Ai microfoni di Sky il portiere rossoblu ha commentato il buon momento del Genoa, elogiato l’operato di Ballardini, trattato il tema della Nazionale, parlato dei suoi infortuni e ammesso il sogno nel cassetto di giocare almeno una volta in Champions League
GENOVA – In collegamento da Genova con “Calciomercato – L’originale”, Mattia Perin , portiere del Genoa, ha trattato diversi temi, a partire dalla serie A. Il portiere rossoblu ha sottolineato come Napoli e Juventus siano due grandi squadre che stanno portando in alto il campionato italiano che, a differenza di tutti gli altri tornei europei, è ancora vivo, aperto. Nella classifica per rendimento, da quando è arrivato Ballardini in panchina, il Genoa è proprio alla squadra di Sarri e a quella di Allegri. Merito, secondo lui, dell’allenatore che ha saputo portare le proprie idee, trasmettere serenità e valorizzare le qualità di ciascun singolo giocatore. Con l’arrivo di risultati positivi anche l’entusiasmo dei tifosi è tornato più vivo che mai. Basti pensare che alla presentazione dell’album delle figurine erano presenti più 400 tifosi rossoblu.
“L’entusiamo del pubblico fa capire che il Genoa meriterebbe qualcosa di più. Il tifo che arriva ogni domenica dalla Gradinata trasmette una energia incredibile, è la nostra benzina”.
La Nazionale e la Champions League, i sogni di ogni giocatore
Capitolo Nazionale. Di Biagio, C.T ad interim, vuole chiamare Buffon. Perin pensa sia corretto che la scelta di smettere spetti esclusivamente al numero uno bianconero. “Fino a quando Gigi è competitivo con la Juventus è giusto che abbia la possibilità di essere convocato in azzurro”. Sul “dopo Buffon” non ritiene che la scelta sia limitata a lui e Donnarumma perché è convinto che il panorama del calcio italiano stia mettendo in luce anche tanti altri giovani portieri. Ha ammesso che quando Di Biagio era selezionatore dell’under 21 e non lo faceva giocare aveva ragione perchè all’epoca era troppo estroverso, senza quell’equilibrio e quella maturità che ora sente di avere. Ora sa gestire le situazioni, affrontare le gare senza essere nè troppo teso nè troppo rilassato. Senza voler spaccare il mondo ma anche senza augurarsi che nessuno tiri in porta.
Inevitabile un richiamo agli infortuni che il portiere ha subito in carriera. Perin ha dichiarato che lo ha sempre aiutato pensare che ci sono cose ben più gravi che due “semplici” infortuni al ginocchio. Emotivamente il secondo stop è stato più duro, ma dopo l’intervento è ripartito più forte che mai per riprendere il prima possibile a inseguire i propri obiettivi. Tra questi c’è la Champions League, il sogno di ogni giocatore e anche il suo. “Ora pero non ci sto a pensare. Prima c’è la salvezza con il Genoa”. Ma prima ancora c’è la nascita della primogenita Vittoria, attesa a ore.