Non le manda a dire Maurizio Donelli, capo redattore della redazione Motori del Corriere della Sera e, per l’occasione, il nostro “giornalista della settimana”. Armato della genoanità più intensa ma anche del classico rigore critico professionale, contemplabili sul blog di Corriere.it, “Giornalisti nel pallone”, Donelli espone a Pianetagenoa1893.net la sue opinioni riguardo al momento dei rossoblù. Un momento non tra i più felici vista la fresca batosta firmata Adrian Mutu incassata sul sintetico del Manuzzi di Cesena e la scongiurata partenza di Malesani da parte dello stesso presidente Preziosi.
Il Cesena mette in castigo il Grifone ed ottiene la seconda vittoria (tra l’altro consecutiva) in campionato. Qual è il suo giudizio in merito?
Credo che una squadra come il Genoa non possa andare su campi abbordabili sulla carta, ma non solo, e farsi prendere a pallonate. Non è concepibile, come il fatto di schierare giocatori palesemente fuori forma, o semplicemente scarsi, tenendo in panchina alcuni elementi che fin qui hanno saputo dare il loro contributo come Jankovic, desideroso di riscatto e amatissimo dai tifosi, e Jorquera, che in una squadra come l’Udinese giocherebbe titolare fisso. Mi riferisco ad elementi come Constant, Kucka e un Caracciolo che ha già dato al calcio quello che poteva dare e che al Genoa non può certo esplodere, vedi l’esperienza di Toni. Malesani si sta impuntando su questi giocatori, come faceva Gasperini con alcuni elementi degli anni scorsi.
In che senso?
Gasperini si fissava spesso con alcuni giocatori dimenticandone altre, schierandoli in posizioni totalmente incompatibili con le loro caratteristiche, come con Palacio. In questo caso, con Zè Eduardo ancora ai box, è vero che non c’è nessuna vera prima punta ma non c’è nessuna logica nello scegliere di schierare giocatori che fin qui hanno reso poco al posto di altri, evidentemente più decisivi. Credo che la mia sia un’opinione condivisibile dai tifosi. Mi sembra che Malesani viva in una dimensione parallela: dopo ogni partita la sua versione diverge incredibilmente da quella della maggior parte di tifosi e addetti ai lavori. Ieri ha dichiarato di aver visto una delle migliori partite di questo Genoa: se questo è il meglio, allora gli abbonati cosa devono fare della propria tessera? Ricordo che domenica Frey ha compiuto quattro autentici miracoli: se ci fosse stato ancora Rubinho avremmo perso 6-0.
Nel pomeriggio di ieri, Preziosi ha smentito le voci su una possibile partenza di Malesani. Cos’avrebbe fatto al suo posto?
Se dovessi ragionare sull’onda della rabbia e delle conclusioni fin qui tratte, direi di cambiare. Ho altre due motivazioni ben più decisive però, a favore della permanenza del tecnico veronese: primo, non ci sono allenatori così di rilievo in giro. In alternativa a De Canio e Donadoni mi tengo Malesani, senza dubbio. Secondo, credo profondamente in Preziosi. Non bisogna mai dimenticare dove ci ha preso e dove ci ha portato: ha intrapreso una cavalcata dalla C alla A portando a Genova giocatori fortissimi. Mi dispiace che una buona parte della tifoseria non gli riconosca questa gratitudine, ma il fatto è che è la stessa città di Genova a vederlo ancora come un estraneo, nonostante sia alla guida del Grifone dal 2003. Se Preziosi tiene a questo progetto è giusto che dia fiducia a Malesani, assumendosi le responsabilità di confermare un allenatore che, dal canto suo, deve tornare in sé. Non siamo all’oratorio. Siamo in Serie A e devono essere schierati i migliori giocatori a disposizione. Ora tocca al tecnico veronese: è lui che deve tirarsi fuori da questa palude, cercando di ragionare sulle sue scelte ed ammettendo di aver sbagliato. Non succede niente se si ammettono le proprie colpe. Sicuramente si farebbe più bella figura anziché dichiarare di aver visto un bel Genoa contro il Cesena.
Se prima l’attacco era un’incognita, ora per il Genoa è autentica emergenza. Per di più Palacio è stato squalificato dal giudice sportivo e non sarà disponibile con il Milan. Schierare Ribas titolare sarebbe un azzardo così rischioso?
