Male, male, male. Evidentemente il bianconero è indigesto all’Inter di Leonardo, che dopo aver perso a Udine replica contro l’eterna rivale Juventus, a cui basta un gol di Matri alla mezz’ora per portare a casa i 3 punti. K.o. pesante per i nerazzurri, che vedono il Milan allungare e perdono metri preziosi nella corsa verso il tricolore. Ma ciò che infastidisce maggiormente è la prestazione dell’Inter, incapace di sprigionare le proprie capacità e vittima dell’organizzazione tattica di Delneri. Insomma, nessuna attenuante.
CORDOBA, ASSIST A MATRI – Juve quadrata, Inter passiva. Basta questo semplice concetto per riassumere il primo tempo dell’Olimpico di Torino, dove il vero spettacolo (da censurare) lo producono le rispettive tifoserie, scambiandosi petardi accesi invece che cartoline di in bocca al lupo. Delneri presenta contro i nerazzurri un 4-4-2 pulitissimo e in grado di coprire ogni zona del campo. Meno spaziosa la manovra degli ospiti, che si affidano troppo spesso ai lanci lunghi di Thiago Motta e all’improvvisazione di Sneijder, mal supportato dai compagni. Basta così un episodio a cambiare il volto del match: Sorensen crossa, Cordoba manca il colpo di testa e Matri la mette lì dove non ci sono ostacoli, per il vantaggio bianconero. Rete legittimata da una presenza di spirito superiore da parte della squadra di casa, più aggressiva e in grado di attaccare con maggiore convinzione, pur senza cercare mai la porta avversaria. È la mezz’ora quando l’errore di Cordoba spiana la strada alla Juventus, che dopo 11 minuti aveva timidamente (e a torto) reclamato per un nuovo confronto in area di rigore tra il colombiano e Matri, sul quale Valeri, atteggiamento ‘inglese’, non interviene.
EFFICACIA BIANCONERA – Male dunque l’Inter dei primi 45 minuti, ferma sulle gambe, compassata e lenta di pensiero, l’opposto di quella vista contro la Roma e nella ripresa di San Siro col Palermo. Pazzini è abbandonato a sé stesso ed Eto’o non trova mai lo spunto che accenda i compagni. Poi, in difesa, troppe incertezze, con Toni che fa valere il fisico e Matri sempre in agguato. A centrocampo Melo e Aquilani badano più a interdire che a costruire, ma sono efficaci, perché Kharja e Cambiasso giocano troppo in orizzontale e Sneijder viene aggredito ogni qual volta riceve palla. Tattica perfetta quella dei bianconeri, che raccolgono oltre le loro aspettative ma meritandolo.
CARTA PANDEV – Nella ripresa la musica interista non cambia, anzi è la a Juventus che sfiora due volte il raddoppio con colpi di testa di Matri e Chiellini fuori di poco. Sintomi dell’imbarazzo della coppia centrale Cordoba-Ranocchia. La squadra di casa continua a mantenere serrate le fila e l’offensiva ospite è sterile quanto testarda, convinta di poter sfondare centralmente. Rassegnato all’evidenza, Leonardo decide di cambiare: fuori Kharja, dentro Pandev e Inter che passa al 4-2-3-1, modulo che le permette di alzare un po’ il baricentro ma di impegnare Buffon solo con un colpo di testa centrale di Pazzini.
INUTILE SFORZO – La supremazia territoriale dei nerazzurri nell’ultimo quarto d’ora è evidente, maa prima Buffon poi la traversa (a porta vuota, incredibile) negano a Eto’o il gol del pareggio. Non bastano agli ospiti neanche i 4 minuti di recupero conccessi da Valeri. Festeggia la Juventus, dunque, che con questo successo prestigioso si rilancia e, soprattutto, per la gioia dei suoi tifosi tarpa le ali dell’Inter. La formazione di Leonardo infatti cede 3 punti sanguinosi al Milan nella rincorsa scudetto e ora vede l’obiettivo più lontano. Sconfitta dolorosa dal punto di vista psicologico, che però bisognerà digerire al più presto: mercoledì a Firenze c’è un’altra sfida da non fallire.
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]
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