Come ogni settimana, la carne al fuoco, quando si parla di Genoa, è sempre tantissima. Tra i tanti argomenti dibattuti, a tenere banco in questo momento è la riconferma di Davide Ballardini, che in tanti, tifosi e addetti ai lavori, vorrebbero vedere ancora sulla panchina genoana nella prossima stagione.
Tra questi c’è anche Massimiliano Lussana, direttore della redazione genovese del quotidiano “Il Giornale”, che nell’edizione di domani proporrà un interessante parallelo tra Cavasin, un uomo «da fermare», e Ballardini, un uomo «da confermare».
Di questo e di molto altro ne ha parlato il nostro giornalista della settimana in esclusiva a Pianetagenoa1893.net.
Direttore, come giudica l’1-1 di Bologna?
«È un pareggio che sta stretto al Grifone. Il Genoa ha giocato meglio del Bologna, al di là dell’episodio che ha visto protagonista Di Vaio. Quello è stato un errore arbitrale chiaro, non confrontabile con il presunto tocco di mano di Criscito, che aveva le braccia attaccate al corpo. Quello di ieri, è di fatto un pareggio stretto».
La partita è finita in parità, ma Ballardini ha nettamente vinto la sfida con Malesani, candidato alla panchina genoana…
«Sì, è assolutamente così. In oltre leggevo oggi che Carmine Longo, consigliere di mercato del Bologna, ha dichiarato che Malesani resterà nella città emiliana. Tra l’altro, sulle nostre pagine di domani, stavo preparando due articoli contrapposti: da una parte Cavasin, con scritto “Quest’uomo va fermato”, dall’altra Ballardini, con scritto “Quest’uomo va confermato”».
Concordiamo pienamente col vostro titolo. Ballardini merita la riconferma…
«La mia paura è che sia lui ad andarsene, ricevendo un’offerta migliore. Fossi nella società non aspetterei i termini contrattuali e lo riconfermerei».
Al momento la situazione a centrocampo è molto complicata: Milanetto è appena rientrato, e non è ancora al meglio, in più Veloso starà fuori a lungo, come Kucka. La pausa potrebbe venire in soccorso al Grifone, ma, in caso contrario, quali possono essere le soluzioni alternative?
«Intanto aspetterei prima di darli per morti: quando c’è una pausa le cose possono risultare meno gravi del previsto. Non vedo alternative rispetto a quanto visto ieri, con Milanetto e Rafinha a centrocampo. Mi preoccupa Konko, che in questo momento non è in forma. Se non si rischiasse di bruciarlo, io proverei anche Sturaro (centrocampista della Primavera, ndr), mentre non mi convince Antonelli. È vero che l’ex parmense è fermo da molto tempo e ha giocato pochi spezzoni di partita, ma non sta legittimando i suoi precedenti traguardi, come la convocazione in Nazionale».
Si parla molto di Europa League. Il Genoa dista sei lunghezze dalla Juventus settima in classifica, è un gap colmabile questo?
«Con otto giornate ancora da giocare, sei punti non sono tantissimi. Ancora ieri, la Juve ha dimostrato di poter perdere col Brescia e di non essere in un buon momento di forma. Conviene darsi un obiettivo, piuttosto che rassegnarsi a una stagione anonima. Sono d’accordo con Dainelli, che dice di provarci fino all’ultimo. Faccio un paradosso: se teniamo conto dei 24 punti in palio il Genoa può puntare anche allo scudetto. Bisogna puntare a fare più punti possibili, poi, se l’obiettivo non si raggiungesse, ci sarà tempo per farsene una ragione. Ricordiamoci che anche l’ottavo posto sarebbe un buon traguardo, perché permetterebbe al Genoa di partire più avanti in Coppa Italia: evitare i primi turni sarebbe importante e poi la Coppa è un obiettivo sul quale si deve puntare. Pensiamo a quanto accaduto a Milano: se Ranocchia non fosse stato espulso, sarebbe potuta andare diversamente. In più ci sono aspetti che toccano poco i tifosi, ma che sono molto importanti per una società, come la ripartizione dei diritti televisivi. Più in alto una squadra arriva, più introiti riceve».
Parlando dell’attacco, dopo la doppietta con la Roma si è visto poco Paloschi e un po’ di più Boselli, che è pure andato in gola San Siro. Pensa che l’ex milanista avrà ancora qualche chance per mostrare il suo valore?
«Spero proprio di sì. È vero che Boselli ha segnato contro l’Inter, ma ieri è stato nullo. È un giocatore che ha un diritto di riscatto troppo altro, rispetto a alla sua storia. Forse ci hanno provato per vedere che non sia l’ennesimo caso di un giocatore che viene mandato via e altrove esplode. Su Paloschi punterei molto, è un giocatore che mi è sempre piaciuto, ha voglia di far bene e mi sembra pronto fisicamente».
A proposito di riscatti, anche quello per Floro Flores è molto alto, ammonta a circa dieci milioni…
«L’Udinese tratterà per molto meno. Se andassero via sanchez e Di Natale il discorso potrebbe cambiare, ma, quest’estate, Di Natale è rimasto nonostante avesse un contratto già firmato con la Juventus. Floro Flores a Udine era spesso lasciato in tribuna e, non prevedendo una partenza di Guidolin, il tecnico bianconero non ha mai espresso rimorsi per la sua partenza. Conviene a tutti. In più ricordiamo che il Genoa avrà anche i soldi per le cessioni che non vengono considerate, come quelle di Kharja e Acquafresca, che si trova molto bene a Cagliari».
Chiudiamo con la Nazionale. Criscito è stato confermato nella lista di Prandelli. Lei avrebbe convocato anche qualche altro giocatore rossoblù?
«In questo momento direi di no. Attualmente il nome di Mesto era il più papabile per una convocazione, ma penso che non sia nel suo momento migliore, nonostante resti un giocatore utile. In assoluto non penso ci sia nessuno, ma, guardando le convocazioni, la voglia di vedere qualche altro giocatore rossoblù in azzurro può venire. Dato per scontato che Rossi non può essere convocato perché è troppo anziano e che le punte sono tante, non vedo molti margini per le opportunità dei giocatori rossoblù».
[Fabio Aronica – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]
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