Proseguono le interviste esclusive di Sampdorianews.net per analizzare il delicatissimo periodo vissuto dalla Sampdoria. Dopo Stefano Zaino del quotidiano “La Repubblica”, abbiamo avuto il piacere di contattare il Direttore di Primocanalesport, Maurizio Michieli, uno tra i volti più noti e stimati nell’ambito del giornalismo sportivo ligure:
“La situazione non è frutto del caso, della sfortuna o di circostanze negative, purtroppo si tratta di una crisi, ovviamente inconsciamente, pilotata, dovuta ad una serie lunghissima di errori commessi dalla società, non per ultimo l’esonero di mister Di Carlo, arrivato tardi, a mio parere andava presa una decisione in tal senso dopo Udine.
Inoltre per la sua sostituzione non è stato scelto l’allenatore con il miglior curriculum tra quelli in quel momento in circolazione, ma quello che costava meno. I risultati si vedono, il cambio tecnico non ha portato a niente. I rientri di Palombo e Pozzi possono dare una grossa mano, 5 punti nel girone di ritorno è un bottino che parla da solo. A gennaio l’organico ha subito uno stravolgimento totale, prima o poi era prevedibile che Pazzini andasse in una grande, ci si poteva immaginare che prima o poi il rapporto tra Cassano e la Sampdoria potesse logorarsi, ma non cedere Pazzini a gennaio, non regge il discorso che abbia fatto pressioni per essere ceduto, se fosse rimasto, sicuramente non avrebbe remato contro, sia per il bene della Sampdoria, sia in ottica Nazionale.
Per Cassano credo che il rapporto si fosse un po’ incrinato già dalla storia della nutella risalente alla partita contro il Bari della passata stagione, il pubblico l’ha fischiato per un insieme di cose, ha rotto con Garrone, poi non ha fatto nulla per recuperare, facendosi invece vedere in alcuni programmi televisivi. I tifosi l’hanno capito, anche se c’erano ancora i margini per tenerlo dopo la sentenza esemplare della Giustizia Sportiva che consentiva di tenerlo qua fino a giugno con uno stipendio dimezzato. La perdita di Cassano poteva anche essere ammortizzabile, non quella di Pazzini a giugno. Sconvolge constatare che lcune cose le conosciamo noi addetti ai lavori, giornalisti e non chi lavora in società: Macheda avrebbe potuto anche restare in Inghilterra, ma nessuno l’aveva contattato in Premier, ci sarà anche qualche motivo. In questo momento sta regnando l’incompetenza in una società che invece per 8 anni aveva lavorato benissimo, si registra un’inversione di tendenza inspiegabile, al limite dell’autolesionismo, dimenticandosi l’importanza di delegare ruoli chiave a uomini competenti ed esperti di calcio.
Tosi? Finchè c’è stato Gasparin, aveva compiti limitati, si era occupato del trasferimento di Mustacchio al Varese ad esempio, anche Asmini era il braccio destro di Marotta, è una persona capace ma lavorava in un ambito circoscritto. Con la partenza di Gasparin si sono ampliate le responsabilità di Tosi. Per raggiungere la salvezza esiste un’unica, ultima chance: sono state scritte lettere, i tifosi si sono mobilitati, è stato cambiato allenatore, si sono provati vari schemi, ma nulla è cambiato. L’ultima cosa possibile è vedere cosa succede se la squadra riuscisse a centrare una vittoria, se potrebbe accendersi la scintilla, poi è vero c’è anche stata poca fortuna, ma bisogna meritarsela, con il Parma l’episodio favorevole, ovvero il rigore, era capitato, ma lo si è dilapidato”.
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]