Messi e l’Inter, parole d’amore. Lippi che torna in panchina e gli attaccanti inseguiti dalla Juve. Strategia Milan, ecco i primi frutti

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Nessuno mai dice la parola fine. Né l’uno (Moratti) né l’altro (Messi). La novità è che stavolta è toccato all’argentino. Non è solo una forzatura giornalistica. Le frasi della Pulce, nel pre della coppa del Re possono sì essere interpretate in due modi diametralmente opposti, ma non fatevi condizionare. I protagonisti della vicenda conoscono benissimo il sistema dei mezzi di comunicazione, conoscono benissimo la forza delle loro parole. E parlano di conseguenza. Evidentemente qualcosa sotto c’è. L’Inter non vuole mollare la presa, Messi vuole avere una “via di fuga” qualora le cose dovessero non andargli più bene. Vale la pena ancora una volta ricordare che il fuoriclasse argentino ha solo 23 anni e che il fattore tempo gioca dalla parte di Moratti. Non arriverà a gennaio, neanche a giugno. Le grandi trattative e i grandi corteggiamenti iniziano da lontano. Per ora siamo alle lettere d’amore recapitate tramite il compagno di banco.

Per il blitz – qualora mai ce ne dovesse essere uno – c’è tempo. Messi sa che l’Inter lo accoglierebbe a braccia aperte, Moratti sa che se Messi dovesse decidere di lasciare la Spagna un pensiero più che concreto ai nerazzurri lo farebbe. Moratti ha sempre inseguito i suoi sogni, per poi riuscire a coronarli. Con grande fatica e sacrificio, ma alla fine ce l’ha fatta. Ha superato il papà: la sua Inter è tornata ad essere la Grande Inter. Ora il nuovo obiettivo è quello di regalargli un grande campione. Dategli tempo: se ci sarà uno spiraglio ci riuscirà. Intanto si gode i suoi piccoli fenomeni in squadra come quel Coutinho (arrivato per poco più di 3 milioni e già sulle prime pagine di tutti i giornali), pensa al rinnovo di Snejider (per il quale è praticamente tutto fatto, manca soltanto la firma) e si prepara per l’arrivo di Viviano, che intanto a gennaio sarà preso per intero.

Alla Juve invece – paradossalmente – il tempo manca. Come gli attaccanti. Agnelli, Marotta e Paratici hanno rifondato (sotto la guida tecnica di Delneri) la squadra, a cui però ancora manca qualcosa per diventare grandi. La proprietà ha capito subito le qualità di Marotta, affidandogli un posto anche nel consiglio d’amministrazione: attestato di grande stima e un pizzico in più di responsabilità sulle sue spalle. Tanto che ieri alla conferenza stampa ha confermato che la Juve tornerà sul mercato e che “ci si dovrà inventare qualcosa”. Detto da chi – nell’ultima sessione – ha creato la moda del prestito con diritto/obbligo di riscatto c’è da riflettere… Cosa ha in mente ora la Juve? Gli obiettivi sono tutt’altro che secondari. Il sogno Dzeko rimane lì sullo sfondo, non praticabile come soluzione per l’immediato. Ora spunta anche il nome di Gilardino, che dopo aver cambiato procuratore magari decide di cambiare anche squadra. Ma anche qui non certo a gennaio.

Nelle ultime ore (soprattutto dopo l’ennesima bocciatura di Mourinho) riecco spuntare il nome di Benzema (altro autentico talento): su questo grande nome si può lavorare. E se non riesce il colpo (non dimentichiamoci Maxi Lopez, anche se Lo Monaco l’ha ritirato dal mercato Juventus e Catania sono comunque in ottimi rapporti dopo l’affare Martinez) è pronta la soluzione usato sicuro. Più all’estero (Robbie Keane del Tottenham) che in Italia. A meno che la proprietà non decida di mettere mano al portafogli. Di giocatori monitorati in giro per l’Europa ce ne sono: Gignac del Marsiglia, Llorente dell’Athletic Bilbao, Hulk il brasiliano del Porto, Lisandro Lopez del Lione e Niklas Bendtner dell’Arsenal. Questi sono i primi cinque. Con nessuno di loro è iniziata una trattativa, ma almeno le idee sono chiare… Non solo attaccanti naturalmente: servono anche difensori, e anche questi subito.

Le altre non stanno a guardare. Riccardo Bigon, proprio ieri su Sky, ha fatto capire che il mercato di gennaio varierà a seconda della posizione in classifica del Napoli. Con la consueta tranquillità ci aspettiamo arrivi anche qui. Il Milan guarda i difensori e finalmente si coccola il vero Robinho. Ora che anche lui ha dimostrato il suo valore il rinnovo di Ronaldinho – per il Milan, a livello strategico – diventa meno complicato. Se lui volesse davvero andare via e accettare l’offerta americana c’è già chi potrebbe sostituirlo in casa. E proprio per questo motivo sa già che non può sedersi troppo né tirare troppo la corda per avere soldi. Un’altra scommessa vinta da Galliani.

Se avessimo scommesso sulle parole di Lippi “non torno ad allenare” avremmo perso. Ier ha fatto capire che è pronto per una nuova avventura. Si è parlato (tanto della Roma). E se invece fosse all’estero?

[Luca Marchetti – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]