggio temporale sulle potenziali rivali e gli uomini di mercato non persero tempo, contattando subito il presidente del Parma Ghirardi e acquistando la metà del cartellino del centrocampista. Operazione lampo, per la gioia di Josè Mourinho, fortemente desideroso di un innesto fresco a centrocampo. A giugno, poi, il riscatto dell’altra metà del cartellino, assieme a quella di Biabiany, per un totale di 10 milioni di euro. Decisione che ‘tradiva’ la volontà dell’Inter di puntare forte su Mariga, appena 22enne e con ampi margini di crescita.
DAL CAMP NOU A… LEO – Per lui, nella seconda metà della stagione del Triplete, oltre alla soddisfazione di vincere tutto con la maglia nerazzurra anche qualche interessante presenza, molte a partita in corso, ma sempre apprezzate dal suo allenatore, che vedeva in lui il nuovo Essien e lo aveva caldamente segnalato alla sua dirigenza, prima di vederselo soffiare dai Citizens. Basti pensare alla storica serata del Camp Nou, quando la Beneamata respinse ogni attacco del Barcellona nella semifinale di Champions League e il kenyano ebbe, nel finale, una chance di partecipare attivamente alla serrata difesa del prezioso gol di vantaggio accumulato nei 180 minuti.
Gesto di grande fiducia da parte di Mou nei confronti di un ragazzo con poca esperienza, ma tanta vitalità. Anche dopo l’arrivo di Benitez sembrava che l’Inter volesse puntare su Mariga, il quale fece parte dell’undici titolare nelle prime due giornate di campionato. Poi, però, gradualmente, l’uscita di scena, complice anche un infortunio muscolare patito con la nazionale e smaltito molto lentamente. L’arrivo di Leonardo ha rappresentato una sorta di sentenza nei confronti dell’ex Parma, già in ritardo nelle gerarchie a causa dell’infortunio e poi relegato ai margini per caratteristiche tecniche che mal si sposano con l’idea di calcio dell’allenatore. Leo, infatti, e l’esperimento Thiago Motta vertice basso del centrocampo, preferisce piedi educati a centrocampo anche a costo di rinunciare alla prestanza fisica.
RIENTRO IN GRANDE STILE – La qualità principale dell’africano, però, è proprio la seconda, vanta doti di grande atletismo ma ha anche qualità dal punto di vista tecnico, che tende però a volte a nascondere tentando giocate troppo sofisticate per lui. Ma il talento, anche nei piedi, c’è, solo che è ancora grezzo e va instradato nel modo giusto. La realtà attuale, però, vede Mariga ancora nel ruolo di cambio, senza possibilità di salire nelle gerarchie. Certo, trovarsi davanti gente come Cambiasso, Stankovic, Zanetti, Thiago Motta e lo stesso Kharja (che Leonardo preferisce a lui per la duttilità manifesta) non aiuta, ma nei periodi bui dei sopra citati forse qualche chance all’ex Parma poteva essere concessa. Contro la Roma il 23enne centrocampista ha giocato tutta la partita, mostrando le sue doti principali: tanta corsa e ottima interdizione, abbinate anche a qualche giocata interessante e a un puntuale senso della posizione. In altre parole, è stato tra i migliori e ha garantito all’Inter la copertura in mediana che troppe volte è mancata.
‘PERICOLO’ ASTON VILLA – Non è però detto che questa buona prova valga per lui una conferma: da tempo si parla (e le nostre fonti lo confermano), per quanto lo riguarda, di una cessione in Premier League, all’Aston Villa,che frutterebbe una decina di milioni nelle casse nerazzurre. Vale la pena però riflettere bene su questa soluzione: se lo staff tecnico decidesse di lavorare su Mariga sfruttando la giovane età e il potenziale, qualcosa di buono potrebbe venirne fuori. Se Mourinho lo ha voluto fortemente e Mancini in pratica lo aveva preso, un motivo ci sarà. Pertanto, potrebbe essere un rischio privarsi così serenamente di un giocatore le cui caratteristiche, nella rosa dell’Inter, sono uniche.
Lo stesso Obi, anche lui ottimo atleta, ha una vocazione più offensiva del kenyano. In futuro, e l’anagrafe è dalla sua parte, il club potrebbe godere della crescita di Mariga, basterebbe avere un po’ di pazienza e, soprattutto, fiducia. Si rischierebbe di commettere lo stesso errore del Milan di fine anni ’90, quando in via Turati non ebbero la pazienza di aspettare l’esplosione di Vieira, mettendo di conseguenza nelle mani di Wenger (grande coltivatore di giovani talenti) un futuro campione. Questo non significa che Mariga potrà raggiungere i livelli dell’ex Inter, ma rinunciarvi oggi per poi, tra qualche tempo, investire una vagonata di soldi su un elemento che gli somiglia, sarebbe una follia che troppe volte in Corso Vittorio Emanuele è stata commessa nei confronti di altri giovani. Se non oggi, nel futuro prossimo McDonald potrebbe davvero diventare uno dei leader di una squadra giovane e ricca di talento, quella che la dirigenza ha intenzione di costruire.
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]