L’esborso sostanzioso di Hernanes è stato fatto soprattutto in ottica futura e, di fatto, viene considerato come il primo acquisto della stagione 2014-15. Ora ci sarà da coprire quei ruoli scoperti. Innanzitutto manca un centrocampista centrale di quantità e corsa. Al di là del modulo che verrà adottato, sembra evidente che Hernanes e Kovacic saranno punti fermi della linea mediana. Va da sé che servirà un elemento duttile, in grado di dare supporto in fase difensiva e sostenere i due qualitativi. Behrami? Forse. Visto l’addio a Cambiasso e Mudingayi, oltre alla partenza di almeno due tra Kuzmanovic, Alvarez e Guarin, è chiaro che andrà preso anche un altro interprete per il ruolo specifico di ‘metodista’ oltre allo svizzero. E qui i nomi sono svariati, al netto dei sogni impossibili.
Stesso discorso per l’esterno sinistro. Al momento, in rosa restano Jonathan, Nagatomo e D’Ambrosio: tre destri. Sul radar di Ausilio gravitano vari profili e anche qui alla fine verrà individuato quello che corrisponderà alle esigenze tecniche ed economiche.
In difesa la situazione è più stabile, con Ranocchia destinato a restare, la conferma di Juan Jesus e l’arrivo di Vidic. Da risolvere il riscatto di Rolando e la situazione in bilico di Campagnaro, ma il grosso è fatto. Al contrario del reparto offensivo, in cui l’addio di Milito e la probabile mancata conferma di Belfodil aprono scenari tutti da decifrare. Prima o seconda punta? La certezza è che non si potranno affrontare tre impegni (dando per scontato il passaggio ai gironi di Europa League) con solo Palacio e Icardi. Arriverà quasi certamente Ince, a cui bisognerà affiancare una seconda e una prima punta. Anche qui: nomi a bizzeffe, l’elenco è sterminato.
Quello che andrebbe sottolineato, al di là delle suggestioni, è la necessità oggi più di ieri di far quadrare i conti e costruire le basi per un’Inter vincente da qui a breve. Questo è l’obiettivo dichiarato di Thohir, che non a caso ha parlato sempre di 2-3 anni per tornare a lottare per i traguardi raggiunti appena 4 stagioni fa. Per cui, niente voli pindarici, ma soltanto sano realismo. E più che l’Arsenal, l’Ajax o il Borussia Dortmund (realtà troppo diverse per essere emulate nell’immediato), il riferimento che andrebbe preso dovrebbe essere quello dell’Atletico Madrid. Senza soffermarci sui conti e restando in ambito sportivo, i Colchoneros hanno dato dimostrazione in questi anni come si possa crescere gradualmente fino ad arrivare a vincere una Liga e giocarsi una finale di Champions senza spendere l’inverosimile. E sbaglia chi parla di miracolo, perché l’Atletico – dopo anni bui – è tornato pian piano a primeggiare in Spagna e in Europa, passo dopo passo, allenatore dopo allenatore. Fino a raggiungere l’apice con Simeone.
Scelte giuste al momento giusto e pazienza. Perché quando mancano i soldi, servono le idee. E allora basta alibi e sotto con il lavoro. Vincere si può, anche senza investire miliardi.
[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]
Calciomagazine ® 2005 - 2024 - Notizie Calcio supplemento al Giornale Online L'Opinionista
p.iva 01873660680 Testata giornalistica Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009
Calciomagazine sui social - Redazione - Privacy Policy - Cookie Policy