Domenica pomeriggio San Siro ha registrato il tutto esaurito. I tifosi hanno così voluto rendere omaggio al Milan nella sua penultima apparizione stagionale nello stadio amico, palcoscenico prestigioso dove, a parte qualche battuta a vuoto, ha recitato da protagonista (12 vittorie, 4 pareggi, 2 sconfitte, con 38 gol all’attivo e 11 al passivo).
Da ricordare in particolare le performance contro i campioni del mondo in carica, sconfitti all’andata 1 a 0 e nel delicatissimo match di ritorno 3 a 0. La partita contro il Bologna era quindi l’occasione per un grande happening. In realtà lo spettacolo offerto dai giocatori rossoneri è stato modesto, probabilmente perchè condizionati e frenati psicologicamente sia dall’importanza della posta in palio e sia dai risultati conseguiti il giorno prima dalle dirette inseguitrici. Di conseguenza era tassativo portare a casa la posta in palio. La stragrande maggioranza degli addetti ai lavori aveva pronosticato un facile successo del Milan tenendo conto che il Bologna era reduce da quattro sconfitte consecutive e la squadra di Allegri da una striscia di quattro vittorie di fila.
C’erano poi i valori tecnici, l’entusiasmo, la consapevolezza della propria forza, il sostegno del pubblico di casa, tutti fattori che spostavano l’ago della bilancia a favore della capolista facendo passare in secondo piano le assenze forzate di alcuni pezzi da novanta del calibro di Ibra, Pato, Van Bommel e da tempo immemore di Pippo Inzaghi. Scusate se è poco. Altri team , privi di titolari importanti, continuano tuttora a lamentarsi forse per trovare delle giustificazioni ai rendimenti non ottimali delle loro squadre. Avvio del match subito positivo. Dopo otto minuti Milan in vantaggio grazie ad un assist di Cassano per Flamini, bravo a saltare l’uomo e a fiondarsi in area per poi battere a rete una prima volta e, sulla respinta corta di Viviano, lesto a insaccare nella porta incustodita. Entusiasmo alle stelle. Sembrava il preludio ad una partita spettacolare. Invece il match si è dipanato con ritmi blandi e con un Bologna molto guardingo che concedeva poco spazio. Ciononostante i milanisti hanno sprecato parecchio. A cominciare da Cassano che al 17′ solo a davanti al portiere emiliano, non trova il pertugio giusto. Le repliche degli errori si susseguono: al 25′ cross al centro di Boateng e Robinho spara alto.
Al 44′ Flamini, a tu per tu con Viviano, si fa ribattere il tiro. Nel secondo tempo la musica non cambia, anzi scade di tono. Così Robinho,al 61,’ lanciato a rete sciupa l’ennesimo match ball: il tiro è deviato dall’ottimo Viviano. Al 90′ l’ennesima opportunità: l’esordiente Beretta vince un contrasto e, dopo una galoppata solitaria, opta per la conclusione a rete dal limite: botta centrale non irresistibile facilmente intercettata dal solito Viviano. E’ chiaro che quando si sciupa tanto si corre il rischio di subire una beffa. Ed in effetti al 76′ del secondo tempo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Della Rocca, completamente libero in area, di testa spedisce la palla a fil di palo. Stesso copione all’ 80′. Corner dalla sinistra: stacco aereo di Britos che sotto misura incorna mancando di un soffio un gol che sembrava già fatto.
In realtà il Bologna pur premendo nella parte finale de secondo tempo, nell’arco dell’intero incontro ha effettuato un solo tiro nello specchio della porta rossonera. L’espulsione all’ 83′ di Della Rocca è forse esagerata, ma è altrettanto vero che in precedenza in area del Bologna si era assistito ad una evidente trattenuta ai danni di Boateng non rilevata dal direttore di gara. Tutto è bene quel che finisce bene. Non si può essere sempre brillanti. Al di là della forma era importante la sostanza. Obiettivo quindi raggiunto. Ora il più è fatto. Manca solo un punticino in tre gare ancora da disputare. E poi sarà una festa ancora più grande.
[Tiziano Crudeli – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]