Mi ricordo ancora la faccia rabbuiata di Marcello Lippi quella mattina di maggio (era il 1994) quando, sull’uscio del campo di allenamento a Soccavo, cercava con lo sguardo in cagnesco i colleghi che avevano osato scrivere del suo incontro segreto con la Juventus.
Ricordo ancora quella rabbia e il livore con il quale smentì tutto, parlando a muso duro con noi (se la prese molto con Raffaele Auriemma, che aveva anticipato molto bene la notizia), come d’altra parte aveva fatto sempre (la sua presunzione crescerà in seguito, ma riuscirà anche a diventare un po’ più diplomatico). La storia ha detto come sono andati i fatti! Ricordo anche il volto di Corrado Ferlaino che, abbandonando il centro “Paradiso” in auto aveva già in mente di silurare Gigi Simoni, reo di essersi fatto ammaliare da Moratti e di essersi promesso all’Inter. Anche nel suo caso, la cosa finì proprio come l’avevamo raccontata sui giornali dell’epoca.
Ho molto bene negli occhi il volto furbetto di Walter Mazzarri che, dopo la vittoria col Genoa, ha detto esattamente come stanno le cose. Ma lo ha fatto, a diffeernza dei suiccitati colleghi, con un’ontestà intellettuale che gli va riconosciuta. Se è vero che, in caso di difficoltà, a pagare gli allenatore – è la tessi di Mazzarri – è giusto che al termine di una stagione che è andata ben oltre i piani e le aspettative, l’allenatore si accomodi con la società per fare un bilancio e parlare di futuro. Una riflessione giusta, ineccepibile, che però il signor Mazzarri fa omettendo un particolare: il colloquio con Marotta (“Agnelli vuole te per rifondare la Juventus”) c’è stato e il nostro ha una gran voglia di prendere per il collo questa sfida. D’altra parte è uomo di passioni e dalla grande ambizione, ed ha dimostrato di avere le carte in regola per riuscire in un’altra impresa. Ma la palla, adesso, è nella mani di De Laurentiis.
Il Presidente è infatti l’unico che può “trattenere” l’allenatore. Ma, questo è il mio convincimento, con Mazzarri non potrà adottare la tecnica distrutivo-denogratoria usata con Lavezzi e Cannavaro, nella circostanza del rinnovo dei contratti. Lo dico perché ho già percepito i primi segnali (“Se qualcuno vuole andare nessuno lo trattiene”), e non mi piacciono. D’altra parte il Napoli è ad un bivio, ora deve scegliere da grande cosa vuole fare. Il futuro è nelle mani del presidente, che fino ad oggi ha dimostrato di essere capace di motivare l’ambiente, di assicurare la correttezza economico-finanziaria e di dare al Napoli una struttura adeguata. Adesso si deve fare il salto di qualità, e temo che il fair-play finanziario, il tetto degli ingaggi e la gestione dei diritti d’immagine degli atleti, possano rappresentare un muro invalicabile per il futuro. Insomma, la partita più delicata ora il Napoli la sta giocando nelle segrete stanze della “Filmauro” e di Castel Volturno, il finale è thrilling, l’augurio è che non si trasformi in commedia… all’italiana.
[Pier Paolo Petino – Fonte: www.tuttonapoli.net]
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