Nella Partita del campionato (così l’aveva definita Allegri alla vigilia, con tanto di P maiuscola) non c’è solo la firma di Robinho, autore del gol della preziosissima vittoria che vale mezzo scudetto (se non di più), ma anche quella di Abbiati, autore di una meravigliosa parata nel finale di partita che ha salvato il risultato e conservato la vittoria appena ipotecata con il già citato gol dell’attaccante brasiliano.
Non è la prima volta in stagione che il portierone rossonero sfodera autentiche prodezze salvarisultato (pensiamo solo alla paratissima nel derby sul colpo di testa di Thiago Motta) e non è nemmeno la prima volta nella sua carriera in cui Christian mette la sua firma su un trofeo conquistato dai rossoneri con una superparata in un momento decisivo.
Quando Abbiati è volato sul palo lontano per deviare il tiro a rientrare di Diamanti, a molti (Galliani compreso) è tornata immediatamente in mente la parata-scudetto di Perugia nel 1999, molto simile, anche se speculare a questa; e non dimentichiamoci la deviazione, sicuramente meno spettacolare, più fortunata, ma altrettanto se non più decisiva che ad una manciata di minuti dalla fine del doppio derby di semifinale di Champions League nel 2003 consentì al Milan di approdare alla finale di Manchester (poi vinta contro la Juve); insomma, quando Abbiati fa i miracoli poi il Milan porta a casa qualcosa di importante e sembra proprio che la tradizione verrà rispettata anche in quest’occasione.
Per tornare alla stretta attualità, ovvero alla partita di Brescia, la paratissima sul tiro di Diamanti è solo la punta dell’iceberg di una prestazione positiva: le palle alte scodellate in area dal Brescia sono state tutte sue, grazie a puntuali uscite con ottima scelta di tempo; ai tentativi di conclusione di Caracciolo, Eder e, come già detto, Diamanti, ha risposto “presente” con sicurezza; a voler essere pignoli, c’è da migliorare un po’ la qualità dei rinvii con i piedi: un paio li ha “ciccati” anche a Brescia e in generale in tutta la stagione ha commesso qualche errore di troppo facendo mormorare di disapprovazione i suoi tifosi ma, in fondo, il suo vero compito è quello di parare e lo compie egregiamente soprattutto nei momenti decisivi e questo è un grande merito.
…CASSANO CROCE E DELIZIA – Sono stato indeciso fino all’ultimo se inserire Cassano come flop della settimana, perchè la valutazione delle sua prestazione di Brescia mi sembra molto difficile da fare: quasi tutti lo hanno massacrato per i clamorosi errori davanti alla porta (soprattutto i due di testa che gridano ancora vendetta) e a questi mi aggrappo anch’io per spedirlo “dietro alla lavagna”, anche perchè dal vivo hanno fatto disperare fino alla fine il popolo rossonero e hanno rischiato di vanificare una vittoria importantissima. Poi, rivedendo con calma la partita “in differita”, mi sono accorto che nella prima metà del primo tempo, il Milan ha costruito almeno quattro limpide occasioni per portarsi in vantaggio e in tutte c’era lo zampino di FantAntonio come suggeritore e ispiratore, quindi il suo voto andava riveduto e corretto verso l’alto.
In fondo lui è più una seconda punta, fantasista e rifinitore piuttosto che uomo d’area e spietato goleador, quindi il suo lavoro l’ha svolto egregiamente e non è colpa sua se a Brescia è stato costretto ad agire da prima punta, alternandosi con Robinho, un altro che centravanti non è, ma proprio perchè in quest’occasione gli si chiedeva qualcosa di diverso, i clamorosi errori davanti alla porta lo condannano più di quanto i deliziosi assist (non dimentichiamoci anche quello in occasione del gol vittoria di Robihno) lo premino. Inoltre siamo ormai verso fine stagione, quindi si può cominciare a dare qualche giudizio più generale e bisogna ammettere che ci si aspettava molto di più da Cassano, che sembra ancora alla ricerca della forma migliore, nonostante sia al Milan ormai da quattro mesi e abbia avuto tempo e modo per trovarla al più presto come si richiede ad un vero professionista.
Con il pallone tra i piedi Cassano non si discute e può inventare qualsiasi magia, ma nel calcio moderno serve anche corsa e fisicità, quindi bisogna essere in forma per rendere al meglio; ad essere cattivelli si può malignare dicendo che la seconda clamorosa occasione fallita di testa a Brescia è causata proprio dal fatto che FantAntonio ha saltato poco e ha colpito il pallone dal basso verso l’alto invece che viceversa e ciò potrebbe essere stato causato dal suo peso ancora eccessivo e dalla scarsa condizione fisica; a pensar male si commette peccato ma quasi sempre ci si azzecca…
[Davide Bin – Fonte: www.ilveromilanista.it]