Avete letto bene: Allegri come Tabarez. Il professore uruguaiano, tornato in auge in sella alla sua nazionale, rivelazione del mondiale, nell’estate del 1996 arrivò a Milano dopo Cagliari. Fu fatto un mercato ridotto all’osso (Pagotto, Reiziger, Davids e Dugarry, più Vierchowod) e i rossoneri passarono dal primo posto della stagione precedente all’undicesimo posto.
Tabarez durò due mesi sulla panchina: fu allontanato per far posto ad Arrigo Sacchi. Siamo a fine giugno, il mercato deve ancora ufficialmente iniziare, le squadre sono ancora in vacanza, salvo i giocatori impegnati nel Mondiale in Sudafrica, eppure è già possibile fare la prima previsione sul prossimo campionato del Milan. Uno sfacelo, viste che si prospetta un mercato inesistente, peggiore di quello di un’estate fa. Il capro espiatorio è già pronto: Massimiliano Allegri.
Il tecnico livornese ha di fronte una montagna da scalare e la società non gli ha garantito quel minimo di mezzi sufficenti per tentare l’impresa. Al momento in rosa il Milan ha 27 giocatori, compresi i tre portieri. Dei rimanenti 24, 4 sono i giovani promossi dalla primavera e ci sono i simpaticissimi Oddo, Jankulovski, Kaladze e Onyewu. Quest’ultimo riserva degli scarsissimi Bocanegra e Demerit. Poi ci sono il gran bollito Gattuso, Inzaghi, il tristo Huntelaar, Zambrotta e il sempre infortunato Bonera. Rimangono undici giocatori: Abate, Antonini, Ambrosini, Borriello, Flamini, Nesta, Pato, Pirlo, Ronaldinho, Thiago Silva, Seedorf.
Un’armata brancaleone che al momento può ambire all’Europa League. A centrocampo, considerati Ronaldinho e Seedorf come trequartisti, ci sono solamente quattro uomini per tre posti. Se mancano Flamini e Ambrosini, Allegri dovrà schierare Gattuso, Strasser e Pirlo. Alegher Allegri. La dirigenza non gli prende neanche Biasi e Lazzari: non parliamo di Mascherano e Ozil, ma parliamo comunque di due discreti mestieranti che potremmo considerare due grandi rinforzi in questo Milan carente di forze fresche. In attacco come l’anno scorso abbiamo solo due giocatori: Pato e Borriello.
Inzaghi e Huntelaar: uno dei due è di troppo. Serve una grande seconda punta, ma figuriamoci. Alegher Allegri, a novembre verrai esonerato e quel simpaticissimo del tuo presidente, magari dalle colonne del suo giornaletto di partito, quello delle bare azzurre, dirà: “E’ una squadra di grandissimi campioni, ma questa tela preziosa è stata rovinata dal sarto”.
[Riccardo Giannini – Fonte: www.dnamilan.com]