Obiettivo, dare continuità. É questa la parola d’ordine in casa Inter, dopo il successo ottenuto domenica contro il Sassuolo. A San Siro arriva la Fiorentina, il secondo impegno di una settimana importante. Allenamento pomeridiano, al termine del quale Walter Mazzarri è intervenuto in conferenza stampa. Ecco le parole dell’allenatore nerazzurro:
Nel calcio si usa spesso la perifrasi dimenticare le sconfitte. Esiste una perifrasi anche per dimenticare le vittorie?
“Come principio, da allenatore, ho sempre pensato che bisogna saper cogliere gli aspetti positivi sia da una vittoria che da una sconfitta. Soprattutto, bisogna saper crescere per migliorare ciò che si è fatto nelle partite precedenti”.
Come tipo di confronto, questo con la Fiorentina è quello che può dare il valore reale dell’Inter?
“É un altro step del processo di crescita del quale ho parlato quando sono arrivato. La Fiorentina ha caratteristiche diverse sia della Juventus che dal Sassuolo, per questo sarà per noi un’ennesima prova di vedere se siamo stati bravi ad affrontare questo tipo di atteggiamento. Nello specifico, dico che la Fiorentina non dà punti di riferimento e senza Gomez è difficile andarli a prendere. Si muovono tutti, giocano molto col possesso palla e hanno un atteggiamento diverso sulle squadre che abbiamo affrontato fino ad ora”.
Milito può giocare dall’inizio?
“Non do la formazione, c’è ancora un allenamento. Diego però sa che non ha i 90 minuti sulle gambe, domenica ha giocato e gli ha fatto bene ma il suo inserimento deve essere graduale. Conosciamo le sue qualità, ma c’è bisogno di tutti per non soffrire la fase difensiva e non perdere l’equilibrio. A partita in corso valuterò”.
Può sostenere l’Inter due attaccanti e una trequartista?
“É la partita meno adatta per fare esperimenti questa. In più, quando un allenatore vuole proporre un nuovo progetto tattico con una squadra nuova, è difficile andare a cambiare quando trovi gli equilibri come successo a noi. Io credo che, in questo momento, gli undici che sono scesi in campo sono quelli che hanno dato e stanno dando le migliori garanzie. E non vedo perché cambiare, visto che siamo insieme da poco”.
Quante rondini mancano per fare primavera?
“Un bilancio semi-parziale lo potremo fare al termine del girone d’andata, perché sicuramente abbiamo affrontato tutte le squadre. Dopo un girone, anche se il fattore campo incide in certe cose, ma se dopo 19 partite facciamo un certo tipo di calcio contro tutti potremo fare delle valutazioni. Altrimenti ne faremo altre. Adesso parlare di obiettivi non ha senso”.
Come pensa di reinserire Kovacic adesso che c’è l’equilibrio?
“Come sto facendo adesso. Il calcio moderno prevede lo stato di forma, la rosa è composta da tanti calciatori. Quando gioca una porzione di partita significa che è importante. Col Genoa è entrato lui sullo 0-0 e poi abbiamo vinto. I cambi sono importanti. A parte che ha perso un mese e mezzo per l’infortunio, io prevedo delle determinate cose, ha anche perso un po’ di stato di forma. Sono cose normali, lui fa tutto con gli altri, quando lo metterò in campo mi dovrà dimostrare di valere ma questo vale per lui e vale per tutti. Magari ad averne di calciatori così in tutti i ruoli”.
Alla luce dei tre impegni settimanali, c’è qualcuno che ha bisogno di fermarsi?
“Sono molto attento a queste cose, solitamente si cerca di palpare la condizione fisica dal dottore, dal ragazzo. Per come si è svolta la partita col Sassuolo, considerato che giochiamo di sera e recuperiamo un giorno in più, non c’è bisogno. Se qualcuno me l’avesse chiesto ci avrei pensato, ma con questi responsi non c’è bisogno”.
Gomez non ci sarà. Teme Rossi?
“Sì, mi è sempre piaciuto e l’ho sempre voluto. Hanno fatto bene ad investire su di lui quando non stava bene. E’ un uomo decisivo, hanno azzeccato l’acquisto. E’ un campione”.
Quando ha allenato Montella, credeve che poteva diventare allenatore?
“Avevo intuito che aveva un bel caratterino, perché non voleva stare in panchina (ride, ndr). No, è un bravo ragazzo, potevo pensarlo. L’ho saputo dopo però, quando mi cercava per studiare da allenatore”.
Dei tanti gol segnati, nessuno è su palla inattiva. E’ un caso?
“Mah, noi lavoriamo tanto su palla inattiva e qualche volta abbiamo rischiato di segnare. E’ relativo questo dato, ma spero anche che si faccia un numero giusto di gol su piazzato perché sono importanti, bisogna sfruttare anche questo. E’ una questione di tempo, quando la squadra avrà assimilato tutto ciò che richiedo studieremo bene anche questo”.
Ha preso in considerazione l’ipotesi di spostare Cagliari-Inter?
“Non ci ho pensato ma era da chiedere. Non so se la società ci ha pensato. C’è troppo poco tempo perché poi andremo a Cagliari, ci sarà un trasferimento. Forse però con la Roma giocheremo di sabato. Se me l’avessero chiesto avrei detto di sì”.
A che punto è lo stato di crescita di Wallace?
“É quello che ha più bisogno di crescere, e lui deve vedere cosa può fare. L’ho messo in una partita, così come successo a Catania, in un risultato che a meno di terremoti non sarebbe cambiato. Con le rose ampie, e qui ritorno al discorso del quarto cambio, sarebbe importante far crescere tutti”.
La Fiorentina voleva Alvarez. Ha posto lei il veto sulla cessione?
“Ho parlato con Ricky, deve lavorare in maniera nascosta perché in questo mondo i giudizi cambiano velocemente. Tutti sanno che come calciatore mi piaceva, infatti quando ci sono state le voci della sua cessione ho detto subito che volevo prima vederlo dal vivo. A parte tutto sono felice di tutta la rosa, perché non mi aspettavo una partenza così”.
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“Mi stupisco, perché a calcio si gioca in 11. Chi dovevo togliere? Considerato soprattutto che la squadra ha fatto 2 gol al Genoa, 3 al Catania, con la Juventus abbiamo fatto bene, col Sassuolo ha fatto ciò che ha fatto contro un avversario che ha giocato alla grande nelle partite precedenti. A questo punto, ditemi chi deve uscire. Soprattutto perché non c’è motivo, perché la squadra stava giocando bene. I ragazzi lo sanno, se ne rendono conto loro stessi”.
[Riccardo Gatto – Fonte: www.fcinternews.it]