Diciamocelo: contro il Milan 90 su 100 si perde. Ma si deve giocare, come faceva Gasperini: questo è uno dei meriti del tecnico di Grugliasco. Se fossi in Malesani, andrei in campo con tre “non” punte come Pratto, Ribas e Jankovic, assistite da Jorquera schierato in posizione di trequartista. Non hai le punte? Invéntatele. Gasperini era abilissimo nel farlo: nei suoi tridenti c’era solamente una punta di ruolo, prima Borriello e poi Milito, con ai fianchi due giocatori di movimento. Con Jorquera dietro questo tridente saremmo un po’ sbilanciati, ma almeno avremmo qualche possibilità in più di segnare.
Preziosi dovrà senza dubbio correre ai ripari nel mercato di gennaio per aggiudicarsi un nuovo attaccante: ha qualche nome da suggerire?
Io sarei sempre per prendere dei giovani, ma ora non è fattibile. Credo che quello di Borriello sarebbe un grandissimo ritorno. A fine stagione però, augurandoci di finirla nei migliore dei modi, spero che il Genoa provveda a recuperare tutti i giovani in giro per l’Italia che stanno facendo bene come Boakye e Lazarevic. Bisogna ripartire dalle nuove leve: basta affacciarsi sul calcio europeo dove l’età media dei campionati esteri è molto bassa. In Italia purtroppo abbiamo una concezione diversa perché per andare sul sicuro ci affidiamo a giocatori fin troppo navigati che nella maggior parte dei casi deludono le aspettative.
Passando alla linea mediana, le delusioni più grandi portano i nomi di Kucka e Constant.
Quando vedo un giocatore come Kucka che, dopo averci conquistato con il suo esplosivo finale di stagione, ora come ora ha il cervello a tinte nerazzurre e una voglia di giocare pari a zero, non capisco come si possa tenere in panchina un lottatore, seppur falloso e casinista, come Seymour. In lui vedo il “sacro fuoco”, vedo una voglia matta di mettersi in gioco. Per quanto riguarda Kucka, se volete lo porto direttamente io a Milano, proprio davanti alla Pinetina. Su Constant, invece, penso che sia la delusione più grande di questi ultimi due o tre anni di mercato: ha creato molte aspettative, le ha deluse tutte e Malesani insiste ancora su di lui, nuocendo all’economia della squadra. Ad esempio, Mesto non è Maradona: quando scende in campo però ha la maglia rossoblù tatuata sulle pelle. Il Genoa ha bisogno di giocatori così.
A reggere la baracca, per così dire, ci pensano i miracoli di Frey e le invenzioni di Palacio: due fuoriclasse, che però non possono bastare per fare la differenza per tutto il campionato.
Già a causa dell’ammonizione presa domenica, El Trenza non sarà disponibile venerdì col Milan. Frey finora ha fatto benissimo, ma devo dire che quest’anno abbiamo un secondo molto affidabile. Tuttavia, in tutta la Serie A ci sono delle rose sterminate: non che il Genoa ne sia sprovvisto, ma proprio perché ce l’ha sarebbe opportuno ruotare e valorizzare i giocatori, scegliendo quelli più in forma in quel momento. L’acquisto nel reparto avanzato però è necessario.
Con il Milan servirà una partita in stile Genoa – Roma?
Ecco, devo dire che in quell’occasione Malesani fece la partita perfetta. La Roma cercava di proporre un gioco alla Barcellona, ma il Milan è più forte. Prima o poi, specialmente prima, il gol te lo fa. Una volta il Professore Franco Scoglio mi disse che di sera “il Ferraris è più bello e poi, c’è anche la tv”: questo a significare il valore importante che una sfida del genere deve avere nella mentalità dei giocatori rossoblù. Davanti al proprio pubblico bisogna giocarsela. Abbiamo il 10% di speranza di vincere, ma se te la giochi e perdi, esci a testa alta, come il Milan contro il Barcellona. Contro i rossoneri ci vorrà un Genoa alla Barcellona: in comune abbiamo la maglia rossoblù. E basta. Ma almeno proviamoci.
[Daniele Zanardi – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]