Come valuta Donadel? “È uno di quei calciatore che l’abbiamo preso perché tutti pensavamo fosse utile. È un calciatore d’esperienza che ha fatto la Champions con la Fiorentina. Il problema è stato l’infortunio grave. S’è operato, sta recuperando bene. Tutti lo aspettiamo a braccia aperte. Quando recupererà al 100% può considerarsi un nuovo acquisto”.
Con questa crisi può essere la politica più giusta quella di scovare giovani forti? “L’importante è che si parta tutti alla pari. Questo è un mio modo di fare da sempre, lavoro per la mia azienda. Nel primo anno c’erano 27/28 calciatori e l’obiettivo è stato snellire la rosa cedendo quei calciatori non funzionali al progetto. Questa società con i fatti ha attuato questa politica. L’importante è che ci sia chiarezza”.
Come ha visto i giovani Bariti e Fornito? “Bariti non lo conosco bene, nell’ultima stagione ha giocato nel 4-4-2 come esterno alto. Dobbiamo capire se è altrettanto valido nella fase difensiva come in quella offensiva. Fornito è un talento, è cresciuto fisicamente e ha una forte personalità. Mi piace davvero molto. Da lì a dire che è pronto per la prima squadra, però, è presto. Bisogna fare altre valutazioni. È di sicuro avvenire, mi ricorda un po’ Hamsik”
Il presidente ha parlato di primi tre posti… “È giusto che De Laurentiis si esalti e trasmetta a noi stimoli forti. Che si sogni di arrivare primi è un conto, ma l’importante è che ci siamo risposte anche tecniche. Ognuno ha il suo ruolo, io continuo a pensare al presente come ho sempre fatto in carriera”.
Come ha visto Britos? “Era venuto perché si pensava avesse caratteristiche per il nostro gioco. È chiaro che non veniva dal Real Madrid, ma dal Bologna. Lui ha avuto solo il problema che non è stato bene fisicamente, non è stato mai al top. Quest’anno, se non gli succede nulla, sarà il titolare. Finora mi ha dato le risposte giuste. È chiaro che è un gigante, ha bisogno di tempo per entrare in condizione”.
Con questo nuovo modulo ha chiesto accorgimenti diversi anche alla difesa? “Sono due i calciatori che si sono spostati con questo nuovo modulo: Hamsik e Inler. Avendo, però, le punte verticali uno dei due può dare una mano in più alla difesa, cioé Inler che può dare maggiore aiuto alla difesa. I meccanismi della nostra retroguardia non cambiano, ma con lo svizzero c’è uno scudo in più per la nostra difesa”.
Serve un mancino o un destro? “Facendo un calcio propositivo c’è bisogno di qualcuno che salti l’uomo. Ho impostato a Zuniga a sinistra perché è più in grado di saltare l’uomo. Se questo ragionamento è valido, ci serve più un destro o, l’ideale, un calciatore che giochi su entrambe le fasce”.
Perché questo modulo? “Vogliamo creare un calcio propostivo, vogliamo attaccare e mettere in difficoltà gli altri. Qualche partita, pur giocando bene, ci è andato male. Credo però sia un atteggiamento che paghi. Soprattutto giocando con mezzale importanti si può essere più propositivi”.
C’è qualche calciatore con cui ha un feeling particolare? “La gestione del gruppo si può fare in tanti modi, io ho sempre puntato sul rispetto dei ruoli e la massima trasparenza. Devo essere libero di escludere chiunque, ma è chiaro che ci sono alcuni giocatori che evidenziano di essere più in mostra degli altri. In questo gruppi di questi calciatori ne ho avuti diversi, faccio tre nomi su tutti: Cannavaro, De Sanctis e Maggio. Se devo mandare un messaggio rafforzativo al gruppo chiamo loro. Guai, però, a diventare troppo amico di qualcuno, altrimenti sei condizionato nelle scelte”.
Che ruolo avrà Pandev? “È uno dei giocatori più affidabili. E’ un calciatore importante, nonostante le difficoltà negli ultimi due anni all’Inter. Ha bisogno solo di ritrovare ritmo e stimoli, il calcio è fatto di questo. Sta trovando la migliore condizione fisica. I calciatori di maggiore tasso tecnico devono avere una condizione fisica ideale, altrimenti non rendono al meglio e non possono mettere in mostra la loro tecnica”.
Lei negli ultimi giorni ha anche cantato. Ha intonato a Gargano “Resta cu ‘mme”? “Con me ha giocato io faccio sempre giocare quelli che credono mi possano garantire la vittoria. Poi se un calciatore ha desideri di andare via o non ha più stimoli è un altro discorso. Io penso solo allo spogliatoio e faccio giocare sempre chi sta meglio”.
Quali sono i più e i meno di questo ritiro? “La prima indicazione che mi aspetto dal ritiro è che il lavoro atletico sia svolto al meglio. Da questo punto di vista è stata la migliore preparazione che ho avuto in carriera. Il dato che balza agli occhi è che nessuno ha saltato un allenamento, a eccezione di Campagnaro ieri mattina che ha recuperato, comunque, la sera. Indicazioni importanti sono arrivate anche dal punto di vista tecnico-tattico. Ho visto grande attenzione da parte di tutti, sia dai vecchio che dai nuovi. Lo stesso Behrami ieri ha provato ad assimilare subito cosa voglio. Qui a Dimaro c’è l’ambiente ideale per lavorare”.
[Dimaro, Gaito e De Magistris – Fonte: www.tuttonapoli.net]
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