Allegri o Seedorf? O, per dirla in altro modo, Berlusconi o Galliani e, con lui, gran parte della tifoseria? Il Milan si trova a un bivio: da una parte l’istinto quasi romantico del presidente, dall’altra il pragmatismo razionale dell’amministratore delegato, della Curva Sud e, pare, anche di Barbara Berlusconi e di molti giocatori. A giorni si deciderà quale strada imboccare, ma a questo punto sorge spontaneo chiedersi: cosa accadrà dopo?
È impensabile che, una volta deciso chi guiderà il Milan la prossima stagione, le polemiche cesseranno, le dichiarazioni rubate saranno più dolci e tutto l’ambiente rossonero sosterrà con’unanime forza il “prescelto”. Nel caso la spuntasse Berlusconi, la squadra intraprenderebbe la strada verso i preliminari di Champions in un clima potenzialmente molto teso: nuovo allenatore, dall’esperienza pressoché nulla, che dovrà familiarizzare con la rosa, convincere la tifoseria di poter far bene e intanto proseguire nell’opera progettuale avviata dal predecessore.
Sarebbe una dura prova anche per una grande persona come Seedorf, che, intendiamoci, è anche un po’ “vittima” della situazione: avesse qualche anno d’esperienza in più, probabilmente tutti sarebbero molto ben disposti a riaccoglierlo a braccia aperte in quello che sarebbe un magico ritorno a casa. Per molti tifosi – e, lo ripetiamo, anche per Galliani, Barbara Berlusconi e buona parte della rosa – i tempi non sono maturi, e sarebbe meglio per il Milan confermare Allegri, che ha realizzato un vero e proprio miracolo raggiungendo il terzo posto.
E se restasse dunque il livornese? Tutti contenti, si penserà. Gli striscioni sarebbero solo di ringraziamento, la tensione calerebbe e i preliminari europei verrebbero preparati all’insegna della continuità con il lavoro svolto finora. C’è, come quasi sempre, un però: la tesi del presidente cadrebbe e quest’ultimo sarebbe quasi costretto a “tenersi” un allenatore che – questo è chiaro a tutti – non gli piace per niente. Cosa accadrebbe dunque alla prima difficoltà e al primo inciampo del nuovo, in realtà vecchio, Milan “allegriano”? I “ve l’avevo detto” e gli “avevo ragione io” potrebbero essere le reazioni minori.
La situazione dunque non è delle migliori, soprattutto dal punto di vista psicologico, per una squadra che – ribadiamo – si avvia verso una stagione che non solo inizierà molto presto, ma che sarà fondamentale per capire se questo terzo posto è la base di un progetto che migliora anno dopo anno, oppure un’impresa irriproducibile.
Filippo Manco – Fonte: www.ilveromilanista.it]