Milan-Anderlecht 0-0: l’analisi della partita

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Novantesimo, al fischio finale Milan Anderlecht recita un amaro zero a zero. Massimiliano Allegri, costretto a metterci la faccia sempre e comunque per il suo ruolo tecnico, sentenzia di fronte alla platea di giornalisti assiepati in conferenza stampa: “In questo momento ci mancano i giocatori tecnici: Montolivo, Pato e Robinho in particolare, mi auguro che ritornino presto”. Analisi breve, ma a nostro avviso per niente riduttiva. Il problema del Milan è proprio questo: come già detto manca gente in grado di dare imprevedibilità, di saltare l’uomo, di costruire un gioco più veloce e meno prevedibile.

Per la quarta volta su quattro partite infatti ci troviamo a scrivere praticamente la stessa analisi della partita: in campo il Milan ci mette tutto quello che ha; i giocatori si impegnano e la prestazione è sempre volenterosa. Ma i giocatori attualmente a disposizione di Allegri non riescono a dare quello che manca a questa squadra. A Bologna è stato Pazzini, trovando una serata di grazia, a coprire i difetti trovando tre gol: il resto è vuoto. E pian piano che si va sempre più avanti e non arriva il risultato affiora l’ansia da prestazione, e aumenta l’inquietudine dello spogliatoio. Ne è dimostrazione il fatto che, a metà del secondo tempo, Massimiliano Allegri è stato quasi costretto a togliere dal campo Boateng, impegnato dall’inizio della partita in una lotta personalissima e molto individuale alla ricerca del gol, infruttuosa. Il Milan ha bisogno di essere squadra, ma il mercato ha consegnato pochissime frecce valide all’arco del tecnico livornese, che in questo preciso momento della stagione non merita di pagare per tutti. Il vero giudizio sul Milan lo potremo dare a ranghi completi, ovvero quando torneranno Pato e Robinho, gli unici due giocatori a disposizione in grado di aggiungere imprevedibilità alla manovra e concretezza in fase offensiva.

Il Milan interpreta lo spartito già visto nelle precedenti apparizioni: Massimiliano Allegri sceglie coraggiosamente di affidarsi a De Sciglio ed Emanuelson, ricercando nei piedi educati dei due i cross giusti per Giampaolo Pazzini. Scelta condivisibile e apprezzabile la prima [e il ragazzo non ha di nuovo tradito, ampiamente sufficiente la sua prova ndr], condivisibile ma solo in parte invece la seconda: se appunto la scelta di Emanuelson in campo poteva essere motivata dal bisogno di cross precisi che ha questo Milan quando in campo c’è Pazzini, non capiamo perchè Allegri, in un momento di scarsa vena offensiva, scelga di tenere fuori una seconda punta di ruolo per far giocare l’olandese, considerando anche che Pazzini non partecipa quasi per niente alla costruzione della manovra. Ne viene fuori una partita di pari contenuto alle altre, con l’aggiunta che l’Anderlecht si dimostra squadra dotata di grande ordine e giocatori veloci e molto mobili: Gillet sulla fascia e Mbokani al centro infatti si muovono molto e costringono la retroguardia rossonera a faticare per prendere le misure ai due. Ottimo anche Lucas Biglia, che in questo momento fotografa esattamente il prototipo del giocatore che manca al Milan: un regista. Eh si, perchè il centrocampo ancora una volta si dimostra privo di idee e va in costante difficoltà di fronte a quello belga, complice la poca attitudine a tener palla: e Montolivo, che ora sembra la soluzione di tutti i mali, da solo non è sufficiente per affrontare un’intera stagione; i guai sono grossi quando manca un giocatore con quelle caratteristiche in mediana.

I rossoneri quindi cercano di fare quello che possono fino alla fine, e quando la benzina nel motore dell’Anderlecht si esaurisce, tentano un ultimo assedio: ma purtroppo non basta, questi giocatori non sono in grado di portare il salto di qualità ai rossoneri. Pazzini è ben lontano dall’essere l’erede di Inzaghi, come qualcuno lo ha frettolosamente definito; sempre un passo indietro a dove dovrebbe stare, Inzaghi certi gol li avrebbe fatti. Il resto è un buon coro senza quelli che veramente fanno la differenza: i solisti. Li aspettiamo tutti con impazienza, perchè un Milan così tristemente anonimo non si può veramente più vedere.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]